“La medaglia d’argento di Vanessa è il giusto coronamento di un mondiale eccellente dei nostri atleti. La Ferrari, se mai ce ne fosse stato bisogno, ha dimostrato di essere più forte di tutto, dei regolamenti che le hanno tolto la gioia olimpica, delle giovani avversarie che, anno dopo anno, si fanno avanti e anche degli infortuni, che l’avevano a lungo limitata. C’è chi potrebbe dire ora che è tornata, ma noi sappiamo che non se n’era mai andata. Il suo successo, tuttavia, non cancella l’amarezza per quella che definirei una vera e propria “falegnameria”. Il quarto posto al cavallo con maniglie di Alberto Busnari e quanto è accaduto alla trave sono solo gli ultimi due episodi di una lunga serie - cominciata a Pechino, proseguita a Londra (5 quarti posti in due edizioni) - che ci hanno visto troppo spesso soccombere. Se qualcuno pensa che gli atleti italiani vengano a queste manifestazioni per fare le comparse si sbaglia di grosso. I nostri ragazzi sono grandi professionisti, se la giocano sempre, con lealtà, affrontando superpotenze economiche e demografiche, esprimendo una ginnastica di livello assoluto. Credo meritino rispetto! Per questo, non me ne vorrà Vanessa, ma oggi tengo più ad assegnare una medaglia simbolica ad Alberto e a Carlotta Ferlito, che per noi e per quanti amano questo sport, escono da vincitori. Vorrei infine sottolineare la prestazione complessiva della Maschile. Matteo Morandi si è trovato in una qualifica tiratissima e in finale, qualora fosse entrato, per come è andata, avrebbe di sicuro detto la sua. Paolo Principi e Marco Lodadio, come le altre giovanissime, Francesca Deagostini e Alessia Leolini, hanno accumulato esperienza in vista dei futuri impegni con le rispettive Squadre Nazionali, in vista di Rio de Janeiro. Ringrazio tutta la delegazione, dal Capo delegazione Valter Peroni allo staff medico e al nostro ufficio stampa, che ci ha trasmesso da Anversa grandi emozione, passando naturalmente per i tecnici e gli atleti, veri artefici di questo ennesimo miracolo iridato”.