• 15 marzo 1869, a Venezia viene fondata la Federazione Ginnastica Italiana: Presidente Francesco Ravano. E’ la prima Federazione sportiva della storia del nostro Paese. Suoi fini: promuovere lo sviluppo di nuove Società ginnastiche (in Italia allora solo 6, in Germania ben 2000) e risolvere i problemi dei maestri di ginnastica sottopagati e sottostimati nelle scuole.

 

    • Ottobre 1874, scissione della Federazione Ginnastica Italiana e nascita dell’antagonista Federazione delle Società Ginnastiche d’Italia. Motivo del dissidio: contrapposizione tra il metodo tradizionale militaristico e un metodo innovativo più libero e naturale.

 

    • 7 Luglio 1878, la Ginnastica diventa obbligatoria nelle scuole pubbliche. Diminuiscono così i giovani che trovano gratuitamente nella scuola ciò che prima dovevano praticare a pagamento nelle società private. Queste, per sopravvivere, devono rivolgersi al settore degli adulti aprendo sezioni di sport agonistici (nuoto, ciclismo, palla al cesto, pattinaggio..) ad essi più graditi della Ginnastica metodica. La Federazione Ginnastica assume così il ruolo di patrocinatrice di tutti gli sport.

 

    • 1881, istituzione del primo Ufficio statale per la Ginnastica: l’Ispettorato centrale della Ginnastica presso il Ministero della Pubblica Istruzione. La Ginnastica, però, senza palestre e senza attrezzi, è poco praticata nelle scuole.

 

    • 19 Dicembre 1887, ricomposizione del dissidio e fusione degli organi federali scissionisti nella Federazione Ginnastica Nazionale: Presidente il Generale Luigi Gerolamo Pelloux. Con tale nomina viene riaffermata l’impostazione militaristica della Ginnastica.

 

    • 31 Maggio 1888, costituzione dei ruoli organici dei maestri di Ginnastica presso il Ministero della Pubblica Istruzione.

 

    • Luglio 1890, pubblicazione del numero 1 del bollettino della Federazione Ginnastica Nazionale, che dal giugno 1901 assumerà il titolo “IL GINNASTA”.

 

    • 8 Settembre 1896, la Federazione Ginnastica viene riconosciuta Ente Morale.

 

    • 1897, il Senatore Francesco Todaro è Presidente della Federazione; avvio, nell’età Giolittiana, di una politica federale improntata alla democratizzazione della Ginnastica, che fino ad allora non era riuscita a conquistare le classi popolari. Apre agli operai e alle donne, incentivando la costituzione di società Ginnastiche Femminili e per i lavoratori.

 

    • 1901, la Federazione Ginnastica Nazionale cambia denominazione in Federazione Ginnastica Italiana. Assumerà poi la denominazione di Federazione Ginnastica Nazionale Italiana, poi quella di Reale Federazione Ginnastica Italiana, prima di arrivare all’attuale denominazione di Federazione Ginnastica d’Italia.

 

    • 1906, Alberto Braglia conquista la prima medaglia d’oro della Ginnastica alle Olimpiadi suppletive di Atene. Le società Ginnastiche federali salgono a 200.

 

    • 1907, nascita del Comitato Italiano per le Olimpiadi internazionali, che può essere considerato il primo comitato Olimpico italiano a carattere non permanente. Opposizione della FGI che aspira a svolgere essa stessa, dato il ruolo di coordinamento svolto sempre nei confronti di tutti gli altri sport, i compiti affidati al nuovo organismo. Soltanto nel 1914 la FGI accetterà ufficialmente il proprio ridimensionamento di fronte al ruolo ed al carattere ufficiale assunto dal CONI.

 

    • 1914, Andrea Torre diventa Presidente della FGI e con un programma militarista e interventista trascina società Ginnastiche e Federazione verso la tragedia della guerra, portando al fallimento il programma di democratizzazione voluto da Todaro.

 

    • 1920, la FGI apre i suoi programmi ad un moderato agonismo per contrastare il successo degli sport più agonistici e divertenti per i giovani. Inaugura una politica dal doppio binario: educazione fisica per tutta la popolazione e ginnastica agonistica per campioni selezionati.

 

    • 1925, le società Ginnastiche federate salgono a 503. La Ginnastica è molto ricercata soprattutto tra le donne.

