Quinta giornata consecutiva sul podio per l’Italia agli 11esimi Campionati Europei di Ginnastica Artistica. L’agente delle Fiamme Oro della Polizia di Stato Lorenzo Minh Casali, ammesso con il punteggio più alto in qualifica, 14.433, mette un piede fuori pedana e non stoppa gli arrivi delle diagonali acrobatiche, malgrado ciò riesce a conquistare la medaglia di bronzo con il personale di 13.966. Il ventiduenne di Hanoi, allenato da Marco Fortuna, è il quinto ginnasta italiano a partecipare ad una premiazione continentale in questa specialità, prima di lui c’erano riusciti solo Franco Menichelli, Jury Chechi, Andrea Cingolani e Nicola Bartolini. Il titolo rimane al britannico Luke Whitehouse, oro anche a Rimini 2024, che con un 14.500 si lascia alle spalle il connazionale Harry Hepworth, argento con 14.366. L’olimpionico israeliano Artem Dolgopyat, secondo in qualifica dietro al marchigiano di origini vietnamite, cade sulla combinazione con il doppio salto avanti e finisce nelle retrovie. "E’ il mio terzo bronzo europeo in Germania – ha commentato Casali in zona mista – il primo l’ho vinto con il resto della squadra, il secondo con Manila Esposito nella coppia mista. Questo è tutto mio e ne sono davvero orgoglioso perché testimonia il mio impegno e il lavoro che faccio tutti i giorni in palestra”. “Sono molto soddisfatto – ha aggiunto il responsabile del centro nazionale di Fermo - Questo risultato ha radici lontane, lo abbiamo costruito con l’obiettivo di ottenere risultati importanti. Lorenzo ha le caratteristiche dello specialista al corpo libero, ne ha fatti tre buoni in pochi giorni, ha voglia di migliorare, quindi credo che il successo di oggi sia soltanto l’inizio”.

Giusto il tempo per assistere alla final eight del volteggio donne - vinta dall’idolo di casa, la tedesca Karina Schoenmaier, con la media sui due salti di 13.983, vanamente inseguita dalla bulgara Valentina Georgieva, seconda con 13.900, e dalla belga Lisa Vaelen, in terza posizione con 13.666 – e si torna in pedana con altri due azzurri. In scena va l’ottetto dei cavallisti e ad aprire è proprio il nostro Gabriele Targhetta. Il diciannovenne brianzolo, all’esordio in campo europeo, conquista subito un altro bronzo con il personale di 14.400. Purtroppo le gambe leggermente divaricate sui mulinelli e una piccola imprecisione nell’uscita, che nel codice dei punteggi porta il suo nome – si tratta di un Bertoncelj alla verticale con 360° in rotazione e spostamento di tre terzi, difficoltà F – non consentono al talento della Spes Mestre, cresciuto alla corte di Gianmatteo Centazzo, né di insidiare i temibili rivali armeni, né di difendere la piazza d’onore del Q1. Troppo forti, stavolta, Hamlet Manukyan e Mamikon Khachatryan che si giocano la corona dell’irlandese Rhys Mc Clenaghan, in un derby di millesimi, con il primo che prevale con 14.766, contro il 14.733 del secondo. Vista la giovane età dei tre contendenti, la sensazione è che le maniglie che contano in futuro passeranno dalle loro sei mani. Ai piedi del podio l’albanese Matvei Petrov, classe 1990, che per preparare l’attrezzo ha chiesto l’aiuto di Alberto Busnari, con il quale si misurava nei grandi eventi di fine e inizio millennio e del quale ha eseguito il celebre movimento: la rotazione di 360 gradi con spostamento da una parte all'altra del cavallo, partendo da uno Stöckli alla verticale per riprendere poi con i mulinelli Thomas. Bravo anche l’altro italiano, seguito sempre da Abe – come chiamano il tecnico di Melzo nell’ambiente – l’aviere dell’Aeronautica Militare Yumin Abbadini. Il ventiquattrenne di Bergamo ha completato un’ottima routine, meritandosi un 14.166 di tutto rispetto, visto il valore degli altri finalisti, e la sesta piazza. “Sono felicissimo – ha dichiarato Gabriele a caldo – anche se potevo fare meglio. Sono riuscito a recuperare bene e mi servirà per le prossime esperienze. Dagli armeni c’è molto da imparare, sono precisissimi, e quindi darò il massimo per cercare di batterli”. Prima di lui solo Busnari era riuscito a salire sul podio d’Europa del cavallo con maniglie, vincendo l’argento a Lubiana 2004 e il bronzo a Patrasso 2002 e Montpellier 2015. Chissà che un giorno Targhetta non riesca a superare il maestro, regalandoci una medaglia d'oro assente dal palmares federale. “Nonostante l’età Gabriele sembra un trentenne – scherza il DTN della Sezione Maschile Giuseppe Cocciaro – perché affronta le competizioni con una freddezza da veterano. Un grande cavallista che ho portato in Germania proprio con la speranza di vederlo sul podio. Ci siamo riusciti e quindi non posso che essere molto soddisfatto”.

