Domani prende il via l’avventura mondiale della Nazionale maschile. L’Italia, inserita nel penultimo dei 10 gironi di qualificazione insieme ad Austria, Turchia, Belgio e China Taipei, partirà alle 17.00 dalla sbarra. I quattro alfieri dell’Aeronautica Militare – Alberto Busnari, Matteo Morandi, Enrico Pozzo e Paolo Ottavi – con Matteo Angioletti (Ginnastica Meda) e Mattia Tamiazzo puntano ad un buon piazzamento di squadra (le migliori 8 entrano nella finale di giovedì, le prime 24 si ritroveranno l’anno venturo a Tokyo per giocarsi il pass olimpico) e l’ammissione nelle finali individuali del fine settimana. La formula è la stessa del concorso femminile, con sei atleti nella rosa, cinque che salgono all’attrezzo con la possibilità di scartare il punteggio più basso. Nel gruppo storico, guidato da Maurizio Allievi, Andrea Sacchi e Marco Fortuna, orfano del solo Igor Cassina, la novità è rappresentata dal giovane Mattia Tamiazzo, classe 1986. Il ginnasta di Rubano, in provincia di Padova, farà il suo esordio con la maglia azzurra in una rassegna mondiale. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua storia:

“Ho iniziato a fare ginnastica a 7 anni. Mia madre era stata una ginnasta di artistica e visto che ero un bambino molto vivace mi ha portato subito in palestra. Durante un centro estivo con la scuola attirai l’attenzione del mio attuale tecnico, Francesco Schiavo, che mi volle con lui alla Corpo Libero Gymnastics Team di Padova. Purtroppo però, quando avrei dovuto iniziare l’attività agonistica, dai 15 ai 17 anni, mi sono allenato davvero poco per la mancanza di un impianto all’altezza. Soltanto un paio di mesi fa, infatti, il Comune ha consegnato alla mia società il Pala Indoor, una struttura di alta specializzazione, al fianco dello Stadio Euganeo. Ce la siamo guadagnata sul campo, io e i miei compagni, con la duplice promozione dalla B alla Serie A1 in sole due stagioni. Così a 18 mi sono trasferito al Centro Tecnico Federale di via Ovada. Ricordo che dormivo nella caserma dell’Aeronautica Militare, a Linate. E’ stata un’esperienza che mi ha fatto crescere in fretta. Quando poi sono tornato a casa, non è stato facile riadattarmi alla vecchia palestra della Gym Team, piccola e senza le buche. Per costruire il miracolo del doppio salto di categoria andavamo spesso ad allenarci a Schio, con la Fortitudo. La prima convocazione in azzurro è arrivata nel 2008, per un bilaterale pre-olimpico tra Italia e Gran Bretagna a Livorno. Fu un grande privilegio allenarmi insieme a gente come Coppolino e Busnari, che, da li a poco, sarebbero partiti per Pechino. Una gioia che durò poco. Purtroppo, infatti, a causa di un infortunio alla spalla, mi dovetti fermare per quasi un anno. Il recupero è stato lento, ho attraversato momenti di alti e bassi e la fatica della ripresa spesso sovrastava gli stimoli. Non ho mai pensato di smettere però. E così nel primo semestre di quest’anno sono tornato nel giro azzurro, con due convocazioni contro la Norvegia, ancora a Livorno, e l’Olanda a Macerata. Quando indossi la maglia dell’Italia è sempre una grande emozione. Anche se devo misurare il mio entusiasmo e tenere sempre i piedi per terra. Mi avrebbe aiutato, forse, stare in squadra con i miei coetanei, quelli della mia generazione, anche se da veterani come Morandi, Angioletti e Pozzo c’è sempre da imparare. Sono consapevole di essere la matricola del gruppo, però loro con me sono molto protettivi e mi passano tanta tranquillità. Le mie specialità? cavallo con maniglie, parallele pari e sbarra, attrezzi dove la tecnica prevale sull’esplosività. In allenamento sono un tipo che presta molta attenzione alle piccole sensazioni e ai punti di riferimento, ma in gara seguo principalmente l’istinto. Londra? Per carattere non pongo limiti alla provvidenza, anche se, anagraficamente, sento molto più mio il prossimo quadriennio. Per ora mi accontento di rappresentare la mia regione ad un Campionato del Mondo. Di Veneti, in Nazionale, mi vengono in mente il mio amico Matteo Contalbrigo, che prima di partire mi ha consigliato di rimanere me stesso, soprattutto in pedana, e Rugiero Rossato, che fu compagno di Jury Chechi. Adesso, chi verrà dopo di me, potrà citare anche Mattia Tamiazzo. Niente male, direi”.



CLASSIFICA PROVVISORIA


  1. Giappone 361.400

  2. Stati Uniti 357.092

  3. Gran Bretagna 357.033

  4. Corea 352.042

  5. Francia 350.284

  6. Romania 350.134

  7. Spagna 349.610

  8. Canada 346.793




 

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