Oksana Chusovitina diventa più affascinante ogni anno che passa. L’età sembra essere niente più che un numero per la tre volte campionessa del mondo, presente per la settima volta ad un’Olimpiade, un record nella Ginnastica. Nel 2012 l’uzbeka, laureatasi campionessa olimpica nel 1992 con la Squadra Unificata, aveva messo in chiaro che la sua sesta Olimpiade, a Londra, sarebbe stata anche l’ultima. “L’ho detto quattro anni fa, ma così fanno le donne, no? Prima dicono una cosa e poi cambiano subito idea” – ha commentato, giocosa, dopo essersi messa in tasca il pass per Rio al Test Event di aprile. “Un giorno ho solo sentito che avevo ancora molto da dare; e che avrei almeno dovuto provarci, per essere sicura di non dovermelo rinfacciare in futuro. Ecco perché ho scelto di andare avanti” – ha spiegato la ginnasta uzbeka naturalizzata tedesca. Chusovitina, lei per prima si sarebbe messa a ridere se il giorno del suo debutto olimpico a Barcellona 1992 qualcuno le avesse detto che a 40 anni avrebbe ancora partecipato ai Giochi. Da ammirare la sua longevità a questi altissimi livelli, ma lei pare non voler svelare il proprio segreto. “Non lo so, davvero non lo so” – confessa ridendo. “Mi alleno per due ore al giorno e poi faccio una vita normale”. Nell’Olympic Arena di Rio, come agli ultimi Mondiali di Glasgow, il pubblico si è lasciato andare in calorosi applausi ad ogni suo ingresso in pedana. Lei non è immune a tutto ciò: “Il tifo mi rende ancora più forte, mi dà un sacco di carica”. E’ tra le atlete più interessanti anche per il fatto che la sua vita ha tutti gli elementi del romanzo d’autore. Nata a Taskent, incomincia la carriera agonistica sotto la bandiera dell’Unione Sovietica, vincendo i suoi primi due titoli iridati – oro al corpo libero e con la squadra URSS – a Indianapolis nel 1991. Dopo il crollo della Cortina di Ferro era naturale che gareggiasse per il paese natale, l’Uzbekistan, con cui vince il terzo titolo mondiale al volteggio ad Anaheim 2003. Nel frattempo, si era trasferita in Germania, in cerca di cure migliori per il figlio afflitto da una forma di leucemia. Dopo aver preso la nazionalità tedesca nel 2006 ha subito portato una medaglia olimpica nella bacheca del suo nuovo paese: argento al volteggio in Cina, nell’edizione di Pechino 2008. Dopo i Giochi di Londra, invece, Oksana torna in Uzbekistan. “Ho promesso di concludere la mia carriera dove sono nata e dove sono cresciuta sportivamente” – ha ribadito. A Rio ha raggiunto un nuovo primato, quello della ginnasta più anziana, tra donne e uomini, a competere ai Giochi Olimpici. Ma soprattutto, Chusovitina punta ad impreziosire la sua già ricca collezione di medaglie e trofei. Dalla rincorsa dei 25 è ancora competitiva contro adolescenti che hanno la metà dei suoi anni, come dimostrato con la qualificazione ala finale del 14 agosto, grazie al quinto punteggio e ad una media di 14.999. A giudicare dalla sua energia, è chiaro che l’argomento ritiro sia un taboo per lei e si parla già di un film sulla sua vita. Quando qualcuno le chiede se ci siano chances o meno di vederla a Tokyo nel 2020, un’espressione accigliata fa capolino sul suo volto e lei risponde: “Mai dire mai!”.