Notte prima degli esami. Quanti adolescenti avranno cantato questa canzone lo sa solo Dio. Notte di sogni di coppe e di campioni, in particolare, è quella di Alessia Marchetto, Federica Febbo e Julieta Cantaluppi, che in quattro giorni si giocano una fetta importante delle rispettive carriere sportive. “Si accendono le luci qui sul palco ma quanti amici intorno che mi viene voglia di cantare” – proseguiva Antonello Venditti – e proprio da un palco rialzato, il podio sul quale è montata la pedana, le tre azzurre provano ad emozionare giuria e spettatori. Intanto dall’Italia arrivano gli incitamenti degli “amici intorno”. In particolare, graditissimi, sono quelli delle Farfalle iridate, che domani raggiungeranno la cittadina occitana . I tamburi di guerra cominciano a battere forte al Palagolfo di Follonica e gli echi delle dichiarazioni arrivano fino in Francia, insieme a un vento freddo che lentamente si porta via l’Estate. “Questa squadra – ripete fino alla noia Emanuela Maccarani, che proprio oggi compie gli anni – ha vinto finora 83 medaglie. Non sarà una in più a cambiare la storia. Dobbiamo, al contrario, centrare l’obiettivo del quadriennio, ossia la qualificazione olimpica. E per il bene del nostro sport mi auguro davvero che a Londra vadano le più meritevoli”. Sulla stessa lunghezza d’onda una delle senatrici del gruppo, Elisa Blanchi: “In caso di lancio sbagliato, l’attrezzo invece che con i piedi lo prenderemo con le mani. E’ vero che abbiamo lavorato tanto per restare sul gradino più alto del podio, ma guai a strafare”. L’esperienza non manca di certo alla 23enne di Lariano, un’altra, insieme alla Santoni, che se arrivasse a Londra raggiungerebbe un primato di longevità agonistica. Nulla da invidiare ad Almudena Cid che con Pechino, a 28 anni, stabilì il record individuale di 4 partecipazioni olimpiche. Per la Blanche e Sasà sarebbero ‘soltanto’ tre, ma nessuna ginnasta di gruppo ha mai fatto altrettanto. “Rispetto a Budapest (il mondiale del 2003 qualificante per i Giochi di Atene, ndr.), siamo molto più mature e responsabili, è fuor di dubbio. Mi ricordo che allora, in Ungheria, quasi non sapevamo cosa si stesse andando a fare. La ginnastica, nel frattempo, si è evoluta. Il Codice è cambiato, soprattutto per quanto riguarda la composizione degli esercizi, che ora sono più pieni di elementi e difficili. Certo, anche le nostre avversarie adesso sono pronte a rischiare per batterci. Di sicuro ci riconosceranno il merito storico di aver creato concorrenza, alzando l’asticella generale. Noi partiamo con la voglia di far bella figura, punto e basta. A Novembre dello scorso anno sono entrate Marta ed Andrea, elementi nuovi che si sono ben integrati. Il rapporto all’interno dello spogliatoio è assolutamente paritetico, anche se è normale che le più anziane diano qualche consiglio alle altre. La stagione è andata via liscia e Sofia, credetemi, è stato solo un episodio sfortunato. Nello sport l’errore ci sta, siamo atlete non robot”. L’aviere capo dell’Aeronautica Militare, scoperta da Monica Brandizzi nell’A.S. Xistos di Velletri, agli inizi degli anni ’90, non vola basso neppure quando si parla del suo futuro e di un ritiro che, dopo Londra, appare scontato per sopraggiunti limiti d’età. “Penso che mi prenderò un anno sabatico. Forse poi tornerò in società a dare una mano, non prima però di aver completato gli studi (è iscritta alla Facoltà di Scienze Motorie all’Università de L’Aquila, ndr.). Le stellette militari? E chi se le leva! Mio nonno materno era in Aeronautica e mio padre è un grande appassionato di aerei. Come si dice, buon sangue non mente. In mezzo a tutti questi progetti spero anche di incontrare un principe azzurro, che non deve necessariamente essere uno sportivo”. Magari la Blanchi lo troverà a Marsa Alam, nel prossimo viaggio in Egitto programmato come sempre insieme alle compagne. “Siamo state a Fuerteventura, Ibiza e SharmEl Sheikh. E’ una tradizione del Team, andare tutte in vacanza ad ottobre, tra il Mondiale di turno e la riapertura del CTF di Desio. Ho paura che un giorno tutto ciò mi mancherà. Il rapporto con le altre ragazze e le allenatrici è stupendo. Un’esperienza di vita che consiglierei a chiunque. Alle piccole che si avvicinano alla Ritmica raccomando però di fare le cose gradualmente, con passione, perché è l’unico modo per arrivare dove siamo noi”. In cima al Mondo, non lo ha detto ma le si leggeva negli occhi. La Blanche, una 'nonnetta' che ancora si diletta a saltare dentro un cerchio come se fosse uno scherzo. Farfalla d’argento olimpico, tre ori mondiali, mai banale, riservata e semplice, la campionessa dei castelli romani ha vacillato meno di un istante dopo il legno di Beijing. Neppure l’infortunio alla fascia plantare del piede sinistro l’ha frenata. C’è un lavoro da finire…Oltremanica.