Ogni gara è un’emozione, ogni volta mi sorprende per la determinazione e l’esperienza che dimostra, malgrado la giovane età, ed è una gioia allenarlo – racconta a caldo un emozionato Fabrizio Marcotullio, il coach storico di Brugnami - Questo ragazzo è un cecchino, nel senso che ne sbaglia poche, è un tipo freddo e lo ha dimostrato anche oggi correndo dal volteggio all’anello. Sull’attacco del Kasamatsu forse era un pelino sbilanciato in avanti e si è schiacciato sulla tavola, però è stato bravo a cambiare il due e mezzo, altrimenti sarebbe finito a terra, con i due avvitamenti, ed ha chiuso in difesa con un 13.900. Con lo Yurchenko da due e mezzo invece è andato tutto liscio ed ha portato a casa un 14.500. Agli anelli ho cercato di fargli sgombrare la mente dalla finale precedente, ma proprio mentre saliva sull’attrezzo è uscito il punteggio dell’inglese, che gli passava avanti. Ma lui non ha fatto una piega e si è preso l’oro da un’altra parte. Sono felicissimo, davvero. Al corpo libero non è stato preciso come nell’esercizio di squadra, però è stato bravo. Adesso c’è l’all around, dopo le qualifiche su sei attrezzi, e altri tre oggi, non è facile ricaricare le pile. Sarà un problema anche degli avversari, quindi penso che la lotta al vertice rimarrà equilibrata. Conterà molto la testa, poi si vedrà. L’anno venturo Tommy diventa senior, si fa il grande alto. Su qualche specialità è già pronto, su altre dovremo lavorare. Ma sarà un vero piacere con un ginnasta così”.

“Questa è la mia ultima competizione giovanile – conferma Brugnami, il bronzo mondiale di categoria ad Antalya 2023, numero uno agli Eyof di Maribor, talento purissimo della scuola anconetana – Ci tenevo a far bene in casa, preparavo questi Europei da molto mesi, ho fatto tanti sacrifici ma ne è valsa la pena. Di solito, attrezzo per attrezzo, provo a resettare quello che è successo prima, come dopo la finale al volteggio. Domani mi aspetta un’altra gara, non mi importa come andrà, io voglio solo dare il massimo. Ci sarà molto da fare questa sera per i fisioterapisti della Nazionale, Salvatore Scintu e Beatrice Di Blasio, per scaricare un po’ di tensione dai muscoli. Dopo Mondiali, Eyof, credevo ormai di essermi abituato a certi palcoscenici, invece mi fa sempre una certa impressione. Soprattutto qui, in casa nostra. Sentire lo speaker che chiama il tuo nome e poi il boato della gente è super emozionante. E ricambiare i nostri tifosi, che sono venuti soprattutto dalle Marche e da Ancona cantando per due volte l’Inno di Mameli è stata una cosa da brividi. Qui ci sono i miei genitori, mia nonna, le persone della mia società, a cominciare dal Presidente, i miei amici, familiari, vicini di casa. Ho fatto conoscere a tanta gente il nostro mondo, le discipline della ginnastica. Anche a scuola ormai mi seguono e sono venuti a vedermi pure i professori. Sono molto orgoglioso di essermi meritato i loro applausi”.

“Grande soddisfazione, soprattutto per lui – ha concluso Maurizio Urbinati, il presidente della Giovanile Ancona che ha seguito Tommy fin dai suoi primissimi passi in palestra – E’ un ragazzo fantastico, modestissimo, che lavora in maniera meravigliosa e alla fine i risultati arrivano. Io l’ho visto crescere, è vero. Mi ricordo che anche da bambino, quando era molto piccolo, sembrava già un ometto. Quello che l’allenatore gli chiedeva lui era pronto a farlo, molto diligentemente. Ma siamo solo all’inizio. Adesso viene il difficile e sta a lui continuare a spingere con la stessa forza e abnegazione. Sono convinto che ci siano tutte le condizioni per sfondare, con l’appoggio sia della società che della Federazione, ma soprattutto di una famiglia molto serena, che non gli mette pressione. Questi di solito sono gli ingredienti del successo sportivo”.