Il momento degli addii, dei fazzoletti intrisi di lacrime e' arrivato. Con i discorsi ufficiali, i messaggi della Real Casa per mano del Principe Henry, di Jacques Rogge presidente del CIO, di Sebastian Coe capo dell'organizzazione, del primo ministro David Cameron, del sindaco di Londra Boris Johnson e il salutino della Regina Elisabetta, sono ormai alle nostre spalle. Davanti c'e' il Brasile, c'e' Rio de Janeiro, cui Londra ha passato il testimone in un tripudio di samba. Fra quattro anni i Giochi saranno forse meno solenni ma più divertenti. Dopo aver celebrato la loro storia nella cerimonia inaugurale, i britannici hanno voluto congratularsi caldamente con sé stessi. Per la terza volta hanno organizzato (unica città al mondo) i Giochi. E stavolta hanno pure vinto tante medaglie, compresa quella della sicurezza, a costo di frugare anche nella biancheria intima degli spettatori. Ma era giusto così. Il problema, per chi e' venuto da lontano, e' che hanno messo le mani pure nei portafogli fino a trovare l'ultima sterlina. E' stata per tutti una faticaccia, diciamolo. Per loro che hanno sopportato e per noi che li abbiamo sopportati, per i chilometri di file che hanno costretto a fare, per le figuracce cui hanno costretti perché a volte la loro pronuncia ha messo in crisi. E' sicuro qualche anglofilo di successo, che tutto sia andato magnificamente bene? E' sicuro che il pasticciaccio dei biglietti non abbia nascosto qualche fregatura, dopo quella degli alberghi a prezzi raddoppiati solo per chi aveva pagato prima? Nella serata del saluto, le cose sono state fatte in grande, come per la cerimonia d'apertura. Un traffico bestiale di camion, taxi, scolaresche, intasamenti, a rappresentare la complessa vita londinese. Dopo l'inno nazionale, un'esplosione e poi il via allo spettacolo. Migliaia di comparse, musicisti di tutte le epoche, motivi assordanti e accattivanti: al centro della scena l'Union Jack, la bandiera inglese, sulla quale si e' svolto tutto. Tre ore e nove minuti durante i quali si e' visto Winston Churchill alias Timothy Spall, che lo aveva già interpretato ne "Il discorso del Re". E poi la Musica Pop, in un mix con Shakespeare, Michael Caine e tanta bella musica, camion, vecchie auto colorate, Rolls, fuochi, la Symphony Orchestra, cianfrusaglie e prodigi degli atleti sui grandi teleschermi: un bel minestrone servito molto caldo. Un'autocelebrazione con i fiocchi, con la sfilata dei portabandiera e degli atleti alla rinfusa, i baci, gli abbracci, la premiazione del vincitore della Maratona, l'ugandese Kiprotich, come doverosa pausa sportiva. E mentre delle supermodelle inglesi fra cui Naomi Campbell hanno ingentilito la scena mostrando le loro grazie, tra galeoni, polipi fluorescenti, Spice Girls un po' avvizzite, giocatori di rugby, cornamuse scozzesi, spezzoni di film, il testimone e' passato al sindaco di Rio Eduardo Paes. E la torcia olimpica si e' spenta. Chi ha avuto, ha avuto. E chi ha dato ha dato. Fuochi d'artificio e "God save the Queen".