Quando si prova ammirazione per la bravura di una persona, la si applaude esprimendo così, sonoramente, l'approvazione per il suo operato. L’applauso nel mondo dei sordi attraverso la lingua dei segni, è ancora più bello ed emozionante, perché di trasforma in una fronda di mani che ricorda le foreste mosse dal vento Applaudire è un gesto consueto a teatro e in altre occasioni pubbliche, al termine di uno spettacolo o di una manifestazione sportiva. Gli atleti ricevono applausi di incoraggiamento in gara e di esultanza sul podio. Questa volta un lunghissimo applauso è arrivato per ringraziare "gli eroi dell'umanità'" in una bella campagna della Fifa con l'hashtag #WeWillWin, in cui le star del calcio di tutto il mondo, del presente e del passato, si sono riunite per mostrare il loro apprezzamento per gli sforzi compiuti e i rischi affrontati dagli operatori sanitari, così come da tutti gli altri professionisti che hanno dato il massimo per assicurare alla società di continuare a funzionare nonostante la minaccia del coronavirus. Sono 50 i giocatori che hanno voluto prendere parte a questi messaggi video, esprimendo tutta la loro gratitudine per l'impegno instancabile contro l'emergenza generata dal Covid-19. Da Beckham a Zidane, passando per Buffon, Cafu, Cannavaro, Chiellini, Eto'o, Kaka', Kane, Owe, Ozil, Maradona, Pelé', Piqué', Sergio Ramos, Roberto Carlos, Ronaldo, van Basten, Zanetti e Zidane. "In circostanze terribili è stato fenomenale il coraggio mostrato da medici, infermieri e da tutti gli altri lavoratori che ci stanno supportando in questa emergenza legata al coronavirus", ha sottolineato Chiellini. "Se volete conoscere eroi, queste sono le persone da considerare tali. Ci hanno protetto e dato speranza per ciò che verrà dopo il Covid-19. Vi saluto e vi ringrazio per tutto ciò che avete fatto per difendere ciascuno di noi". Ovviamente la Federazione Ginnastica d’Italia e i suoi atleti si uniscono idealmente a questo applauso rivolto a medici e operatori sanitari e si stringono, a distanza ma con forza, alle famiglie di chi non ce l’ha fatta e a quanti, ancora malati, lottano in terapia intensiva o in ospedale per vincere la propria gara contro il virus. Gli altri, asintomatici e guariti in quarantena, oppure i non contagiati - fatte salve per questi ultimi le ragioni previste dai decreti - restino a casa e applaudano loro stessi, perché così facendo si sincronizzano al battito del cuore dell’umanità, che altro non è che un applauso fisiologico che ci unisce tutti.