“Sono contenta”. Non hai molte parole da spendere, piccola grande Betta! La gara si è appena conclusa e il fiato, dopo quattro attrezzi, è ancora corto. O forse l’emozione per la prima vera affermazione in campo internazionale, dopo quell’oro alla trave agli EYOF di Belgrado nel 2007, ti lascia di stucco. Piano piano, una firma qua, una foto di là, i complimenti del Presidente Agabio e quella medaglia al collo che comincia a starti più comoda, nonostante il caldo infernale del PalaUniverso, la favela torna, insieme al sorriso timido su un visetto d’angelo: “Sia io che Andrea, in qualifica, eravamo davanti alla Morel. Sapevamo che la sfida era tra noi tre e la greca Millousi per due posti, visto che la Dufournet sembrava predestinata all’oro. La gara è gara, però, i punteggi non si portano mai da casa. Ho sentito di avere l’argento in pugno dopo la trave. Le due francesi erano state brave e io ho dovuto tirar fuori il coniglio dal cilindro. Adesso mi riposo un po’, domani farò il tifo per Andrea e Paola, poi toccherà di nuovo a me. Se ci ho preso gusto? Non lavoriamo così tanto in palestra per poi perdere. Questi momenti ripagano di molti sacrifici, e non soltanto miei. Per questo voglio ringraziare i miei genitori, i miei nonni che ogni giorno mi portano avanti e indietro, tutti i miei allenatori e, naturalmente, la Società. La medaglia però la vorrei dedicare a Serena Licchetta, e sono sicura che arriverà un giorno che mi ricambierà”. Le compagne di nazionale, intorno alla Preziosa, scherzano e se l’abbracciano. Gigi Piliego e Claudia Ferrè sprizzano gioia e se lo meritano. Per ora hanno portato alla causa federale un paio d’argenti. Quello di oggi è il 71esimo nella storia delle nostre partecipazioni e segue di poco il secondo posto a squadre di ieri l’altro. E’ vero, ad Almeria, nelle stessa tipologia di sfide avevamo dominato, ma quella era una squadra esperta, con elementi del quadriennio precedente, impreziosita da due innesti, il cui valore si scoprirà di lì a poco, come Vanessa Ferrari e Federica Macrì. E’ giusto far festa, dunque, e non soltanto per la medaglia numero 197, la 4ª della Ginnastica azzurra a Pescara 2009. Oggi, infatti, è il compleanno di Emily Armi, classe 1993, una delle colonne di questo gruppo, una dei fantastici 4 che ha contribuito, lunedì, a conquistare la piazza d’onore del Concorso per Nazioni. Nel fare gli auguri, dunque, alla 16enne di Montevarchi, proviamo a scrutare nel cuore dell’unica leggermente accigliata, in questa mattinata di gioia e soddisfazione. “Un decimo di là, l’altro giorno – e con la mano a taglio l’Andrea La Spada si sfiora un fianco – un decimo e mezzo di qua, stamani”. E ripete lo stesso gesto dall’altra parte. E già, gli sono rimasti sullo stomaco, alla stellina di Pavia, quei punti persi, chissà dove, chissà come. “Al corpo libero mi hanno pagata pochissimo – continua, con il solito musetto simpatico – Se avessi preso quanto in qualifica avrei buttato giù dal podio quell’antipatica di Pauline. La giuria non mi ha riconosciuto la doppia piroetta in presa, facendo scendere il valore di partenza del mio esercizio. Poi sul doppio carpio ho tenuto le spalle un po’ basse. Comunque sono sciocchezze e la stessa piroetta in qualificazione gli è andata bene. Pazienza! Mi consolo con le due parallele. Visto che roba? Le altre mi hanno preso in giro. Dicono che il mondo cambia se anche Andrea La Spada si è imparata a lavorare sugli staggi. Significa che quando le gare sono tirate e la posta in gioco è alta riesco a fare ricorso a riserve tecniche sconosciute anche a me stessa. Speriamo di averne ancora per le prossime tre finali”.