Aspettando la finale All-around maschile, con Pozzo (88.650) e Morandi (87.950) al comando del turno di qualificazione, tornano alla mente i momenti più belli della cavalcata di ieri. Enrico e Matteo, insieme a Paolo Ottavi e Alberto Busnari, i quattro cavalieri dell’Aeronautica Militare, più Andrea Cingolani, lo scugnizzo di Macerata, sono riusciti a segnare i loro nomi nella lista speciale delle squadre azzurre vincenti ai Giochi del Mediterraneo. Dal gruppo del 1955, capitanato dall’attuale presidente federale, Riccardo Agabio - medaglia d’oro a Barcellona con Arrigo Carnoli, Guido Figone, Romano Neri, Orlando Polmonari, Angelo Vicardi, Littorio Sampietri e Luigi Zanetti – fino all’ultimo exploit, quello di Jury Chechi, Francesco Colombo, Giovanni D'innocenzo, Sergio Luini e Bruno Malaspina, a Bari 1997, la Maschile italiana aveva collezionato altre cinque vittorie (Napoli ‘63, Tunisi ‘67, Latakia ‘87, Atene 91 e Languedoc Roussillon 93). L’ottava gemma è arrivata così, tanto bella quanto inattesa. Eppure gli Italiani hanno praticamente dominato, guidando la classifica per tutta la competizione, dal secondo giro in poi, e contenendo la forza d’urto dell’ultimo disperato assalto francese al volteggio. “Ebbene si, la spada di Damocle dell’ultimo attrezzo ci pendeva sulla testa fin dall’inizio – racconta Andrea Sacchi – noi al cavallo con maniglie stanchi, loro pronti a volare su un altro cavallo, quello in fondo ai 25 metri. Eppure dopo l’errore di Ottavi, i tre veterani si sono tirati su le maniche e hanno messo il cappello su quel titolo che c’era sfuggito ad Almeria”. E’ anche vero che il vantaggio accumulato nelle precedenti cinque rotazioni era così ampio che sarebbe stato un delitto dilapidarlo. E il merito di quel vantaggio è di tutti e cinque, indistintamente. “Ci siamo messi l’uno al servizio degli altri come era già accaduto a Stoccarda, in occasione della qualificazione olimpica. – conferma Morandi, al quale hanno spostato l’esame per diventare Sergente ma non il matrimonio che lo attende proprio al termine di questi Giochi - Nelle occasioni che contano dimostriamo di avere gli attributi e allora questa Italia diventa indigesta per tutti, anche per formazioni, a gara fatta, più quotate della nostra. Io sono l’unico che aveva già vinto un oro in questa competizione, l’oro agli anelli del 2005. Ma quando vinci insieme ai tuoi compagni è molto più bello, aggiungeteci che siamo in Italia e voilà, la pacchia è servita. A proposito, il 15.800 agli anelli, che per ora mi qualifica con il punteggio migliore, è un buon riscontro del lavoro che sto portando avanti. Il mio programma, rispetto a Milano, è cambiato e sarà al 100%, credo, ai Mondiali di Londra. Ieri ho perso un po’ i piedi e ho fatto un passetto in uscita, quindi, sulla carta potrei ancora migliorare”. Nella finale di domani sera vedremo all’opera anche Ottavi, entrato negli otto con il 5° parziale. “Non hanno sbagliato nulla – grida euforico Maurizio Allievi, mentre riceve i complimenti al telefono dal presidente Agabio – Forse, ad essere pignoli, c’è stata qualche sbavatura di Matteo alla sbarra e di Paolo al cavallo, ma nella strategia iniziale avevamo già messo in conto che i loro punti non sarebbero entrati nel totale di squadra. Su 24 esercizi ne abbiamo indovinati 22, niente male! Merito di un’ottima preparazione in collegiale a Porto San Giorgio. L’innesto dei giovani è stato premiato. Oltre ad Ottavi e Cingolani, dietro ci sono Ticchi, principi, Tamiazzo e tanti altri. Il movimento alle spalle dei senatori cresce bene e grazie ai cosiddetti “vecchi”, che ancora rispondono così bene, riusciremo ad inserirli con la gradualità necessaria a non bruciare nessuno”. A proposito delle novità. Cingolani, dopo l’esperienza a Losanna con la rappresentativa giovanile, ha bagnato nell’oro l’esordio tra i senior. Se il buon giorno si vede dal mattino…”Dedico la medaglia alla mia ragazza – dice con un sorriso ancora non del tutto consapevole – Sono contento di aver dato il mio contributo ed ora mi aspetta la finale al volteggio”. Euforica anche l’altra new entry, anche se Ottavi, in verità, contribuì, non va dimenticato, a qualificare l’Italia per i Mondiali di Stoccarda, nelle lande danesi, in quella Aarhus resa celebre dalle imprese di Vanessa Ferrari. “Dedico l’oro all’Aeronautica Militare, che mi consente di allenarmi con continuità, e all’Abruzzo, così martoriato ma tanto accogliente. Non è stato facile. Prima di partire si era sparsa la voce che la Francia venisse a Pescara con un team completamente rinnovato. Invece ci siamo trovati di fronte i soliti big, a cominciare dal bronzo olimpico Benoit Caranobe”. La chiusura è per Alberto Busnari, che al terzo tentativo, dopo le esperienze di Tunisi 2001 e Almeria 2005, è riuscito finalmente a salire sul gradino più alto del podio mediterraneo. “Primo centro al terzo tentativo, c’ho meso 12 anni ma chi la dura la vince. Magari mi riesce al quarto di vincere pure una medaglia alle Olimpiadi. Scherzi a parte, abbiamo fatto un gran gara, mettendoci tutti al servizio della causa comune. Enrico non ha rischiato il Gaylord alla sbarra, io sono andato sul sicuro al cavallo, riuscendo, con 15.250, a guadagnarmi il secondo biglietto per la finale. Un altro Inno di Mameli, questa volta tutto per me, sarebbe la ciliegina sulla torta”. Nei prossimi due giorni, nelle finali di specialità, ricapitolando, vedremo in pedana, Pozzo al corpo libero, al cavallo con maniglie e sbarra, Busnari al cavallo con maniglie e parallele pari, Morandi agli anelli e alle parallele pari, Ottavi agli anelli e alla sbarra, Cingolani al volteggio. Dopo la competizione l’Italia, guidata dal capo missione Roberto Pentrella e dal DTN Fulvio Vailati, insieme al fisioterapista Salvatore Scintu, si è recata a Casa Italia, presso il Porto turistico di Marina di Pescara, per ricevere i complimenti del Presidente del CONI Gianni Petrucci e l’abbraccio di tanti tifosi e colleghi.