 

    • Dicembre 1928, approvazione della Carta dello sport: il CONI e tutte le Federazioni Sportive alle dipendenze del Partito Nazionale Fascista. La FGI perde la componente popolare e formativa della sua attività trasferita dal regime all’Opera Nazionale Ballila e mantiene solo quella incentrata sull’agonismo e sul campionismo. Conseguentemente avvio di una grossa crisi per la Federazione, le Società Ginnastiche scendono a 353.

 

    • 1942, il CONI diventa Federazione delle Federazioni Sportive, che perdono così ogni autonomia politica, economica e tecnica.

 

    • 1946, continua la crisi della Ginnastica e della FGI nel dopoguerra: calo delle Società Ginnastiche (da 149 nel ’46 a 129 nel ’48), mancanza di fondi, requisizione delle palestre per gli sfollati, assenza di attrezzi.

 

    • 1949, Cesare Marchisio è presidente della FGI. Avvio di una politica di modernizzazione della Ginnastica basata sullo sviluppo della Ginnastica artistica e agonistica, rispetto a quella atletica.

 

    • 1952, la Ginnastica ritmica entra a far parte dei programmi scolastici col nome di Ginnastica Femminile moderna ad opera della prof.ssa Andreina Gotta Sacco.

 

    • 1960, la politica di sviluppo della Ginnastica Artistica porta la Ginnastica Italiana fuori dalla crisi del dopoguerra. Alle Olimpiadi di Roma: bronzo per la squadra maschile, argento per Giovanni Carminucci alle parallele, bronzo per Franco Menichelli al corpo libero. Il Segretario della FGI Angelo Riva si dichiara a favore sia della ginnastica artistica, agonistica e individuale, sia di quella popolare e di massa, riproponendo una politica del “doppio binario” ancora oggi alla base dei programmi federali.

 

    • 1964, Olimpiadi di Tokio: per Franco Menichelli oro al corpo libero, argento agli anelli, bronzo alle parallele.

 

    • 1965, Mario Gotta è presidente della FGI. Nei suoi anni di Presidenza c’è un considerevole aumento non solo dell’attività delle società e di quella federale, bensì anche una partecipazione sempre più numerosa ed attiva dei giovani nelle palestre. Nel 1969, il Prof. Gotta è l’artefice principe delle manifestazioni celebrative indette per ricordare il primo centenario della Federazione.

 

    • 1970, istituzionalizzazione della sezione di Ginnastica ritmica nei quadri delle attività ufficiali della FGI.

 

    • 1977, Bruno Grandi è presidente della FGI: la sua presidenza persegue e attua il grande sforzo di uniformare l’organizzazione tecnica federale, in modo tale che questa organizzazione potesse esprimersi ai massimi livelli internazionali.

 

    • 1996, Jury Chechi vince la medaglia d’oro agli anelli alle Olimpiadi di Atlanta, coronando una straordinaria e ineguagliabile carriera sportiva costituita dai seguenti successi: Vince consecutivamente i Campionati Italiani dal 1989 al 1995, i Giochi del Mediterraneo, le Universiadi e la Coppa Europa. Di diverso rilievo sono i quattro titoli europei agli anelli (1990, 1992, 1994, 1996) ed i cinque titoli mondiali, sempre agli anelli (dal 1993 al 1997).

 

    • 1999, a seguito del decreto Melandri la FGI diventa Ente privato di rilevanza pubblica, sottoposta alla vigilanza del CONI che mantiene il potere di indirizzo e controllo della stessa. Negli ultimi anni la crisi del totocalcio e degli altri concorsi sportivi, gestiti dal CONI, portano due conseguenze: 1) il passaggio della gestione dei concorsi dal CONI ai Monopoli di Stato 2) il trasferimento di alcune funzioni del CONI ad una società “ CONI Servizi spa”, creata nel 2002, di proprietà dello Stato, cancellando in questo modo i due pilastri su cui si è retto per decenni il modello sportivo italiano: l’autofinanziamento e l’autonomia.

 

    • 2000, Riccardo Agabio è Presidente della FGI: nonostante la sostanziale diminuzione dei mezzi economici nulla viene lasciato al caso per quanto riguarda la preparazione Olimpica e viene incentivato lo sviluppo delle attività di base. La Federazione si struttura costituendo due grandi settori denominati: Ginnastica per Tutti e Ginnastica Olimpica.

