All’Italia non riesce l’ennesima impresa, migliorare se stessa. Il lontano bronzo di Basilea era inimmaginabile, il 4° posto di Stoccarda alquanto improbabile. Scalare però qualche gradino rispetto alle qualifiche di sabato scorso, magari approfittando degli errori altrui sembrava fattibile, anzi divertente. Al giro di boa il giochetto stava per riuscirci, con l’Australia e la Gran Bretagna alle nostre spalle. Poi, con il succedersi delle rotazioni e l’incastro degli attrezzi, la classifica finale ci ha relegato all’ultimo posto con il totale di 163.429. Un ultimo posto, però dal sapore dolcissimo. Troppo forti le avversarie, a cominciare dalla Russia, che, nonostante una parallela da dimenticare, con il totale di 175.397 soffia il titolo iridato agli Stati Uniti, dietro di appena due decimi (175.196). Bronzo per le campionesse olimpiche della Cina (174.781), stranamente fallose. Alle spalle delle tre superpotenze si piazza la Romania (173.096), che, malgrado il ritorno al timone di Octavian Belu, non riesce a difendere quel gradino basso del podio conquistato sia a Pechino, sia ai precedenti mondiali di Stoccarda 2007. A seguire il Giappone (169.897), che riscatta la brutta prova del Concorso I, le australiane (168.629) e le britanniche (166.828), che ci finiscono ad una manciata di punti. E senza le cadute di Serena Lichetta alle parallele e alla trave, forse, a Betty Tweddle e compagne avremmo mostrato le terga. Con i se e con i ma non si fa la storia e buttare la croce sulla piccola pugliese, che al suo secondo mondiale si è presa la squadra sulle spalle, girando su tutti gli attrezzi, non sarebbe solo ingeneroso. Sarebbe sbagliato! Veniamo, dunque, alla cronaca. Le azzurre, accompagnate da Luigi Piliego e Claudia Ferrè, partono al corpo libero con la Parolari, la quale, a causa di un arrivo un po’ scarso su un salto e di qualche altra imprecisione, deve accontentarsi di un 12.800 (D. 4.80 – E. 8.000). “L’esercizio al suolo è troppo impegnativo per chi come me viene da un infortunio al ginocchio – ci spiega la ginnasta dell’Estate ’83 Galleria del Tiro di Lograto – Per tornare ad eseguire le mie vecchie difficoltà ci vuole ancora del tempo. Rispetto a Giochi del 2008 il livello generale si è alzato tantissimo, basti guardare in quante hanno fatto il 2 e ½ al volteggio”. Il 13.633 (D. 5.10 – E. 8.533) di Serena Licchetta e il 14.333 (D. 5.50 – E. 8.833) della Ferrari ci portano sul sesto gradino provvisorio, con il totale di 40.766. Al turno successivo, sulla rincorsa dei 25 metri teniamo botta. Super Vany esegue un solo avvitamento da 13.966 (D. 5.00 – E. 8.966). La Preziosa si presenta con lo stesso salto e raccoglie un altro 13.933 (D. 5.00 – E. 8.933). Chiude la stellina de La Rosa di Brindisi con 14.066 (D. 5.00 – E. 9.066) e, grazie al nuovo 41.965, siamo sempre davanti alle nostre illustri inseguitrici con il totale di 82.731. Sugli staggi, dopo l’apertura  della giovane Eleonora Rando da 13.666 (D. 5.30 – E. 8.366), Vanessa Ferrari sale al posto di Lia, ancora dolorante alla mano destra, dopo la caduta in qualifica. Il caporal maggiore dell’Esercito sacrifica le sue energie per il bene del gruppo, nonostante gli impegni a venire nella sfida a 24, e porta alla causa azzurra un signor 14.066 (D. 5.60 – 8.466). A questo punto arriva l’errore che non ti aspetti. La Licchetta, finalista a Londra, lo scorso anno, manca il Comaneci e finisce per raccogliere