Ludovico Edalli torna nella Rio Olympic Arena e scopre che l’Estate sta finendo. Non quella  della sua Busto Arsizio, ma la dolce stagione del 16 aprile scorso che gli regalò la sua prima partecipazione olimpica. Adesso il bustocco ritrova un Brasile più freddo, malgrado il verde accecante dell’impianto carioca ispiri sempre un'atmosfera ben altro che invernale. I muscoli di Liudo sembrano andati in letargo, congelati forse in una morsa emozionale o ancora intorpiditi dal jet lag. Inserito nel quinto gruppo misto con l’ungherese Hidvegi, il vietnamita Pham e il coreano Ri, il 22enne aviere scelto dell’Aeronautica Militare apre la prova podio della seconda delle tre suddivisioni maschili alle 14.30 in punto, ora locale (le 19.30 in provincia di Varese, come nel resto d’Italia). In realtà da solo, perché i suoi compagni di rotazione, non facendo il giro completo, compaiono e scompaiono. “Sono solo anche al villaggio, nell’appartamento 907, al 10° piano. Spero che nei prossimi giorni arrivi qualcuno. Sto vivendo il momento più bello della mia carriera e non ho nessuno con cui condividerlo. Neppure in campo gara, perché i due orientali non spiccicano una parola di inglese”. Sarà pure per questa solitudine da numeri primi – interrotta giusto dal saluto di Oleg Stepko durante la nostra intervista in mixed zone (“siamo amici dai tempi di Singapore – ci confida -  e adesso verrà a Milano e passeremo del tempo insieme”) ma agli anelli Edalli sbaglia l’uscita, un doppio salto avanti carpiato con mezzo giro, al volteggio conclude a terra il Kasamatsu con un avvitamento e alle parallele, l’attrezzo che gli regalò un bronzo nel 2010 proprio agli Youth Olympic Games e del quale detiene il titolo italiano, chiude il doppio salto dietro carpiato con le mani sul tappetino. Il DTN Maurizio Allievi, che ai Giochi ha accompagnato campioni del calibro di Chechi, Cassina e Morandi, solo per citare i medagliati, ha tentato di dare qualche consiglio ad Edalli, senza riuscire, però, ad accendere la scintilla. “Non ero abituato a provare gli esercizi interi – ci spiegail diretto interessato - Non mi sono tirato indietro perché me l’ha chiesto il Direttore Tecnico però, come dire, è stata una prova più difficile del solito. Fino a ieri gli allenamenti erano andati alla grande. Oggi mi sono svegliato molto presto e probabilmente non ho ancora  smaltito il fuso”. Alla sbarra, infatti, l’azzurro tentenna e non completa l’esercizio sotto gli occhi del capogruppo Roberto Pentrella, seduto a bordo pedana. Il doppio salto dietro teso con un avvitamento lo vedremo soltanto in qualifica, sabato 6 agosto. E speriamo bene! Al corpo libero questa strana apatia continua a stringere l’unico ginnasta italiano presente a Rio più della fascia che porta al fianco e il cavallo finisce con Ludovico in piedi sul dorso. “Giornata no, ma non gli darei troppo peso. Il lavoro che ho fatto a casa si vedrà al momento giusto. L’obiettivo resta la finale a 24, non ci sono dubbi. Anche perché di ginnasti che fanno i sei attrezzi ce ne sono soltanto 40, quindi restare fuori significherebbe essere uno dei 16 sfortunati”. Le probabilità in effetti sono basse, soprattutto conoscendo il reale valore del nostro ragazzo, uno che nell’ultimo quadriennio ha vinto due Assoluti (2013 e 2016) e si è fatto tre finali all-around, tra mondiali (Nanning 2014) ed europei (Mosca 2013 e Montpellier 2015). Tuttavia dalla qualificazione olimpica è come se Edalli abbia perso se stesso, mettendo in fila errori che non gli appartengono, a Berna, a Torino. “La verità è che gli Europei non avrei dovuto farli – ci svela – Così dal Test Event di Rio non ho staccato mai. E poi agli Assoluti con cinque cadute ho perso di un punto e mezzo, non di sei. Fisicamente sto bene, è solo un problema di testa. E’ la mia prima Olimpiade, ho bisogno di ambientarmi. Sono talmente eccitato che non ho neppure avvertito i disagi al villaggio di cui si fa un gran parlare. Per me è tutto nuovo e bellissimo. Il 5 sfilerò al Maracana, anche se il giorno dopo ho la qualificazione. Non mi perderei la Cerimonia di Apertura per nulla al mondo. Ma il giorno dopo, vedrete, sarà un altro giorno”. E ci auguriamo un altro Edalli, quello vero.