Dalle 14.00 alle 17.00 di domani è prevista la finale a squadre senior. L’Italia, qualificatasi ottava, partirà al cavallo con maniglie, in accoppiamento con la Romania. Igor Cassina è sereno e ci svela il clima all’interno del gruppo azzurro. “Oggi abbiamo fatto un allenamento leggero alle 16.00. E’ stata una giornata di scarico, utile soprattutto per parlare della gara di giovedì. Dopo un’attenta analisi delle interpretazioni delle giurie è stato deciso di cambiare qualcosa agli anelli. Angioletti per esempio non farà un movimento. Considerando i due punti persi in questa specialità, un volteggio sottotono, dove abbiamo commesso diversi errori, la caduta di Pozzo e il mio salto in meno alla sbarra, domani possiamo recuperare qualche posizione. A Stoccarda abbiamo dimostrato di essere una squadra capace di compattarsi nei momenti di difficoltà. Lì ci davano fuori dalla qualificazione olimpica, così come qui ci danno già per ottavi. Ma con la formula del tre su tre anche gli altri possono sbagliare. Faremo la corsa sulla Svizzera e sulla Francia, che a Losanna giocano entrambe in casa. Ci piace sballare i pronostici e deludere chi ci dà per spacciati. Dobbiamo dire, però, che per quanto sia importante il risultato di team, per noi lo sarà di più riprovare gli esercizi di punta in situazione di gara, in funzione, ovviamente delle olimpiadi. A Pechino non avremo obiettivamente la possibilità di rientrare tra le otto della finale di squadra e quindi il lavoro da portare avanti è quello individuale. I due anellisti e Busnari al cavallo con maniglie, visto che non hanno ulteriori possibilità, cercheranno domani di raccogliere ulteriori informazioni, sulle quali poi lavorare a casa e impostare la preparazione. Verranno a vedermi tanti amici. Qui ci sono già i miei genitori ma i miei cugini - Andrea e Laura, che hanno un bar vicino casa mia, a Meda, dove vado spesso a fare colazione e a studiare - hanno organizzato con mia sorella Mara un pullman di 30 persone. Saranno in curva a fare il tifo con tanto di striscioni personalizzati per ciascuno di noi. Per molti sarà la prima volta dal vivo in una competizione internazionale. Eravamo d’accordo che se non fossi entrato in finale alla sbarra avrebbero deviato per Livigno. Ora invece verranno a farci un gran tifo ”. Degli alfieri azzurri Enrico Pozzo sarà quello sottoposto allo sforzo maggiore, dovendo affrontare sei attrezzi sabato e la finale al corpo libero di domenica. Intanto l’alfiere di Biella si gode il 6° posto con un totale di 86.975, pari merito con lo svizzero Capelli, nella graduatoria virtuale del Concorso generale. Ad Amsterdam, lo scorso anno, Enrico finì 11° tra i 24 dell’All Around continentale. “Oggi non ho saltato perché il piede operato mi fa male. Obiettivamente non so come arriverò a dopodomani ma non posso certo tirarmi indietro. Devo stringere i denti. Può essere un buon test psicologico per imparare a far bene anche quando non sei al meglio. Alla sbarra riproverò l’elemento sbagliato in qualifica. Che mi riesca a casa conta poco, le verifiche si fanno in gara e queste sono occasioni uniche. Devo ancora valutare se aggiungere qualcosa al corpo libero. Deciderò nel warm up della finale se inserire un elemento che potrebbe aumentarmi di un paio di decimi la nota di partenza, dall’attuale 15.9 a 16.1”. Più che la delusione, tra i due Matteo è ancora molto forte l’incredulità. Sbagliare un esercizio fa parte del gioco ma far tutto bene e non vedersi riconosciuti elementi che fino alle ultime prove di Coppa del Mondo erano assolutamente normali e consolidati lascia un senso di smarrimento, come ci spiega Morandi: “In due giorni non è possibile smontare tutto. Domani, quindi, starò più attento, magari sostituirò un elemento orizzontale con una gran volta, rimettendoci un decimo. Poi a casa studieremo il problema a tavolino, per cercare di trovare un’esecuzione meno attaccabile. Certo, ora non ho il morale alle stelle. Mi sento confuso, non so se cambiare o sperare che l’interpretazione che hanno dato i Giudici di Losanna sia soltanto un’eccezione. Comunque, domani alzerò il braccio per la squadra e ce la metterò tutta”. Angioletti ha le idee più chiare e sembra convinto di voler cancellare, già nella prova di squadra, l’amaro di una mancata qualificazione azzurra agli anelli, proprio l’attrezzo nel quale abbiamo una gloriosa tradizione e due specialisti di livello assoluto e inconfutabile.“La giuria A mi ha contestato un’entrata che faccio fin dai tempi di Atene. Per il bene del gruppo ho deciso di cambiare, perdendo ben due decimi nella nota di partenza. Così almeno sono sicuro che se non faccio neppure un errore il 16.6 lo porto a casa. Diversamente, pur partendo da 18.8, rischio di finire al 15.075 delle qualifiche. Voglio dimostrare che avrei meritato di stare in finale, poi ci toglieremo anche qualche soddisfazione collettiva. Partiamo al cavallo, quindi gli anelli sono subito dopo. Voglio affrontare la gara in modo diverso. Al volteggio sarò certamente meno nervoso di ieri e porterò altri punti alla squadra. Non credo che sarà facile tenerci in fondo”.
Deluso, invece, è Alberto Busnari che sembra vittima di una maledizione da finale. Quando lui fa bene anche gli altri non sbagliano nulla, come ad Amsterdam che finì prima riserva. Quando invece il limite d’ingresso si abbassa ad un accessibile 14.900 l’aviere di Melzo sporca l’esercizio e resta a guardare. “A Cottbus in Coppa del Mondo, pur aprendo le gambe, avevo preso 15.00. Qui sarebbe bastato per giocarmela domenica. Nel complesso non è stato un brutto esercizio il mio. Ho commesso piccole imperfezioni, che da fuori non erano neppure percettibili. Ho recuperato diverse volte le spalle ma alla fine sono arrivato stanco e in uscita non sono andato in verticale. Un errore che ho pagato almeno 4 decimi e da 6.3 la mia nota è scesa a 5.9. Comunque stiamo tutti lavorando in funzione di Pechino, speriamo di sfatare lì la mia maledizione”.