Rivera o Mazzola? Coppi o Bartali? La storia dello sport italiano è piena di dualismi. Mai, però, era accaduto prima nella artistica maschile che due ginnasti si contendessero una medaglia mondiale, per giunta agli anelli, dove un solo uomo, Jury Chechi, ha regnato per più di un decennio. Matteo Angioletti ed Andrea Coppolino si sfideranno, stasera alle 21.00 (diretta Rai Sport Satellite) nella finale di specialità del 39° Campionato del Mondo ed in questa sede, così autorevole, proveranno a sciogliere un dubbio che li tormenta da quasi un mese: chi è il più forte? Il 24 settembre scorso, infatti, i due anellisti hanno conquistato in ex aequo il titolo italiano, mettendo in crisi giurie e codici. Nessuno dei due ci stava a perdere, anche perché, entrambi brianzoli, gareggiavano nella palestra della propria società, quella Ginnastica Meda, che, insieme anche ad Igor Cassina, domina dal 2000 la nostra Serie A. Solo i cinesi Chen e Yang, che si sono qualificati, rispettivamente, con il primo ed il terzo personale, avranno le medesime motivazioni degli azzurri. Un bel vantaggio in una gara difficile, dove i migliori specialisti del pianeta si contenderanno il podio a colpi di rondini e croci, appesi a due cerchi del diametro interno di 18 cm e dallo spessore di 28 mm., a 2,57 metri da terra. Tra i due italiani, all’attrezzo, salirà per primo Andrea - classificatosi 7° nelle qualifiche di sabato scorso – dopo il bielorusso Ivan Ivankov ed il bulgaro, Jordan Jovtchev, vincitore nell’edizione di Anaheim 2003. Concluso l’esercizio di Coppolino, medaglia di bronzo a Volos negli ultimi Europei, toccherà ad Yibing Chen e poi ad Angioletti, entrato per ultimo nell’ottetto che conta. Per Matteo questa finale è già un trionfo. Specialista al volteggio, tanto da vincere, lo scorso anno gli Assoluti di Ancona e l’argento ai Giochi del Mediterraneo, il ginnasta di Monza si è operato a dicembre alla caviglia destra e durante la convalescenza, non potendo poggiare i piedi, si è allenato a lungo agli anelli. Sul castello Angelo, come lo chiamano i compagni di squadra, si è trovato talmente bene da arrivare alla finale mondiale di Aarhus davanti ad un altro grande anellista azzurro, Matteo Morandi, bronzo a Melbourne nel 2005, che però sta ancora pagando le modifiche apportate alla sua routine per l’introduzione, a gennaio, del nuovo Codice dei Punteggi. Anche negli Stati Uniti, tre anni addietro, l’Italia - che agli anelli ha una tradizione centenaria che parte da Francesco Martino, oro ai Giochi di Parigi nel ’24 fino all’ultimo indimenticabile bronzo di Chechi ad Atene – piazzò due ginnasti, parimerito, sul gradino basso del podio: Morandi di Vimercate e Coppolino, che, in realtà è nato a Como ma si sente ormai medese. Ora si gioca un altro derby. Ancora una volta tutto lombardo. Era accaduto anche in Grecia, ai campionati d’Europa di maggio. Lì Andrea guardò Matteo, giunto 5°, dall’alto dell’ultimo gradino del podio continentale. I due sono molto amici, ma la rivalità è un’altra cosa. A Meda, quando sul display della NGRi Arena comparirà il risultato di Angioletti, sarà un po’ meno importante attendere le successive prove di Alexander Safoshkin, del campione in carica Yuri Van Gelder e del secondo cinese Wei YANG. Anche se non arriva una medaglia sapremo chi è il nuovo “Signore degli Anelli”, almeno fino al prossimo duello. Intanto, il Tecnico della nazionale maschile, Maurizio Allievi, che è anche l’allenatore della società medese, si gusterà la gara dagli spalti. “Vedremo per chi suoneranno le campane di Meda” – dice, ma poi lui, come il resto d’Italia, a qualcosa in più di una leadership di campanile, sotto sotto, ci spera, eccome.