Si è conclusa a Guimaraes, in Portogallo, la 29ª edizione del Campionato Europeo, senior e junior, di Trampolino Elastico. Al Pavilhão Multiusos la delegazione italiana, guidata dal team manager Ermes Cassani, ha coronato con prestazioni di alto livello e un paio di piazzamenti storici una rassegna davvero da ricordare. Nella mattinata di domenica il palco lusitano è stato riservato al futuro della disciplina. Tra i giovani semifinalisti del Vecchio Continente Federico Tonelli (Alma Juventus Fano), entrato con il decimo punteggio in qualifica, ha eseguito tutto il suo esercizio, chiudendo 11° con 49.680. Letizia Radaelli, invece, conquista l’accesso alla final eight individuale juniores con il secondo punteggio (51.020), per poi mettersi la medaglia d’argento al collo, migliorando quasi di un decimo. La stella della Milano 2000, allenata da Martina Murgo ha confermato la piazza d’onore a quota 51.110, risultando la migliore interprete femminile di categoria dell’intera rassegna, alle spalle della forte Olandese Thalissa Wijkstra, dominatrice assoluta di tutte le fasi di gara.

Tra i senior non arrivano i podi ma le soddisfazioni sono altrettante. Marco Lavino apre la semifinale maschile e con il punteggio di 58.350 vince il suo gruppo. Il suo conseguente pass per la finale sarà il sesto della classifica aggregata. Samuele Patisso Colonna ottiene un 57.680 e deve attendere fino all'ultimo ginnasta del secondo gruppo per avere la certezza dell'accesso nell’ottetto. Il suo sarà infatti proprio l'ultimo punteggio utile. Nella sfida tra i migliori individualisti uomini del trampolino elastico europeo l’altro alfiere della Milano 2000, storica palestra di Ezio e Gigi Meda, alza la difficoltà e migliora il suo personale, salendo a 57.800. L’azzurro si ferma così ad un centesimo dal bronzo del portoghese Abreu (57.810). Il brindisino, invece, penultimo a salire sull’attrezzo, paga la tensione e sbaglia il secondo salto, chiudendo ottavo, in fondo al gruppo.

Le apparenti beffe per il legno di Samuele e l’ultima piazza di Marco, nonché la delusione per il cammino incerto del sincronizzato, venerdì e sabato, sul quale alla vigilia c’erano enormi aspettative, sono mitigate dal dato statistico che mai nessun atleta azzurro era arrivato così in alto in una competizione continentale – eccetto Flavio Cannone, anche lui quarto a Sofia nel 2004 - e mai l’Italia aveva avuto due ginnasti in una finale ai Campionati d’Europa. L’acuto della Radaelli, che scende soltanto di un gradino rispetto all’oro di Silvia Coluzzi a Rimini nel 2022 e che fa seguito all’affermazione delle azzurrine nel Team Ranking, è la conferma del lavoro che il DTN Giuseppe Cocciaro e il suo staff stanno portando avanti da diversi anni. La FGI, di questo passo, salterà dal tappeto volante e dalla penisola iberica verso obiettivi sempre più ambiziosi, sognando quell’Olimpiade che manca da Londra 2012.

Che giornata meravigliosa! – esulta il direttore tecnico – Abbiamo fatto una bellissima figura, comportandoci bene un po’ ovunque. I ragazzi hanno portato a termine gli esercizi che mi aspettavo da tempo e che purtroppo non sono arrivati quando servivano per la qualificazione olimpica. Meglio tardi che mai, comunque. Penso che questo Europeo possa dare una grande spinta al settore e soprattutto ai ginnasti, che ovviamente si caricano e acquistano fiducia in se stessi e nei propri mezzi in base ai riscontri ottenuti nei palcoscenici che contano. Mi auguro che da Guimaraes sia iniziata la nostra Road to Los Angeles 2028. Un plauso va a tutti i tecnici, Dario Aloi, Alessandro Lucarelli, Alessio Mascia e Martina Murgo, ma ci tengo a ringraziare tutto il gruppo capitanato da Ermes Cassani, inclusi i giudici Francesca Beltrami e Luigi Meda e i fisioterapisti Gabriele Francini ed Emanuele Vailati, A parte i risultati individuali - dallo splendido secondo posto di Letizia ai piazzamenti di tutti gli altri ginnasti, Marco e Samuele, Isabella Murgo, Sofia Pellissier, Chiara Cecchi, Ascanio Lazzarini, Federico Tonelli, Agata Biancolini, Carolina Urso, Luca Resch e Giulia Cesaretti – quello che conta è la squadra”. E il cielo del trampolino tende al bello e all’azzurro di un futuro di gioie!

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