L’avevamo lasciata sulla pedana di Montreal, in Canada, mentre la portavano fuori a braccia, dopo l’ennesimo infortunio al tendine d’Achille della sua lunga e frastagliata carriera. Qualcuno l’aveva già definita l’ultima apparizione ufficiale di Vanessa Ferrari, bollando il cannibale di Orzinuovi come al capolinea. E invece la campionessa di Aarhus sembra la personificazione di quella canzone di Vasco Rossi: Eh già. Sembrava la fine del mondo. Ma sono ancora qua. Ci vuole abilità. Eh, già. Altroché, ci vuole tenacia e una professionalità fuori dal comune se con ventotto primavere sulle spalle si vuole provare a conquistare la quarta partecipazione olimpica, come mai nessuno prima, nella Femminile, in Italia. Il cammino, tutt’altro che semplice, inizia dall’altra parte del pianeta, a Melbourne. Lì dove, nella rassegna iridata del 2005, Matteo Morandi vinse uno dei suoi quattro bronzi FIG e Vany non poté andare perché ancora juniores. C’erano Daria Sarkhosh e Monica Bergamelli, ma la Ferrari aveva già prenotato il giro successivo, in Danimarca, spaventando l’ambiente internazionale ai Giochi del Mediterraneo di Almeria. Ora la coppia che dal 21 al 24 febbraio salterà in Oceania è composta dal caporal maggiore dell’Esercito Italiano e dal suo commilitone, Martina Rizzelli. Le ginnaste di scuola brixiana saranno accompagnate dalla tecnica Anna Samadello e dall’ufficiale di gara Carmen Basla. Il percorso di ammissione a Tokyo 2020 è tutt’altro che semplice ma lascia aperta una speranza per tutti gli specialisti e a quegli atleti che, per sopraggiunti limiti d’età, non riescono più a coprire l’All-Around. Ne guadagna certamente lo spettacolo e la disciplina in longevità. La formula, che abbiamo ampiamente descritto nel n.1/2018 de Il Ginnasta, prevede un percorso “parallelo” – consentiteci il gioco di parole – tra la squadra, composta da quattro elementi e impegnata ai Mondiali di Stoccarda – e le individualiste, a caccia di un pass a cinque cerchi nel circuito della World Cup. L’Hissense Arena avrà dunque l’onore di vedere all’opera quella che, nell’anno di celebrazione del 150° della FGI, può essere definita, senza dubbio, la più grande ginnasta italiana di sempre. Il suo tentativo di strappare la carta CIO per il Giappone, dopo i due quarti posti consecutivi a Londra e Rio de Janeiro, entrambi al corpo libero, ha qualcosa di romanzesco. Una storia di sport che ha fatto e continua a fare storia. “Il viaggio è massacrante – ha commentato il DTN GAf Enrico Casella – Melbourne non è proprio dietro l’angolo. Vediamo come ci arriva, manca ancora quasi un mese di preparazione. Valuteremo sul posto come reagisce il tendine alle pedane dure. Ad ogni modo, dovrebbe presentarsi con un contenuto tecnico a trave e corpo libero non ancora completo, ma comunque competitivo. Vanessa non gareggia mai solo per partecipare, lo sapete. La Rizzelli, che già aveva accumulato punti a Cottbus, insieme a Lara Mori, farà la parallela asimmetrica”.Insomma le Ferrari Stories to be continued!