Ieri alle 16.30 le Farfalle della Squadra italiana di Ritmica hanno preso confidenza con la pedana di gara dell’Arena Armeec di Sofia. Le azzurre si sono alternate con le beniamine di casa, Sofia Ivanova, Kamelia Petrova, Rachel Stoyanov, Radina Tomova, Zhenina Trashlieva e Margarita Vasileva. Il team bulgaro si è totalmente rinnovato dopo i Giochi, ma in mixed zone le olimpioniche di Tokyo - Erika Zafirova, Laura Traets, Stefani Kiryakova e Madlen Radukanova (mancava solo Simona Dyankova) - sono corse incontro ad Alessia Maurelli e compagne, medaglia di bronzo in Giappone, per abbracciarle e scattarsi una foto insieme. Subito dopo la capitana, con Martina Centofanti, Agnese Duranti, Daniela Mogurean, Martina Santandrea e Laura Paris si sono concesse agli scatti di rito della FIG e alle interviste, con l’Olympic Channel e la tv nipponica in prima fila. La giornalista del Sol Levante ha chiesto alle nostre ragazze di fare un saluto in giapponese, anche se nei corridoi dell’impianto bulgaro comincia a circolare il nostro “Volate Farfalle”, che nella lingua locale si dice “letete Peperudi”. Le due prove, comunque, sono servite alle sei aviere dell’Aeronautica Militare per prendere le misure. L’esercizio con i tre nastri e le due palle è ormai iconico, con il suo omaggio alle altre discipline sportive. Particolarmente emozionante la coreografia dedicata alla pallavolo con Martina e Alessia che tengono i nastri come fossero la rete da volley e Dana che passa la palla ad Agnese. Il pensiero vola a Fefè De Giorgi e ai suoi ragazzi che hanno appena vinto il loro mondiale. Ma sono tante le citazioni uscite dalla mente immaginifica di Emanuela Maccarani, trasportate in due minuti e mezzo da brividi sulle note dei Two Steps From Hell, la produzione americana con base a Los Angeles, fondata nel 2006 da Thomas Bergersen e Nick Phoenix. Il mashup tra "Mercy in Darkness" e "Strength of a Thousand Men", due trace dell’album Archangel, porta lo spettatore indietro nel tempo, nel mondo dei Giochi Classici, e oltre lo spazio, in una dimensione del multiverso dove le Farfalle diventano Guerriere. Nei cinque cerchi, l’altro esercizio, che per uno scherzo del codice richiama implicitamente il logo del Cio e le atmosfere olimpiche, le cinque amazzoni si trasformano in regine del pop e come Michael Jackson gridano il loro “They don't care about us”. In realtà tutti qui si interessano a loro, perché sono indiscutibilmente di un’altra categoria, la squadra da battere. La Maurelli, classe 1996, è la più grande ed esperta dell’intero mondiale, e con Martina Centofanti può già vantare due partecipazioni olimpiche. Senza la Russia, Dina Averina, Linoy Ashram, Alina Harnasko e il quintetto d’oro della squadra bulgara, le nostre ragazze sono le uniche medagliate di Tokyo in gara nella 39esima rassegna iridata; per le più giovani delle vere e proprie star. Quando le incontrano bisbigliano indicandole, quasi avessero visto dal vivo i propri idoli adolescenziali. Forse per molte delle ginnaste in pedana sono state fonte di ispirazione e il motivo per il quale hanno iniziato a praticare la ritmica. Insomma le stelle più luminose in un firmamento di étoile, che però dovranno guardarsi le spalle dalle legittime pretese altrui per i troni vaganti. Alle Farfalle non manca nulla, sono solide e rodate, donne nel pieno della loro consapevolezza femminile, che per certi aspetti e per presenza scenica ricordano il dream team delle due Elise, Santoni e Blanchi, le uniche per ora ad aver partecipato a tre Olimpiadi di squadra. Che quando entravano loro in pedana, da Miè a Mosca, da Montpellier a Londra, calava il silenzio!