
Cluj Napoca - Chi fermerà la musica delle individualiste italiane?
Chi fermerà la musica? cantavano i Pooh. Di certo nessuno, nella ginnastica, dove l’accompagnamento musicale è parte integrante dei programmi della ritmica, e non solo. Qualche anno fa, a bordo pedana c’era sempre un pianoforte, senza però la scritta da saloon del vecchio West “non sparate al pianista”, perché quest’ultimo era uno dei protagonisti indiscussi dello spettacolo, quasi quanto le ginnaste. Ebbene, oggi, nell’era digitale si è persa la poesia del live, a favore del mixer audio, che non avrà il fascino di un direttore d’orchestra, ma rimane, tuttavia, centrale all’evento.
E il primo “play” azzurro sul monitor dei campionati del mondo juniores sarà per Chiara Puosi, che con Francesca Cupisti, la sua allenatrice alla Raffaello Motto, ha montato il cerchio su "Skyfall" di Adele. Il singolo del 2012 della cantautrice britannica è stato la colonna sonora dell'omonimo film, il ventitreesimo capitolo della serie cinematografica di James Bond. Il brano, scritto dalla stessa Adele assieme al produttore Paul Epworth, con l'orchestrazione di J. A. C. Redford, ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui l'Oscar per la migliore canzone. Quindi la promessa viareggina avrà la licenza non certo di uccidere, come il personaggio di Ian Fleming, ma di battere le sue avversarie per centrare quell’obiettivo che, passando da un agente segreto all’altro, non pare una…mission impossible. “Quando a settembre abbiamo cambiato gli esercizi – racconta la Cupisti – volevamo modificare il suo modo di muoversi con il cerchio. Prima aveva un tango, quindi cercavamo qualcosa di forte e morbido al tempo stesso, perché lei ha delle braccia molto lunghe e ci piaceva l'idea di attirare l’attenzione su questa caratteristica. Ed è stata Chiara stessa a proporci Skyfall che rispecchiava in pieno le nostre esigenze tecniche”.
Asia Fedele, invece, ha scelto le note di un’altra cantante straordinaria, un po’ più datata: Dalida, pseudonimo di Iolanda Cristina Gigliotti, che nell’omonimo album del 1967 aveva pubblicato “Mama”, struggente cover italiana di un brano di Cher. “Asia la sente molto – ci svela Germana Germani, che per ragioni anagrafiche, probabilmente, ha indirizzato un po' l'orecchio della sua atleta - e riesce bene ad esprimere questo tipo di melodie che ne esaltano l’eleganza”. Di tutt’altro genere il ritmo di Sasha Mukhina che con “L’allegria” di Jovanotti e Gianni Morandi trascinerà le folle alle clavette. "Il sogno di un ragazzo italiano. La strada di casa che porta lontano": l’incipit del successo del 2021, primo estratto da Evviva!, il quarantunesimo album in studio del cantante di Monghidoro, sembra uscito dal diario segreto del talento della San Giorgio Desio. Saha sta vivendo in pieno il suo sogno sportivo e la strada percorsa fin qui l’ha portata fino ai mondiali di Cluj Napoca. Il brano, scritto da Lorenzo Cherubini, è caratterizzato da sonorità arabe e ritmi drum and bass e rock and roll che si addicono perfettamente alla grazia mista a potenza della Mukhina, una ginnasta, allenata da Chiara Marelli ed Elena Aliprandi, che sprizza energia da tutti i pori e ti porta con sé in un multiverso spensierato e divertente. Sarà davvero difficile per gli spettatori della BTArena rimanere seduti sui propri seggiolini.
A proposito di dimensioni parallele, a chiudere ci pensa Lara Manfredi al nastro con “Reality and Fantasy”, il secondo album del cantante italiano Raphael Gualazzi, pubblicato il 16 febbraio 2011 dall'etichetta discografica Sugar. "Il muro in mezzo. Realtà e fantasia. A volte così piccolo. E non così alto". Così fa il ritornello del figlio di Velio Gualazzi, fondatore con Ivan Graziani degli Anonima Sound. E per Lara, cresciuta a Fabriano da Julieta Cantaluppi, non ci sono muri invalicabili o che comunque lei non possa agonisticamente abbattere, rendendo vero ciò che per molti era solo immaginazione: una finale iridata giovanile, magari, chi lo sa? C’è un vecchio modo di dire, molto diffuso nella lingua italiana colloquiale, che suona in questo modo: “canta, che ti passa”. Forse cantando, domani e venerdì, le nostre piccole grandi interpreti individuali passeranno il turno. E allora sarà tutta un’altra musica, che..."nessuno, ti giuro nessuno, nemmeno il destino potrà più fermare".