(dal Corriere della Sera, cronaca di Roma, di lunedì 24 novembre 2003)
In comune non hanno solo il nome di battesimo, i natali romani e il sorriso luminoso. Ma anche una scelta di vita, un tratto di strada ed un obiettivo finale. Elisa Santoni ed Elisa Bianchi, nata e cresciuta a Labaro la prima, a Lariano la seconda, sono la spina dorsale della squadra azzurra di ginnastica ritmica che, dopo il bronzo mondiale a Budapest, coltiva solide certezze e non semplici sogni di prammatica per i prossimi Giochi olimpici di Atene 2004. Ed ora che il traguardo è vicino, e dalla semplice importanza di partecipare si è passati alla prospettiva di giocarsela con le nazioni più forti, si capisce di non aver sbagliato nulla. Anche nelle decisioni più sofferte.
Come la scelta di lasciare, a 14 anni, casa, amici ed abitudini per trasferirsi a Desio, profondo Nord e vivere al centro tecnico federale. Tornano a Roma solo per le feste. Come dei coscritti. «Non esageriamo», si schermiscono le due che si considerano ormai sorelle. «Abbiamo scelto noi ed i genitori ci hanno supportato. Certo, all'inizio è stato difficile». Studiano con insegnati privati, che il pomeriggio, dopo i masscranti allenamenti mattutini, fanno loro lezione. Frequentano entrambe il 3° anno del liceo scientifico. «Quando mi riaffaccio nella mia scuola di Roma, sono sempre avanti con il programma», scherza la Santoni. Sorride anche la Bianchi quando ripensa all'approccio con la disciplina. «Avevo 4 anni, dovevo fare ginnastica artistica, ma mamma ha confuso gli orari e mi ha portato a ritmica».
Così è la vita. E così si ritrovano tra le sei prescelte (cinque in ognuno dei due esercizi) dalla bravissima allenatrice, la lombarda Emanuela Maccarani. «È una sorella maggiore. Con lei ci confidiamo, ci sfoghiamo e ci abbracciamo dopo le vittorie».

Roberto Stracca