Lo è anche il Presidente FGI Andrea Facci, ex team manager proprio della Maschile, che per prima cosa ha voluto però abbracciare e complimentarsi con Manila Esposito e Sofia Tonelli, impegnate nella finale alle parallele asimmetriche. Purtroppo per la due volte campionessa continentale all around non è andata come sperava. Una caduta sul Nabieva ha tarpato le ali della stella partenopea, costretta per una volta a guardarsi le premiazioni da lontano, insolito fanalino di coda della sfida sugli staggi, con 12.233. Si prende, dunque, i riflettori la sua compagna di stanza, Sofia Tonelli, che da riserva, recuperata per l’infortunio alla tedesca Helen Kevric, finisce al sesto posto dell’ottetto d’élite del Vecchio continente, con il personale di 13.300. La bionda empolese della Saltavanti partendo da 5.9, nonostante un’accosciata all’arrivo, non ha per niente sfigurato in una finalissima, vinta dall’olimpionica alle parallele di Tokyo 2021, Nina Derwael. La belga con 14.466 succede ad Alice D’Amato, che si era aggiudicata gli ultimi due titoli ad Antalya e a Rimini, ma era caduta in qualifica. Piazza d’onore per l’ungherese Lili Czifra Bettina con 14.100, mentre il bronzo finisce al collo della rumena Ana Barbosu, artefice di un 13.766. “Congratulazioni agli esordienti – ha detto Facci in postazione Rai – Sofia Tonelli, Emma Fioravanti, Giulia Perotti e per la maschile Gabriele Targhetta, ma bravissimi tutti, anche i ginnasti di maggiore esperienza, sia per i risultati di squadra, sia per quelli individuali. Abbiamo conquistato, per ora, sei medaglie, abbiamo la regina d’Europa, Manila Esposito, e un gruppo femminile altrettanto straordinario. Oggi l’ItalGAM batte due colpi importanti, con Targhetta e Casali, il gruppo con il bronzo ha confermato di essere una delle tre prime scelte. Domani devo tornare in Italia, essere qui vicino agli atleti era per me fondamentale per far sentire loro il calore del nostro movimento. Auguro a chi deve ancora gareggiare di far vedere quanto vale. Perché la ginnastica italiana vale tanto e se ne stanno accorgendo in molti”.

Per la cronaca, la sfida tra i titani degli anelli, senza azzurri sul castello, se l’aggiudicano in ex aequo perfetto a quota 14.400 il bicampione all around Adem Asil e il Lord of the Rings ellenico Eleftherios Petrounias. Il campione in carica 2024, olimpionico di Rio de Janeiro 2016, ottiene gli stessi parziali del turco, 5.7 di difficoltà, ma soprattutto 8.700 di esecuzione, e così deve dividere il trono. Terzo, a 34 millesimi, l’armeno Artur Avetisyan, che, a sua volta, lascia ai piedi del podio, di un soffio, altri 33 millesimi, ben tre avversari finiti pari merito, l’azero Simonov e i britannici Hepworth e Tulloch, tutti a 14.333. Domani si ricomincia con gli altri cinque attrezzi (diretta Rai Play e in leggero ritardo, per la concomitanza del Giro, Rai Sport HD) e la FGI ha cinque finali: alla trave Esposito e Tonelli, al corpo libero Esposito e Fioravanti e Nicola Bartolini al volteggio.

RISULTATI E CLASSIFICHE

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