Monaco di Baviera, ultima frontiera. La squadra italiana è arrivata lì dove nessun ginnasta era mai giunto prima. Sul podio continentale maschile, insieme alla Gran Bretagna, che succede all'Ucraina vincitrice a Mersin nel 2020, e alla Turchia: due superpotenze super favorite della vigilia. Gli azzurri si mettono in mezzo, tra i due litiganti, davanti ai turchi che li avevano battuti ad Orano, ai Giochi del Mediterraneo. La rappresentativa FGI, così, si presenterà ai Mondiali di Liverpool a fine ottobre, nella rassegna iridata qualificante per Parigi 2024, da vice campioni d’Europa in carica. È lontanissimo il 2019, Stoccarda, la Germania delle lacrime, e quell’amaro tredicesimo posto, ad una manciata di decimi dalla qualificazione olimpica. La Federazione Ginnastica d’Italia si rivela il paese leader dei grandi attrezzi, centrando, a livello di gruppo, tre ori e un argento, su quattro concorsi per team, tra junior e senior, maschile e femminile. “Ci credevano in pochi prima di partire e noi eravamo tra quelli – dichiara Nicola Bartolini, il top player di un quintetto di supermen – Abbiamo visto uno spiraglio di luce che poteva diventare un raggio di sole e l’abbiamo inseguito dalla prima all’ultima rotazione”. La sinfonia ginnica guidata dal DTN Giuseppe Cocciaro, con i tecnici Paolo Pedrotti e Sergio Kasperskyy a bordo pedana, Alberto Busnari e Marco Fortuna in tribuna, insieme al capodelegazione Vittorio Massucchi e alla squadra giovanile, ha messo a segno diciotto esercizi su diciotto senza cadute, dimostrando una solidità impressionante. Il 247.494 e di un solo punto inferiore al 248.494 delle qualifiche, con la differenza che la formula della finale prevedeva soltanto tre atleti (anziché quattro) sull’attrezzo e nessuna chance di scartare il punteggio peggiore. Bastava un grosso errore per decidere l’Europeo. E non c’è stato, malgrado due esordienti a livello continentale e un gruppo molto giovane e ancora inesperto, eccetto Bartolini e Cingolani. “Abbiamo cavalcato l’onda – prosegue il sardo della Pro Patria Bustese – malgrado i tanti problemi, gli stop di Niccolò Mozzato, Salvatore Maresca, Ludovico Edalli e l’ultimo, a pochi giorni dal via, di Marco Lodadio. Lo staff tecnico ha fatto le scelte giuste ma questo risultato è merito di tutti, anche di chi è rimasto a casa. Noi siamo stati bravi a reggere con la testa”. La cavalcata azzurra è stata aperta proprio al cavallo da Matteo Levantesi e chiusa al corpo libero da Nicola, i due finalisti senior che domani pomeriggio potrebbero ulteriormente incrementare il medagliere italiano in Baviera. Fuori piove a dirotto sull’Olympiapark ma nell’Olympiahalle sull’Italia grandinano medaglie. Contando anche quelle dell’Italdonne di Casella il bottino sale a sedici piazzamenti, qualcosa di mai visto. “Non ho fatto un grande esercizio oggi al corpo libero – commenta Bartolini che ha chiuso con un 14.433, a 66 millesimi dal 14.500 che lo vede in testa alle ammissioni dell’attrezzo – perché la tensione era tanta, avevo la responsabilità dell’ultima salita, quella decisiva, e penso si sia visto dall’esultanza, quando sono esploso per l’adrenalina”. Dove l’abbiamo vinta? Risponde Lorenzo Casali, il talento della Giovanile Ancona che all’attivo nella sua carriera aveva soltanto l’Europeo individuale di Basilea 2021 e, quindi, era alla prima esperienza continentale di gruppo. “L’abbiamo vinta dal primo esercizio al cavallo, perché siamo rimasti uniti. Quello è un attrezzo tosto ed esserne usciti indenni ci ha molto caricati. Dietro c’è un lavoro enorme, iniziato dopo la bella prestazione in Algeria. A Milano, in collegiale all’Accademia Internazionale di via Ovada, avevamo messo in fila una serie di test molto positivi. Conoscevamo il nostro valore, meno quello degli altri”.Oggi ho cercato di dare il mio apporto – aggiunge Levantesi, l’alfiere della Virtus Pasqualetti, che è un po’ la spina dorsale del gruppo, insieme a Bartolini e Casali, gli altri due generalisti – soprattutto al cavallo che in qualifica non era andato così bene. Alle parallele continuo a sentirmi in palla, domani si vedrà”.Ho cercato la concentrazione dentro di me – confessa Yumin Abbadini, la promessa della Pro Carate, classe 2001 – e negli occhi dei miei compagni. Sono riuscito a tirare fuori il meglio. Al cavallo con maniglie, per il bene della squadra, ho tolto il Busnari, con il vero Busnari sugli spalti. Ma lui non si è offeso, anzi è stato proprio Alberto a consigliarmelo ed io ascolto sempre quello che dice un quattro volte olimpico. A parte gli scherzi, eravamo tutti d’accordo di andare sul sicuro ed è stata una scelta che ha pagato”. “Siamo rimasti uniti fino alla fine – conclude Andrea Cingolani, aviere dell’Aeronautica Militare, un po’ rabbuiato per il sul anello al di sotto delle aspettative – Quando ero sul castello, durante il mio esercizio c’era un tedesco al cavallo che deve aver fatto bene e i novemila sugli spalti sono esplosi in un boato che mi ha distratto sulla salita della verticale. Ho recuperato quello che potevo e sono riuscito a concludere per dare al gruppo un punteggio utile”. La delegazione italiana si sta recando a "Casa Italia Collection" per i festeggiamenti di rito. Nella splendida avventura europea multidisciplinare italiana la Ginnastica Artistica ha vinto più di tutti e dopo i fasti delle donne può gridare che anche la Maschile c’è! L'ultimo pensiero dei ragazzi però è speciale. La dedica è da brividi. Come l'Italdonne anche i ragazzi ci tengono a dedicare l'argento ad Anna Claudia Cartoni, la tecnica, la giudice, la dipendente federale, l'amica, ma soprattutto la grande appassionata scomparsa nell'incidente nautico del Giglio. 

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