appena 13.300 punti (D. 5.80 – E. 7.500). Le parallele ci fruttano un 41.032 e con il parziale al terzo giro di 123.763 finiamo ad inseguire sui 5 metri della trave. “Si può sempre far meglio” – sentenzia la Rando, talento della Romana di Valeria Beltrame e Franco Pistecchia – Anch’io potevo dare qualcosa in più, ma sono arrivata fredda, con le mani gelate e non sono riuscita ad esprimermi come avrei voluto“. Intanto dagli spalti Jessica Helene Mattoni, fuori solo per la crudele formula del 6-3-3, sostiene a gran voce le sue compagne. Per la marchigiana l’esperienza di trovarsi nel pre-gara in mezzo a gente come le russe Mustafina e Afanasyeva, le americane Bross, Raisman e Sacramone, le cinesi Jiang, Huang e Kexin He, le rumene Izbasa e Porgras, per non parlare dei tecnici, da Liukin ad Aleksandrov, rimarrà un ricordo indelebile. La campana dell’ultimo miglio, insomma, ci vede rincorrere. La caduta della Licchetta sulla ruota senza ci taglia definitivamente le gambe. Forse con l’apporto della Ferrari avremmo avuto un chance in più, ma chi può dirlo senza controprova. Sta di fatto che Serena conclude con un 12.166 (D. 5.10 – E. 7.066) ed il personale, sui quattro attrezzi, di 53.165. Tocca alla Parolari, brava a mettere in cascina un altro 13.500 (D. 5.50 – E. 8.000) e poi alla Preziosa, la quale, a causa di un paio di sbilanciamenti, non riesce a rimediare più di 14.000 (D. 5.80 – 8.200). Poco per chi, con 14.200, aveva messo paura a mezzo mondo, l’ottobre scorso, oltremanica. “Non avevamo nulla da perdere e usciamo a testa alta – dichiara in mixed zone la campionessa italiana della Lissonese – Avremmo preferito salutare senza errori, ma gareggiare al fianco di marziane del genere ci ha un po’ condizionato. Durante il warm up non sapevamo dove guardare. Come ti giravi spuntavano medaglie olimpiche o mondiali. La nostra è una squadra che ha ampi margini di miglioramento. L’ obiettivo minimo era quello di qualificarci tra le 24 che l’anno venturo andranno ai Mondiali di Tokyo. Siamo riuscite addirittura ad entrare nella finale a otto, cosa volete di più. Nel 2011, con l’innesto delle junior ci ripresenteremo con forze nuove, un anno di lavoro alle spalle e maggiore esperienza per ripetere un piazzamento che oggi può apparire di poco conto ma che in Giappone significherebbe qualificazione diretta per i Giochi di Londra”. Altro che di poco conto. Il piazzamento dell’Italia, oltre ad entrare nell’immaginario collettivo e, quindi, a consolidare la reputazione della nostra scuola ginnica nel corpo giudicante internazionale, ci identifica come la quarta potenza europea. Il totale alla trave di 39.666 è assolutamente bugiardo, e gli assi nella manica, per il futuro, non ci mancano. “Certo, dobbiamo impegnarci e lavorare molto per competere contro rivali così forti – precisa sorniona la Vanessa Nazionale – oggi mi sentivo un po’ stanca, non ero preparata per fare due gare di squadra, Alla fine avrò eseguito ben 12 esercizi, tra prove di gruppo e individuali, ma sono contenta di aver dato il mio apporto”. Domani va in scena la finale a otto degli uomini (Rai Sport 1 dalle 17.00), senza gli azzurri, che, martedì, hanno chiuso in 10ª posizione.         


 

 

CLASSIFICA CONCORSO A SQUADRE:


  1. Russia 175.397

  2. Stati Uniti 175.196

  3. Cina 174.781

  4. Romania 173.096

  5. Giappone 169.897

  6. Australia 168.629

  7. Gran Bretagna 166.828

  8. Italia 163.429