Dentro o fuori, questione di centimetri. E poi si dice che nella Ginnastica non ci siano misure, soltanto giudizi. Se il nastro delle Farfalle azzurre non fosse volato al di là della linea, fuori pedana, senza quei due decimi di penalità, sarebbe stato argento. Sono soltanto 50, infatti, i millesimi che separano l’Italia tre volte iridata della Ginnastica Ritmica dalla piccola Bielorussia (Maryna Hancharova, Anastasiya Ivankova, Nataliya Leshchyk, Aliaksandra Narkevich, Kseniya Sankovich e Alina Tumilovich), seconda sul podio di Olimpia (55.500 contro 55.450). Mezzo decimo di punto racchiuso in due, massimo tre secondi di blackout all’interno di una composizione da 2 minuti e 29”, semplicemente perfetta. Ripetuta due volte, per giunta, come per le 5 palle, nei quattro giorni londinesi, sempre a manetta, da applausi. Numeri, soltanto numeri. Niente a che vedere con il nodo portato dalla Russia con enorme disinvoltura, per carità, lungo gran parte della propria routine, nonostante l’incipit di Amy Jackson intitolato, ironia della sorte, Let it loose, lascialo sciolto! “Un altro sport”, così avevano definito l’esecuzione montata sul Guglielmo Tell i giornalisti italiani, confrontandola con quelle delle rivali. “E’ tutta un’altra cosa, dinamica, avvincente, ripiena di rischi, scambi, collegamenti, in un unicum coreografico che fa di un insieme di elementi ginnici un film, una vera e propria storia”. Giornalisti che mai prima di allora avevano assistito ad una gara di Ritmica, con le biro puntate alla solita critica gratuita (spesso maschera d’incompetenza) e, invece, folgorati sulle vie di Rho dalle fantastiche figure di madam Maccarani. “Il Codice purtroppo non premia il nostro lavoro sull’Artistico – aveva profetizzato Emanuela – Di questo passo anche noi che abbiamo fatto scuola in questi anni sulla nota A, dovremo rivedere i nostri programmi, allineandoci a quanto (molto poco, ndr.) fanno le altre”. Un appiattimento verso il basso, legittimato dalla semplicità bielorussa, strapagata. “Adesso cambieremo formazione ricominciando daccapo – continua la Maccarani – con le 10 clavette da una parte, le 3 palle e i 2 nastri dall’altra. Tutto dipenderà da come le giurie interpreteranno il nostro lavoro”. La giuria, appunto. Quella neutrale, Oltremanica, salvo qualche licenza, ha restituito a questo sport il brivido dell’incertezza. Al punto da chiedersi perché ora tornare alla vecchia, quella dei pesi e contrappesi a tavolino? Al contrario, ciò che abbiamo visto dieci giorni fa apparteneva più alla sfera dell’imponderabile e la gente si è divertita. Sliding Doors, destini incrociati, proprio come accade quattro anni or sono ad Igor Cassina, in verticale sulla sbarra di Pechino, diviso tra il lato giusto, il lato del bronzo, e quello sbagliato, dell’errore e del quarto posto che fu. Così la bacchetta azzurra, caduta in pedana, che adagia il corpo del nastro al di qua della linea rossa, determina oggi una realtà forse distorta, parallela, tuttavia credibile. Il gruppo più forte del quadriennio scende di un gradino, accontentandosi, a malincuore, di un piazzamento che arriva malgrado l’errore. Un gruppo più forte di tutto, anche di un Saturno contrario e capace di prendersi una medaglia che vale il doppio, attesa dal 2008. Peccato per quei sei giganti, eroiche colonne ammantate nel cupo stile di Armani, che spiccavano come un cazzotto in un occhio, sul gradino più basso del podio di Wembley. Le facce contrite, il sorriso di circostanza dell’uomo saggio di Francesco Bacone, quello che crea più occasioni di quante ne trovi. Perché le due Elise, pronte, probabilmente a lasciare il posto ad altrettante Camille (Bini e Patriarca), a Chiara Ianni e alla Galtarossa - ma soprattutto Anzhelika, l’angelo vendicatore - avevano sotto le unghie ancora il legno cinese, grattato per quattro lunghi anni in attesa di questo benedetto 12 agosto. La seconda chance se l’erano sudata. Altro che, con tutto il rispetto, il 28.700 di Anastasia Bliznyuk, Uliana Donskova, Ksenia Dudkina, Alina Makarenko, Anastasia Nazarenko, le ginnaste che con Karolina Sevastyanova porteranno alla Madre Russia il quarto oro olimpico consecutivo in altrettante edizioni. Un 28.700 conquistato alle 5 palle, alla prima uscita, apparso eccessivo, purtroppo sproporzionato. E che di fatto ha ammazzato la finale, lasciando alle avversarie il compito di spartirsi le altre sette posizioni. L’unica nota stonata, in quanto per il resto vigeva la regola del chi sbaglia paga! Le Farfalle, all’inseguimento perpetuo, si migliorano di qualche millesimo nell’attrezzo singolo e poi cedono nel doppio, quando ancora risuonava nell’impianto britannico il ritmo di “yo soy candela”, pop latino di Noelia, mischiato