Autonomia del Coni ristabilita e sanzioni del Cio evitate. In zona Cesarini, nell'ultimo giorno disponibile, il Governo presieduto da Giuseppe Conte ha messo "la pezza" richiesta a gran voce dal mondo dello sport italiano per evitare l'incubo di una sospensione da parte del Comitato olimpico internazionale. Il provvedimento atteso da oltre due anni, da quando cioè la riforma voluta dal sottosegretario con delega allo sport Giancarlo Giorgetti diventò legge trasformando la vecchia Coni Servizi nella nuova Sport e Salute e di fatto svuotando il Comitato olimpico nazionale, è stato approvato nell'ultima riunione del Consiglio dei ministri prima delle dimissioni del presidente Conte. Una norma richiesta già 18 mesi fa dal Cio, nel momento dell'assegnazione all'Italia dei Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina 2026, ma poi continuamente slittata. La mancata approvazione del decreto numero uno della legge delega, a fine novembre, aveva fatto suonare l'ultimo allarme, con l'ultimatum lanciato dal Cio: domani, nella riunione dell'Esecutivo, il presidente Thomas Bach avrebbe portato all'attenzione dei membri del comitato la situazione dell'Italia, destinata a ricevere sanzioni pesanti, compreso il divieto di partecipazione con bandiera e inno ai prossimi Giochi di Tokyo. L'ultimo provvedimento del Governo Conte-bis, però, ha evitato uno scenario "drammatico" nelle parole del presidente del Coni Giovanni Malagò. Di fatto, il decreto-legge odierno restituisce al Comitato olimpico nazionale, totalmente svuotato negli ultimi due anni e costretto a operare senza beni immobili e soprattutto dipendenti, "una propria dotazione organica di personale, anche dirigenziale - si legge nella nota del Governo - E' previsto che il personale di Sport e Salute S.p.a. già dipendente del Coni alla data del 2 giugno 2002 che, alla data di entrata in vigore del decreto, presta servizio presso lo stesso ente in regime di avvalimento, sia trasferito nel ruolo del personale del Coni con qualifica corrispondente a quella attuale, fatta salva l'opzione per restare alle dipendenze di Sport e Salute. Il completamento della pianta organica del Coni " avverrà invece "mediante concorsi pubblici per titoli ed esami, con riserva del 50 per cento dei posti messi a concorso al personale dipendente a tempo indeterminato della società Sport e Salute in avvalimento presso il Coni che non rientra nel previsto trasferimento. Ai fini del perseguimento delle finalità istituzionali del Coni, il testo prevede il trasferimento a quest'ultimo di impianti sportivi e fabbricati specificamente individuati". "Per la lunga e gloriosa storia sportiva e democratica del nostro Paese era improbabile che l'Italia venisse così duramente sanzionata già domani - ha dichiarato il ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora - ma la decisione di oggi fuga ogni dubbio e risolve il problema dell'indipendenza del Coni lasciato aperto dalla riforma del 2019". Ricevuta al telefono da Malagò la notizia della ripristinata autonomia del Coni, Bach si è detto molto felice. "Anche se all'ultimo secondo dei tempi supplementari, siamo riusciti a chiarire che il Coni da oggi è assolutamente un ente pubblico indipendente - ha dichiarato lo stesso Malagò - Da oggi lavoreremo insieme con tutti, con le istituzioni e con la società Sport e Salute, ma siamo entità diverse. Le istituzioni in questi giorni sono state vicine al Coni. Anche il Governo sul filo di lana, all'ultimo secondo, ha tenuto conto delle problematiche, convocando un Consiglio dei ministri per risolvere la questione dell'autonomia e mettere fine al calvario, a quella che ho definito una via crucis. Tutti hanno fatto la propria parte”- conclude Il presidente del Coni Giovanni Malagò in conferenza stampa a Palazzo H.