Simone Biles è leggenda. Con 25 medaglie d’oro, la 22enne americana è la ginnasta più vincente di sempre. Ieri, nella prima giornata delle finali per attrezzo al Mondiale tedesco, aveva eguagliato i 23 titoli di Vitaly Scherbo - l’atleta più decorato nella storia dell’Artistica maschile e femminile – mentre oggi la ginnasta texana, con il primo posto conquistato sulla trave e al corpo libero - suoi cavalli di battaglia – ha portato l’asticella del mito più in alto che mai. Con le finali di oggi si è concluso ufficialmente il 49° Campionato del Mondo di Artistica maschile e femminile. Sul quadrato della Hanns Martin Schleyer Hall di Stoccarda la statunitense Sunisa Lee, con 14.133 punti si posiziona dietro la sua connazionale – oro con 15.133 - ma davanti la russa Angelina Melnikova (pt. 14.066) mentre sui dieci centimetri, le due cinesi Liu Tingting (pt. 14.433) e Li Shiija (pt. 14.300) hanno provato a scalzare la regina Simone dal trono, ma nulla hanno potuto contro il suo inarrivabile 15.066. Sul fronte maschile il russo Nikita Nagornyy, dopo aver conquistato lo storico oro con la squadra e il primo posto tra i migliori 24 al mondo, si aggiudica la medaglia più preziosa anche al volteggio con 14.966, precedendo di soli 33 millesimi il suo compagno di team Artur Dalaloyan (pt. 14.933). Bronzo per l’ucraino Igor Radivilov (pt. 14.749). Alle parallele pari Joe Fraser, con 15 punti netti, riceve l’attestato di miglior ginnasta mondiale di questo attrezzo direttamente dalle mani del cinese Zou Jinguyan, primo al campionato 2018 di Doha. Medaglia d’argento per il turco Ahmet Onder (pt. 14.983) mentre sul gradino più basso del podio è salito il giapponese Kazuma Kaya (pt. 14.966). Il programma si è concluso alla sbarra. Il brasiliano Arthur Mariano trionfa oggi con 14.900 punti, due decimi in meno rispetto al 15.100 conquistato nel 2018 dall’”olandese volante” Epke Zonderland. Sulla piazza d’onore 2019 troviamo il croato Tin Srbic (pt. 14.666) mentre al terzo posto il russo Artur Dalaloyan (pt. 14.533).

Credit foto: Simone Ferraro / FGI