con il blues di “At Last” in un minestrone, diciamolo, a dir poco stonato. “Siamo felicissime – taglia corto la capitana in zona mista, davanti ad un plotone di testate, inusuale per i piccoli attrezzi – Una medaglia olimpica è comunque meravigliosa. Adesso vacanze per tutti, andiamo a Lloret de Mar, insieme in Costa Brava, a smaltire la tensione. E’ chiaro che ci abbiamo provato, sperato, però ricordavamo anche molto bene la rabbia provata sulle sedie di Pechino, a mani vuote. Quindi il colore non importa, festeggiamo è basta questa medaglia”. La seconda per lei e la Blanchi, dopo l’argento di Atene. Due monumenti di longevità, 24enni con tre Olimpiadi alle spalle, un record nei gruppi. Santoni, la tigre, e la Blanche, quella che salta nei cerchi, icona di un libro che narra le gesta di “Questa Squadra”, composta pure da Angie, Romina Laurito, Marta Pagnini e Andreea Stefanescu. Un gruppo forse irripetibile, chi lo sa. Un ciclo che, indubbiamente si chiude, proprio con l’addio delle due atlete romane. Due lustri nella fucina di Desio, dal 2002 al 2012, per scrivere pagine indelebili che hanno reso la Ritmica la Sezione più partecipata tra quelle olimpiche della Federginnastica. Un vero e proprio miracolo che ha reso la cenerentola azzurra una principessa, corteggiata da sponsor del calibro di Giovanni Rana e della Edison, al punto che qualcuno, scherzando, si chiedeva dove fosse il barbuto Castrogiovanni. Un miracolo si fa per dire, perché se dal 6° posto di Sydney riesci, per oltre dieci anni, a stare sempre sul podio non è certo per un intervento divino. Questo risultato, invece, ha nomi e cognomi. Emanuela Maccarani, ormai, è più che altro un marchio di fabbrica, riconosciuto in tutto il mondo. Con lei le assistenti Valentina Rovetta e Klarita Kodra, il fisioterapista Nicola Appella e, dietro le quinte, a forgiare il metallo del futuro, Francesca Pasinetti. A coordinare, invece, un orologio perfetto, che, non dimentichiamolo, contempla il meccanismo convergente delle individualiste - rappresentato a Londra dalla super Cantaluppi (e dalla mamma Kristina Ghiurova, oro alla fune ai Mondiali del 1979) – c’è sempre stata la prof.ssa Marina Piazza, Direttrice Tecnica Nazionale. Capace di instaurare con Emanuela un rapporto di reciproca collaborazione, fondato sulla stima e su una rispettosa divisione dei compiti, la DTN può oggi fregiarsi di una quantità incredibile di successi. Sempre fianco a fianco delle sue Farfalle, disponibile e sorridente, ma anche arguta e scaltra nel tessere, insieme a Daniela Delle Chiaie quella rete di relazioni internazionali a scudo dello strapotere dell’Est, la tecnica di Firenze è a tutti gli effetti coprotagonista dei 25 ori, 42 argenti e 29 bronzi conquistati dai mondiali di Budapest del 2003 ai Giochi di Londra. 96 medaglie (ma altri ne contano 100), tra Coppe del Mondo (compresi i podi del Completo, in realtà riconosciuti dalla FIG da pochi anni), Europei (ricordate i due bronzi di Riesa? L’inizio di tutto), Mondiali (splendono i tre consecutivi di Miè, Mosca e Montpellier, ma quanto contò quello di Baku 2005 con i 3 cerchi e le 4 clavette!), Test Event ed Olimpiadi (con il piatto che piange solo a Pechino). 96 medaglie, un’enormità, probabilmente ineguagliabile per il breve tempo nel quale sono state conseguite, ed appuntate sul petto della professoressa Piazza e del suo staff vincente. Appuntate, in verità, anche sulla giacca di un uomo, Riccardo Agabio, che non solo scelse le persone giuste, aprendo il CTF di Desio, ma che, pur venendo dall’Artistica (ginnasta nazionale nella Maschile e poi allenatore nella Femminile) puntò, ancor prima di diventare Presidente il 17 dicembre del 2000, a sviluppare i settori emergenti della Federazione (vedi anche l’Aerobica e la Ginnastica Generale), senza però trascurare mai il nucleo storico dei grandi attrezzi, realizzando un’opera compiuta, possiamo davvero dirlo, a 360°. Lo dimostra l’ultimo bronzo di Morandi agli anelli, sul solco della tradizione, ma potremmo citare inediti come l’oro mondiale della Ferrari ad Aarhus, quello olimpico di Cassina alla sbarra di Atene, il titolo continentale di Vanessa ad Amsterdam e della squadra a Volos, i piazzamenti europei nel volteggio e alla trave, per non parlare dell’astro nascente Enus Mariani, unica leader di un all-around juniores, lo scorso maggio a Bruxelles. Con il Presidente e la Direttrice Tecnica c’era anche il nuovo Segretario Generale, Roberto Pentrella (che all’esordio da Capogruppo vince quasi quanto il suo predecessore, Michele Maffei) e in veste di supporter e portafortuna, il Vice Presidente Matildio Paccotti e il consigliere federale Roberto Settimi, in mezzo alla solita entusiasta torcida tricolore.


