Riflettori puntati sulla ginnastica artistica in questi giorni con i Campionati mondiali in Australia. L’Italia mette in campo due atlete di gran talento come Monica Bergamelli e Daria Sarkhosch, della società Brixia Brescia, ma deve lasciare a casa Francesca Benolli, la ginnasta triestina della società Artistica ’81, campionessa europea in carica al volteggio, che sta recuperando un fastidioso infortunio al ginocchio. Francesca si era, infatti, procurata un distaccamento del tendine rotuleo durante un’esibizione nello spettacolo di fine anno della sua società a giugno, proprio nella serata in cui la città avrebbe festeggiato il suo oro europeo. Attualmente il recupero è quasi ultimato e la ginnasta rientrerà ufficialmente a gareggiare nel campionato di A1 nel 2006. Raggiunta nella palestra, dove quotidianamente si allena, Francesca ripercorre le fasi del dolore e della successiva riabilitazione, guardando con un pizzico di malinconia ai mondiali mancati.

Cosa ricordi di quella serata?
«E’ stato un momento terribile, quasi non rammento nulla dell’infortunio per la paura e il dolore al ginocchio. Non credevo stesse succedendo proprio a me e proprio quando tutti stavano per festeggiare la medaglia d’oro. Diego Pecar, il mio allenatore mi è subito corso vicino, mi ha tranquillizzata ed accompagnata in ospedale. Grazie alla società, ai miei genitori e ai medici sono stata operata già il giorno dopo».

Spesso il desiderio più grande di atleti ed allenatori è rientrare il prima possibile in palestra e poi nelle competizioni. Proprio in questi giorni è esplosa la polemica sui metodi poco ortodossi che usano nelle palestre cinesi e rumene. Hai mai forzato o sei stata forzata ad accelerare i tempi per volare a Melbourne?
«In realtà no! Ho seguito tutta la riabilitazione con calma, per rispettare i periodi di convalescenza consigliati dai dottori e dai fisioterapisti, per evitare che qualcosa potesse andare storto. Dopo due settimane di gesso e riposo a casa, sono tornata in palestra, avevo nostalgia. Prima guardavo le mie compagne, poi, piano piano, ho cominciato a fare qualche esercizio alle braccia, agli addominali, il potenziamento e lo stretching, ma sempre senza esagerare. Ogni tanto mi sentivo giù, ma i miei allenatori (Diego e Teresa Pecar) mi tiravano su di morale, altro che sevizie. Insieme ai miei genitori mi hanno seguito passo dopo passo, quando poi i medici mi hanno tolto i chiodi e anche quando un’infezione alla ferita ha rallentato la riabilitazione di circa un mese.»

Cosa ti faceva pensare positivo in questo periodo?
«Sicuramente il fatto di stare in un ambiente sereno. Mi mancava la palestra e ci sono tornata presto, anche solo per vedere le altre allenarsi. E poi tanto affetto che tutti mi hanno dimostrato, basta pensare che la mia compagna di squadra Federica Macrì mi ha dedicato l’oro ottenuto con la nazionale ai Giochi del Mediterraneo. Questa è l’atmosfera che si respira nella Ginnastica Italiana, cosa succede negli altri paesi non lo so.».

Adesso ormai è quasi tutto passato?
«Sono seguita ancora dal fisioterapista ma sto riprendendo a fare le stesse cose di prima. Ho recuperato per intero l’esercizio alle parallele, riesco quasi a completare quello alla trave e al corpo libero mentre il volteggio deve aspettare un po’ perché salti e atterraggi sono delicati per il mio ginocchio ma spero presto di tornare in forma, anche sull’attrezzo che mi ha regalato l’oro continentale. Il fisioterapista segue ancora con attenzione il mio recupero, controlla i movimenti del mio ginocchio e dei muscoli, riprende tutto con una videocamera e poi verifica dove ancora c’è qualcosa da sistemare».

Si guarda quindi positivamente al rientro ora?
«Tornerò a gareggiare in campionato ma spero di partecipare anche a qualche incontro di Coppa del Mondo. Il mio sogno però erano i Mondiali in Australia, li desideravo dall’inizio dello scorso anno. La prima volta che ho rimesso il costumino che avevo a Debrecen quando ho vinto il titolo è scesa una lacrimuccia, perché speravo di portarlo con me in Australia».

Cosa pensi di questi Mondiali?
«Mi sembrerà strano non esserci, è una gara importante per ogni ginnasta, ma guardo già alle gare future. Meglio non demoralizzarsi e non pensarci».
Li seguirai o preferisci non pensare proprio all’appuntamento mancato?
«Li seguirò sicuramente. Magari farò il giudice da casa, per divertirmi, sarà un modo per sentirmi lì, per partecipare. Ho tifato per le due italiane in gara, Monica e Daria. Insieme abbiano fatto diversi allenamenti collegiali. In verità conosco meglio Monica, abbiamo affrontato anche gli Europei assieme e le mando un grosso in bocca al lupo per la finale di venerdì. La guarderò senz’altro alla televisione sperando che porti a casa una medaglia!».

(Micol Brusaferro)