Chi può dimenticare la sera del 23 agosto 2004 ! I più fortunati erano ad Atene, tantissimi di noi eravamo incollati al televisore per assistere alla finale olimpica della sbarra nella quale era impegnato il ginnasta azzurro Igor Cassina. “ Guardatelo bene, ha un aspetto umano ma è un punto esclamativo pervaso da energia venuto dallo spazio, si chiama Igor Cassina, si chiama Igor Cassina, e non ce n’è per nessuno” questo fu il commento del telecronista Rai Andrea Fusco al termine della straordinaria prestazione del campione di Seregno al quale la giuria assegnò la medaglia d’oro alla sbarra della XXVIII Olimpiade.  Certamente una delle pagine più belle della storia della Ginnastica, e dello Sport Italiano in assoluto, scritta dal nostro campione proprio ad Atene, dove nel 1896 si celebrarono i primi Giochi Olimpici dell’era moderna. Si perché con le Olimpiadi di Atene si volle riprendere una tradizione interrotta che aveva avuto origine nell’era antica e precisamente ad Olimpia (Grecia) nel 776 a.c.  Ebbene, dieci anni dopo quella splendida serata d’agosto in cui brillò la nostra stella più lucente, Igor Cassina, divenuto nel frattempo testimonial della Federazione Ginnastica d’Italia, ha presenziato ai Gymcampus maschili di Castellammare di Stabia per la gioia dei tanti piccoli ginnasti partecipanti, tutti in fila per una foto ricordo e per l’autografo del loro idolo.  Approfittando del riposo tecnico domenicale, Cassina ha accolto il nostro invito per una visita agli Scavi della città che fu sommersa dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.c., “ una pagina della nostra storia sportiva recente che si immergeva nella Storia millenaria di Pompei ”.Siamo partiti da Castellammare (definita la città delle acque ma anche il porto di Pompei) accompagnati dal responsabile dell’Accademia Federale maschile Angelo Radmilovic e dalla sua gentile consorte Stefania Gini che ha fatto per noi da guida turistica. Igor è rimasto sbalordito dal sito archeologico pompeiano ricco di storia e cultura millenaria : « Dobbiamo essere davvero orgogliosi del nostro passato e della nostra storia, siamo stati la culla della civiltà per il Mondo intero -  ha commentato il campione che, durante la visita ai Granai del Foro dove sono conservati alcuni calchi dei tantissimi sepolti vivi dalla lava di quel vulcano che oggi è il simbolo della Nea-Polis (nuova città) Napoli, ha poi soggiunto -  fa tanta impressione vedere i tentativi di fuga, gli atteggiamenti corporei raccolti a protezione della testa e le espressioni di paura e disperazione scolpite sui loro volti pietrificati, quella eruzione fu un evento davvero terribile per gli sfortunati abitanti di Pompei dell’epoca » ha concluso Cassina. Una volta tanto il campione olimpico di Atene, oltre all’aeroporto di Napoli e all’Accademia Federale di Castellammare di Stabia, luoghi di ordinaria ed abitudinaria frequentazione degli sportivi e degli addetti ai lavori, ha avuto modo di ampliare le sue conoscenze ed esperienze trascorrendo una giornata diversa dalle altre. Dapprima un momento turistico - culturale con la visita al sito archeologico di Pompei, fra i più prestigiosi e frequentati al mondo, poi uno turistico – sportivo con un tuffo e nuotata nel mare della costiera sorrentina, a Vico Equense, dove l’acqua è più blu. Riprendendo la celebre canzone napoletana che recita “Vide'o mare quant'èbello”, i coniugi Radmilovic hanno così salutato Cassina al termine dei Gymcapus stabiesi « Igor  “Torna a Surriento” , ti aspettiamo».

 

 

Di Rosario Pitton