 

ALBO D’ORO SQUADRA DI RITMICA

 

ORO

(3cerchi e 4 clavette) – MONDIALI – Baku 2005

(3cerchi e 4 clavette) – WORLD CUP – Dussendorf 2005

(5 nastri) – WORLD CUP – Dussendorf 2005

(completo) – WORLD CUP – S.Pietroburgo 2007

(completo) – WORLD CUP – Genova 2007

(completo) – WORLD CUP – Kiev 2008

(5 funi) – EUROPEI – Torino 2008

(3nastrie/2 funi) – WORLD CUP - Pesaro 2009

(5cerchi) – WORLD CUP - Pesaro 2009

(completo) – WORLD CUP – Pesaro 2009

(3nastrie/2 funi) – MONDIALI – Miè 2009  

(completo) – MONDIALI – Miè 2009

(3nastrie/2 funi) – WORLD CUP - Portimao 2010

(5cerchi) – WORLD CUP - Kalamata 2010

(completo) – WORLD CUP – Kalamata 2010

(3nastrie/2 funi) – WORLD CUP – Pesaro 2010

(5cerchi) – WORLD CUP - Pesaro 2010

(completo) – WORLD CUP – Pesaro 2010

(completo) – MONDIALI – Mosca 2010

(5 palle) – WORLD CUP - Pesaro 2011

(completo) – WORLD CUP – Kiev 2011

(3nastrie/2 cerchi) – WORLD CUP – Kiev 2011

(completo) – MONDIALI – Montpellier 2011

(completo) – WORLD CUP – Kiev 2012

(3nastrie/2 cerchi) – WORLD CUP - Pesaro 2012

 

