Ci siamo sentite pioniere alla scoperta di un nuovo mondo, di un paese in rapidissima evoluzione. La capitale Astana ci ha accolte nel giorno del suo decimo compleanno in un contrasto di immagini: la parte nord modernissima, realizzata sul piano urbanistico del giapponese Kisho Kurokawa e la parte sud con 650 cantieri a cielo aperto e 1700 gru pronte a erigere palazzi e monumenti degni della più futurista delle città. Tutto intorno la steppa con il vento caldo e torrido in estate e con le tormente gelide in inverno: si va dai quaranta gradi sopra lo zero ai quaranta sotto. Per proteggere il “luogo dove si decide” (è questo il significato della parola Astana) dal famigerato vento della steppa sono stati previsti 40mila ettari di piante dentro e intorno la città. Nazarbayev, signore e padrone del Kazakistan, ha voluto progettare a tavolino una capitale come Astana per dimostrare che il suo paese è importante, tra le potenze energetiche più influenti al mondo. Nel suo territorio il petrolio sgorga sempre più copiosamente e le riserve sono enormi; l’economia tira, ma un vero sviluppo ancora non c’è. Serve tempo e gente giovane (l’età media della popolazione ad Astana è di 32 anni), motivata, che abbandoni i vecchi schemi di staliniana memoria. Con la Coppa del Mondo GR abbiamo inaugurato il nuovissimo palasport, che ancora sa di pittura fresca. E’ una struttura luminosissima, con la calotta centrale costruita in vetro a creare una simbiosi tra terra e cielo. Tutto ciò ha reso difficili le performance delle ginnaste perché la luce abbagliante ha complicato non poco le riprese degli attrezzi dai grandi lanci. Eppure il livello tecnico è rimasto altissimo con ginnaste come Kanaeva, neoeletta campionessa europea, che ha esaltato le bellezze architettoniche. Tutti i paesi sovietici si sono dati appuntamento rive del fiume Ishim: Russia, Bielorussia, Ucraina, Kyrgyzstan, Uzbekistan, Azerbajian, Georgia e altri limitrofi come Israele, Repubblica Ceca, Polonia. Solo Portogallo e Italia in rappresentanza dell’Occidente europeo e Giappone e Korea in rappresentanza del continente asiatico, assieme al Kazakistan, hanno osato tanto. La competizione si è trasformata in una revisione in chiave Pechino, una tappa di controllo della forma perché ormai il programma di gara non sarà più ritoccato. Delle 26 ginnaste partecipanti ben 10 saranno ai Giochi Olimpici. La beniamina di casa, Aliya Yussupova, ha mostrato una forma smagliante con prestazioni regolari che le sono valse un ambitissimo secondo posto. La regina della competizione è stata la elegante ed eterea Eugenia Kanaeva, raffinatissima nelle scelte tecniche e musicali. Oltre alla Russia e al Kazakistan si è messo in evidenza Israele con l’atletica Risenzon e la new entry Rivkin. Ucraina e Bielorussia hanno preferito lasciare a casa le loro punte Bessonova, Godunko e Zukova. La nostra Chiara Ianni (Armonia d’Abruzzo Chieti) nella “tana del leone”con la sua tecnica Germana Germani, ha collaudato un programma in parte rinnovato. La mancanza di appuntamenti agonistici vicini le ha consentito di esibire elementi nuovi, non ancora del tutto assimilati e di mettersi alla prova in un palcoscenico così emotivamente stimolante. Un ventesimo posto, per ora, può bastare.

(Lorella Saccuman)