Funi, cerchi, nastri e clavette riposavano nelle borse e nelle custodie quando al Porto Rio Hotel di Patrasso la delegazione azzurra festeggiava il compleanno della signora Pasquinelli Candiani, vice presidente vicario della Federginnastica e capo dell’avventura italiana a questi mondiali. Momenti lieti, quelli trascorsi ieri sera davanti ad un calice di spumante, che però non sono riusciti a cancellare del tutto la delusione dai volti delle nostre ginnaste. Tra un sorriso ed un brindisi, aleggiava la convinzione di aver raccolto meno di quanto si meritasse, mentre montava la rabbia agonistica di un repentino riscatto nelle gare successive. “L’unico motivo per cui sono venuta qui – dice la Cantaluppi, indebolita da qualche linea di febbre – è quello di guadagnare un posto ai Giochi Olimpici per l’Italia. Non mi preoccupa di sbagliare per me stessa, ma sento grande la responsabilità di non penalizzare la Nazione che rappresento”. Julieta ha preso freddo la sera dell’inaugurazione e pur costipata, in pedana, ha tirato fuori la solita grinta. “Rispetto alla prova podio – continua la bandiera della Ginnastica Fabriano - dove mi sentivo addosso gli occhi delle tante allenatrici bulgare sparse nelle varie rappresentative, che fanno sempre un gran tifo per la sottoscritta, ieri ero più tranquilla. Non ho fatto l’ultimo salto in chiusura di esercizio perché stava finendo la musica. Purtroppo avevo perso troppo tempo, precedentemente, nel fare un nodo alla fune. Anche pochi secondi di ritardo, alla fine, possono risultare decisivi”. La ginnasta di Como si è tolta la classica scimmia dalla spalla, perché chi la segue abitualmente sa bene che la fune non è la sua specialità preferita: “Da ora in poi il Mondiale dovrebbe essere in discesa, anche se, paradossalmente, adesso ho il timore di fallire proprio lì dove mi sento più sicura”. Soddisfatte della prima uscita le altre due azzurre, nonostante una posizione in classifica che non è proprio quella che si aspettavano: “Mi piace la fune e sono molto contenta della mia interpretazione – conferma la Laurito – Sentivo la pressione di dover aprire le danze ma sono entrata convinta e, una volta rotto il ghiaccio, è andata meglio di come me l’ero immaginata. Non mi è riuscito un giochino a metà routine e ho cambiato un elemento nel finale, per il resto credo di aver fatto bene. Oggi c’è il cerchio, che io non amo particolarmente. Confido molto, però, nel mio esercizio, davvero buono. Ci siamo preparate tanto per questo appuntamento, con continue selezioni e duri allenamenti, speriamo, nel momento della verifica, di trovare il giusto premio per tanto impegno”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Zancanaro, capace di controllare l’emozione con esperienza e professionalità. “Avevo una fifa blu – confessa Beatrice – soprattutto perché l’esercizio alla fune, durante le prove, non mi era mai venuto bene. E invece, nel momento decisivo, è andato quasi tutto liscio. Peccato per gli ultimi due salti in chiusura, così poco puliti. Eppure quelli mi riescono sempre. Ho capito subito, appena partita la musica, di esserci con la testa. Insomma si, di essere connessa, e allora ho cominciato a divertirmi. Speriamo vada così anche oggi al cerchio”. A proposito, dopo un allenamento mattutino, le ragazze si accingono a salire in pedana nella seconda specialità del programma. Gareggiare dalle 17.18 alle 17.33, nell’ultimo raggruppamento di giornata, dovrebbe farci beneficiare di una giuria sicuramente rodata, dopo le quasi 100 ginnaste che ci avranno preceduto. La Laurito parte per prima con Chopin’s revolution di Maxim Mrvica. A seguire la Zancanaro ci farà sognare sulle note di Amarcord e Nino Rota, mentre Julieta darà la solita scossa finale, con un moderno velocissimo di Leroi. A seguire, dalle 19.00 ora locale, si consumeranno le finali di specialità per fune e cerchio.