Il silenzio del sito archeologico e' stato violato dalla cerimonia di accensione della torcia di Rio 2016. Era da poco passato mezzogiorno sulla collinetta che sovrasta Olympia, minuscolo centro del Peloponneso, un centinaio di chilometri a sud di Patrasso, una ventina a est di Pyrgos. Qui, nel 776 avanti Cristo, nacquero i Giochi Olimpici, con la sola prova di corsa all'interno dello stadio. Lo stesso luogo dove si è rinnovato un rito semplice ma suggestivo. L'inno olimpico ha dato il "là" alla cerimonia, mentre i vessilli del Cio, della Grecia e del Brasile si distendevano sui pennoni. La lettura di un estratto del poema "La luce di Olympia" di Takis Doxas ha preceduto il saluto delle autorità (il sindaco di Olympia Efthymios Kotzas, il presidente del Comitato organizzatore dei Giochi Carlos Nuzman, quello del Cio Thomas Bach e quello del Comitato olimpico greco Spyros Capralos) prima che l'attenzione si spostasse sul Tempio di Era, dove i primi ad entrare sono stati dodici ragazzi vestiti col chitone verde. Mentre la coreografa Artemis Ignatiou scandiva il ritmo battendo due pietre e nell'aria vibrava la dolce melodia del flauto è cominciata la danza delle 30 sacerdotesse avvolte in un peplo turchese, al termine della quale la vestale principale, l'attrice Katerina Lehou, ha prima invocato Apollo, poi ha avvicinato la torcia allo specchio parabolico concavo generando la fiamma, trasferendo il fuoco creato dai raggi solari nel vaso sacro. La processione verso lo stadio è stata aperta da una bambina con in mano un ramo d'ulivo e si è conclusa a ritmo di danza. La sacerdotessa ha invocato ancora Apollo, prima di inginocchiarsi, accendere la torcia dal vaso, afferrare l'ulivo e accogliere il primo tedoforo, il ginnasta Lefteris Petrounias che - indossando la tuta ufficiale dei tedofori, nonostante i quasi 30 gradi - ha percorso il primo tratto della staffetta sul suolo ellenico che si concluderà mercoledì 27 al Panathinaiko di Atene, quando il fuoco passerà ai brasiliani. Il volo della colomba ha suggellato una mezz'ora intrisa di memoria e fascino, mentre il secondo tedoforo, l'ex pallavolista brasiliano Giovane Gavio, rendeva omaggio al monumento di Pierre De Coubertin. Il cammino verso Rio comincia dove tutto ebbe inizio. Una rappresentazione moderna nella culla della civiltà antica.