“Mi voglio complimentare con le atlete, con i dirigenti, e con tutto lo staff tecnico – ha concluso il presidente federale Riccardo Agabio nella sua analisi conclusiva dei XXXI Giochi Olimpici di Rio de Janeiro - perché un quarto posto olimpico non è certo un piazzamento di poco conto e le nostre ragazze hanno dimostrato di essere venute a Rio per recitare un ruolo da protagoniste. Purtroppo le gare sono gare. Esclusa la prestazione al nastro, al di sotto delle reali potenzialità delle nostre farfalle, le altre prove, comprese le qualifiche, sono state di altissimo livello. Anche la Russia ha sbagliato però i suoi punteggi sono sempre alti. La Spagna ha fatto due esercizi senza errori sfruttando al massimo un codice che premia l’esecuzione sulla difficoltà. L’Italia, si sa, ha sempre presentato esercizi con grandi rischi, è un marchio di fabbrica che paghiamo spesso sul lato della pulizia. Forse in futuro, restando così le cose, sarebbe meglio fare meno ma meglio. La Bulgaria ad esempio aveva commesso degli errori in qualifica che poi non ha ripetuto in finale, meritando un posto sul podio. Io l’Italia ce l’avrei vista bene lassù. E ci sarebbe finita se l’esercizio con i cerchi e le clavette fosse stato valutato con più attenzione. Da Atene a Rio, nelle quattro Olimpiadi sotto la mia presidenza, abbiamo vinto cinque medaglie, finendo per sette volte al quarto posto. Io considero questi piazzamenti sempre e comunque alla stregua di una vittoria, anche se purtroppo la notorietà e i riconoscimenti te li danno soltanto le medaglie. Sarà molto difficile potersi ripetere in futuro, perché la concorrenza è sempre più forte, non ci sono più Paesi materasso. E sale sul podio chi sbaglia di meno, l’emozione gioca brutti scherzi e si fa presto a vanificare il lavoro e gli investimenti di anni. Per quanto ci riguarda credo che di più non si potesse fare, l’impegno è stato massimo sia da parte degli atleti, sia da parte dei loro allenatori. Sono mancate le medaglie ma questo non compromette la qualità del lavoro portato avanti dalla nostra Federazione. E proprio a nome di quest’ultima vorrei salutare il nostro capitano. Marta Pagnini meritava di lasciare l’attività agonistica dall'alto un podio olimpico. Non c’è riuscita, malgrado possa vantare, rispetto alle compagne, il bronzo di Londra. Tuttavia la ragazza continuerà a collaborare con noi perché ha tutti i numeri per far bene, anche in campo internazionale”.