Al termine delle premiazioni, dopo l’ennesimo Inno di Mameli, il DTN della Sezione di Artistica Femminile Enrico Casella, tra il soddisfatto e l’emozionato, ha rilasciato le sue dichiarazioni in zona mista all’OlympiaHalle di Monaco di Baveira, mentre i tecnici delle altre nazionali si complimentano per il trionfo azzurro:

“Abbiamo fatto quello che sappiamo fare. Il difficile è farlo nel momento giusto. Il 165.163 di oggi pomeriggio, in una gara secca, cioè senza la possibilità di scartare i parziali peggiori, è un risultato davvero importante. In qualifica avevamo ottenuto lo stesso totale (165.162) a dimostrazione della nostra solidità, tecnica e psichica. Ripetersi con la formula del 3 su 3, con un percorso netto, senza cadute, a due giorni da un’altra finale europea ugualmente impegnativa è un impresa straordinaria. Questo è il nostro valore, lo abbiamo dimostrato per ben due volte e, tanto per essere chiari, anche se ci fossero state le Russe, 165 punti e rotti per batterci li avrebbero dovuti fare loro. E non era detto. Nessuna squadra al mondo si porta da casa 165 punti in una gara a squadre con tre punteggi secchi. Siamo i campioni d’Europa perché siamo stati più bravi dei presenti. La final eight è iniziata bene fin da subito. Al volteggio, nella loro specialità di punta, abbiamo lanciato alle britanniche un segnale inequivocabile, dandogli due decimi di distacco. Poi tra parallele e trave abbiamo fatto la differenza. Le ragazze hanno gestito tutte le situazioni al meglio. Al corpo libero, all’ultimo giro, è stata l’apoteosi, una passerella. Anche se, in verità, poteva sempre esserci un infortunio, con un punteggio basso che avrebbe rivoluzionato la classifica. Basta poco a questi livelli per scendere dal primo all’ultimo posto. Malgrado sapessimo di avere quei tre punti di margine, le ginnaste hanno tenuto alta la concentrazione. La Gran Bretagna, bronzo olimpico, ha sentito la pressione di doverci sempre inseguire, ad ogni rotazione gli esercizi da fare diminuivano e diventava sempre più arduo recuperare. Volos 2006? Le vittorie sono tutte belle, non posso fare paragoni. L’importante è ripetersi. Asia ha bissato il trionfo di Vanessa Ferrari ad Amsterdam 2007, oggi siamo riusciti a riprenderci l’oro a squadre che mancava da sedici anni. E’ bello tornare ciclicamente al vertice, anche se è passato del tempo. Significa che non è frutto del caso, bensì la conseguenza di lavoro e programmazione. Questo è un gruppo cresciuto tutto all’Accademia di Brescia. Quattro di loro fanno parte del gruppo sportivo delle Fiamme Oro. Le ragazze del 2006 invece venivano da diverse società: la Brixia, Trieste, Imola, Travagliato. Ora pensiamo alle finali di domani, perché non è finita qui. Ci teniamo, tutti insieme, a dedicare questa medaglia d’oro storica ad Anna Claudia Cartoni. Una tecnica, una giudice, una collega che lavorava in Federazione, ma soprattutto un’amica. L’avevo sentita poche settimane prima dell’incidente al Giglio, avevo avuto una riunione con lei sui programmi tecnici. Poi è arrivata quella notizia terribile. Siamo rimasti tutti senza parole. Era una grande appassionata di ginnastica e voleva bene a queste ragazze. La vittoria è per lei!”.