ARGENTO

(completo) – Giochi Olimpici –Atene 2004

(completo) – MONDIALI – Baku 2005

(5 nastri) – MONDIALI – Baku 2005

(3cerchi e 4 clavette) – WORLD CUP – Baku 2005

(5 nastri) – WORLD CUP – Baku 2005

(5 nastri) – WORLD CUP – Genova 2006

(completo) – EUROPEI – Mosca 2006

(3cerchi e 4 clavette) – EUROPEI – Mosca 2006

(3cerchi e 4 clavette) – WORLD CUP – Tel Aviv 2007

(5 funi) – WORLD CUP – S.Pietroburgo 2007

(3cerchi e 4 clavette) – WORLD CUP – Genova 2007

(5 funi) – WORLD CUP – Genova 2007

(3cerchi e 4 clavette) – MONDIALE – Patrasso 2007

(5 funi) – MONDIALE – Patrasso2007

(Completo) – MONDIALE – Patrasso 2007

(Completo) – PREOLIMPICA – Pechino 2007

(3cerchi e 4 clavette) – WORLD CUP – Kiev 2008

(5 funi) – WORLD CUP – Minsk 2008

(3cerchi e 4 clavette) –– EUROPEI – Torino 2008

(3nastrie/2 funi) – WORLD CUP – S. Pietroburgo 2009

(5cerchi) – WORLD CUP – S. Pietroburgo 2009

(5cerchi) – WORLD CUP – Minsk 2009

(completo) – WORLD CUP – Minsk 2009

(5cerchi) – MONDIALI – Miè 2009

(3nastrie/2 funi) – WORLD CUP – Kalamata 2010

(5cerchi) – WORLD CUP – Portimao 2010

(completo) – WORLD CUP - Portimao 2010

(concorso generale) – EUROPEI – Brema 2010

(3nastrie/2 funi) – EUROPEI – Brema 2010

(5cerchi) – MONDIALI – Mosca 2010

(3nastrie/2 funi) – MONDIALI – Mosca 2010

(completo) – WORLD CUP – Pesaro 2011

(completo) – WORLD CUP – Portimao 2011

(3nastrie/2 cerchi) – WORLD CUP – Portimao 2011

(5 palle) – WORLD CUP - Kiev 2011

(3nastrie/2 cerchi) – WORLD CUP – Sofia 2011

(5 palle) – MONDIALI - Montpellier 2011

(3nastrie/2 cerchi) – MONDIALI – Montpellier 2011

(completo) – WORLD CUP – Pesaro 2012

(completo) – WORLD CUP – Sofia 2012

(3nastrie/2 cerchi) – WORLD CUP – Sofia 2012

(5 palle) – WORLD CUP – Sofia 2012

 

BRONZO

(2 palle e 3 cerchi) – Mondiali - Budapest 2003

(5 nastri) – Mondiali - Budapest 2003

(completo) – Europei - Riesa 2003

(2 palle e 3 cerchi) – Europei - Riesa 2003

(completo) – WORLD CUP - Russia 2004

(completo) – WORLD CUP - Duisburg 2004

(5 nastri) – WORLD CUP – Baku 2005

(5 nastri) – WORLD CUP – Nizhny Novgorod 2005

(3cerchi e 4 clavette) – WORLD CUP – Nizhny Novgorod 2005

(completo) – WORLD CUP – Nizhny Novgorod 2005

(5 nastri) – EUROPEI – Mosca 2006

(5 nastri) – FINALE WORLD CUP – Miè (Giappone) 2006

(completo) – WORLD CUP – Portimao 2008

(3cerchi e 4 clavette) – WORLD CUP – Minsk 2008

(completo) – WORLD CUP – Minsk 2008

(completo) – EUROPEI – Torino 2008

(completo) – WORLD CUP – S. Pietroburgo 2009

(3nastri/2 funi) – WORLD CUP – Minsk 2009

(5cerchi) – EUROPEI – Brema 2010

(3nastrie/2 cerchi) – WORLD CUP – Pesaro 2011

(5 palle) – WORLD CUP - Portimao 2011

(5 palle) – WORLD CUP – Pesaro 2012

(5 palle) – WORLD CUP – Kiev 2012

(3nastrie/2 cerchi) – WORLD CUP – Kiev 2012

(concorso generale) – EUROPEI – Nizhny Novgorod 2012

(3nastrie/2 cerchi) – EUROPEI – Nizhny Novgorod 2012

(5 palle) – WORLD CUP – Minsk 2012

(3nastrie/2 cerchi) – WORLD CUP – Minsk 2012

(completo) – Giochi Olimpici –Londra 2012