 

    • 2004, la Ginnastica torna agli antichi trionfi: Alle Olimpiadi di Atene vengono conquistate 3 medaglie: Oro, per Igor Cassina alla sbarra (nella storia della ginnastica artistica, è la prima volta in assoluto che un ginnasta italiano conquista il titolo Olimpico alla sbarra); Argento, per la squadra di Ritmica; Bronzo, per ,ancora una volta, il Signore degli Anelli, Jury Chechi. Con grande orgoglio è stato lui a portare il Tricolore durante la cerimonia di apertura. A quasi 35 anni l'Olimpiade ateniese era la sua ultima chance e Jury Chechi con grande merito ha compiuto l'impresa di raggiungere il podio: la medaglia è stata di bronzo ma il valore sportivo e umano hanno superato di gran lunga quello del metallo più prezioso.

 

    • 2006, è un anno storico per la Sezione femminile, che a Volos si aggiudica con la squadra il titolo europeo e poi con Vanessa Ferrari vince il Concorso Generale di Ginnastica Artistica ai campionati del Mondo di Aahrus.

 

    • 2008, ai Giochi di Pechino la FGI, che, per la prima volta da quando esistono le qualificazioni, si presenta con tutte e quattro le Sezioni Olimpiche, conquista tre quarti posti, nella sbarra con Igor Cassina, agli anelli con Andrea Coppolino e nella ritmica a squadre con Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Marinella Falca, Fabrizia D’Ottavio, Daniela Masseroni e Angelica Savrayuk.

 

 



    • 2009: al di là dei successi della Squadra Maschile, Enrico Pozzo (sbarra), Alberto Busnari (cavallo con maniglie), Elisabetta Preziosa (corpo libero) e Julieta Cantaluppi (concorso individuale Ritmica) ai Giochi del Mediterraneo di Pescara, la stagione sarà segnata dall’argento al corpo libero di Vanessa Ferrari agli Europei di Milano e dal bronzo alla sbarra di Igor Cassina ai Mondiali di Londra. L’ultima medaglia dell’olimpionico che deciderà poi di ritirarsi dall’attività agonistica. Sul fronte dei piccoli attrezzi le Farfalle azzurre lavano la delusione di Pechino nel doppio oro iridato di Miè (completo e 3nastri/2 funi). Medaglia d’oro anche per Giulia Bianchi, individualista di Aerobica, agli Europei di Liberec. Il Presidente Agabio è riconfermato membro della Giunta Nazionale del CONI con il maggior numero di voti dopo il Presidente FIGC Giancarlo Abete ed è nominato di nuovo Vice Presidente Vicario del CONI.

    • 2010, clamoroso bis della Squadra Nazionale di Ritmica (Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Giulia Galtarossa, Angelica Savrayuk, Romina Laurito e Daniela Masseroni) che va a difendere il titolo del concorso generale ai Mondiali di Mosca, in casa delle storiche rivali russe. Trionfo anche per Matteo Morandi, campione continentale agli anelli di Birmingham. Esordio sul podio per Carlotta Ferlito e Ludovico Edalli nell’edizione inaugurale dei Giochi Olimpici Giovanili di Singapore. La Bianchi, infine, si conferma con l’argento ai Mondiali dei Rodez.

    • 2011: terzo titolo consecutivo per le Farfalle di Emanuela Maccarani (Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Marta Pagnini, Angelica Savrayuk, Romina Laurito e Andreea Stefanescu) ai Mondiali di Montpellier. Nella Femminile sboccia definitivamente la Ferlito, seconda agli Europei di Berlino sulla trave. Bronzo alle sue spalle per Elisabetta Preziosa. Argento continentale anche per Emanuele Pagliuca, individualista di Aerobica, a Bucarest.

    • 2012: la Federazione Ginnastica d’Italia, dopo il Test Event di gennaio, qualifica di nuovo tutte le sue Sezioni olimpiche ai Giochi di Londra e, con l’ammissione dell’individualista di Ritmica, assente a Pechino, fa addirittura meglio del quadriennio precedente. Saranno 18 in tutto gli atleti presenti alla XXX edizione della rassegna del CIO. A Londra Matteo Morandi vince il bronzo agli anelli e la Squadra di Ritmica quello nel concorso generale.

    • la FGI ad oggi conta circa 130.000 tesserati suddivisi nelle diverse discipline; le Società Ginnastiche affiliate alla Federazione sono più di mille. L’obiettivo più grande che la Federazione intende perseguire è quello di assurgere sempre più a modello di Cultura Sportiva, presentando i propri atleti maturi e consapevoli, inseriti nel mondo dello studio o del lavoro e che siano l’immagine di uno sport complesso ed impegnativo, ma pur sempre a dimensione umana.