Un’Italdonne da urlo! Graffianti, precise, reattive di fronte all’episodio negativo, determinate, unite. In una parola,vincenti! Un mix di contenuti tecnici e motivazionali che porta la firma di Enrico Casella e del suo staff. Oltre a Paolo Bucci, Claudia Ferrè e Laura Rizzoli, un applauso oggi lo meritano anche gli altri allenatori, rimasti in Italia, ma che hanno avuto un ruolo determinate nella preparazione delle rispettive atlete: Diego Pecar e Teresa Macrì a Trieste, Stefania Bucci a Montevarchi, Anna Sassone, Federica Gatti e Massimo Gallina a Lissone, Tiziana Di Pilato a Milano. Con un pensiero di gratitudine all’intero movimento – rappresentato in Scozia dal suo numero uno, il prof. Riccardo Agabio, seduto al fianco del VP nonché capo Delegazione Valter Peroni - perché oggi abbiamo vinto tutti! La gara di qualificazione, malgrado un legittimo ottimismo, era attesa e temuta. La partenza alle parallele, senza Enus Mariani, rimasta in panchina, e Martina Rizzelli, infortunata, poteva trasformarsi in un insidioso tranello psicologico. Anche perché, proprio sugli staggi la Romania, nel pomeriggio, aveva fatto una doccia scozzese che le è costato l’accesso diretto a Rio. Ed invece Fasana e compagne con 54.332 ottengono un decimo in più rispetto ai Mondiali pre-qualificanti di Nanning (54.231). L’errore della Mori, come accadde alla Rizzelli (12.266) lo scorso anno, grazie alla solidità del gruppo, diventa ininfluente. Alla trave le azzurre sono addirittura capaci di assorbire e compensare il passo falso di una specialista come la Meneghini, mettendo in fila un triplo ex aequo da 13.733 di Mori-Ferrari-Ugrin da lasciare esterrefatti. Il 12.900 di Elisa rimarrà un innocuo ricordo, al pari del 12.633 di Lavinia Marongiu nel 2014. Con 55.432 e l’acuto di Carlotta Ferlito (14.233) – attualmente quinta nella specialità alle spalle della canadese Black (14.600), delle russe Komova (14.533) e Tutkhalian (14.533), e della tedesca Schaefer (14.300) – l’Italdonne rosicchia un altro punto e 4 decimi rispetto alla precedente rassegna cinese, che la vide chiudere sulla quinta piazza, sia in qualifica che in finale. Al Corpo libero caliamo gli assi, in un crescendo rossiniano che prelude il trionfo dell’Aida verdiana. Il 56.398 è secondo soltanto alla Gran Bretagna delle Downie, Rebecca ed Elissa, e può fare a meno, persino, del 13.800 della nostra campionessa assoluta. Altra manciata di decimi in più rispetto al 56.165 dell’anno passato, il ruolino di marcia, a questo punto, parla da sé. Erika Fasana con il personale di 14.466 può legittimamente sperare in una finale, dopo quella europea a Montpellier - piazzandosi dietro la giapponese Miyakawa (14.900), la russa Afanaseva (14.633) e la britannica Fragapane (14.600) – mentre la squadra prende le misure del rush finale al volteggio. In fondo alla rincorsa dei 25 metri c’è l’Olimpiade di Rio, qualcosa d’immensamente grande. Così grande che non può sfuggire dalle mani sporche di magnesia e sudore di un manipolo di ragazze reduci da un lungo periodo di lavoro, “matto e disperatissimo”. Il 58.290 – oltre tre decimi sopra il 57.965 del 2014 -  ammutolisce l’arena. Lo Yurchenko con due avvitamenti da 15.058 di Erika chiude definitivamente la partita. Triplice fischio, le azzurre tornano negli spogliatoi con il totale di 224.452, ben due punti in più del già buono 222.459 di Nanning, e la terza posizione provvisoria, all’inseguimento di Russia e Gran Bretagna. Saltate in un colpo solo Giappone (223.863), Canada (222.780) e Brasile (221861), che tanta impressione avevano destato alla vigilia. Oggi Stati Uniti e Cina, a meno di clamorosi svarioni, dovrebbero contendersi l’oro. La Germania, in serata, si è accomodata al settimo posto, umiliando ulteriormente la povera Romania. Nei gironi odierni, dalla settima alla dodicesima suddivisione, saliranno sulla pedana di Glasgow anche l'Australia, la Corea, il Belgio, la Francia, l'Olanda, la Grecia, il Messico, L'Ungheria e la Svizzera. Ma è difficile immaginarne sei in grado di scavalcare le azzurre, che sono andate a dormire sognando i Giochi del 2016, ad occhi aperti! Nella classifica del Concorso Generale Individuale, la Ferlito e la Ferrari, appaiate a quota 55.665, occupano, al momento, la decima e undicesima piazza all-around (Tea - 15^ con 55.299 - sicuramente out in quanto terza italiana). Che salti fuori pure qualche finale? Sarebbe la classica ciliegina sulla torta. La vetrina sul mondo del più autentico dei Made in Italy, quella tradizione artigianale che con sapienza, passione e fatica diventa impresa, riuscendo a superare in qualità le grandi multinazionali straniere.         

 

 

 

LE QUATTRO ROTAZIONI AZZURRE:

 

 

 

PARALLELE ITALIA TOT. 54.332

 

E. FASANA 13.766

 

T. UGRIN 13.700

 

V. FERRARI 13.633

 

C. FERLITO 13.233

 

L.MORI 12.400

 

 

 

 

 

 

TRAVE ITALIA: 55.432

 

C. FERLITO 14.233 

 

L. MORI 13.733 

 

V. FERRARI 13.733 

 

T. UGRIN 13.733 

 

E. MENEGHINI 12.900

 

 

 

 

 

 

CORPO LIBERO ITALIA: TOT. 56.398

 

E. FASANA 14.466

 

E. MENEGHINI 14.066

 

C. FERLITO 13.933

 

V. FERRARI 13.933

 

UGRIN 13.800

 

 

 

 

 

 

VOLTEGGIO: TOT. 58.290

 

E. FASANA 15.058

 

E. MENEGHINI 14.600

 

V. FERRARI 14.366

 

C. FERLITO 14.266

 

T. UGRIN 14.066