Torino ha risposto alla grande. Un pubblico straordinario - più di quattromila unità, con altre mille fuori del PalaRuffini a cercare gli ultimi biglietti disponibili - ha accolto i campioni della ginnastica, neanche fossero eroi di sport più decantati. Il Grand Prix – Neutromed Cup, in diretta su Rai Tre, ha regalato forti emozioni, anche quando si è trattato di clamorosi errori. Igor Cassina, per esempio, ha mancato proprio il movimento che porta il suo nome, forse un po’ deconcentrato dal clima di festa e dall’attestato delle Nazioni Unite, che il rappresentante ONU Antonio Maria Costa gli ha consegnato a fine manifestazione, nel centro della pedana, di fronte al presidente del Coni Gianni Petrucci, al prof. Bruno Grandi, presidente della Fédération Internationale de Gymnastique e al prof. Riccardo Agabio, presidente della Federazione Ginnastica d’Italiana. “Sono ancora nella prima fase della preparazione per i prossimi mondiali – ha detto la medaglia d’oro olimpica – è normale incappare in qualche imprecisione; meglio sbagliare ora, davanti ai miei tifosi, che a Melbourne”. Grazie all’errore di Igor (8.600), lo sloveno Pegan è riuscito a salire, abbastanza comodamente, sul gradino più alto del podio con il punteggio di 9.700, dopo un ottimo esercizio che non ha lasciato margini di recupero né a Pozzo (9.200), proiettato improvvisamente nel ruolo di salvatore della patria, né a Maras, bronzo con 9.100. Busnari, anche egli vittima di una presa mancata alla sbarra, ha chiuso la classifica dietro a Cassina con un 7.900, ma a difesa del ginnasta di Melzo va anche detto che il suo attrezzo, in Australia, sarà il cavallo con maniglie ed è là che dovrà dimostrare tutto il suo valore. Negli anelli la sfida tra i due eredi di Chechi si è conclusa con un niente di fatto. Il campione europeo in carica, Andrea Coppolino e la medaglia d’oro di Almeria Matteo Morandi hanno chiuso entrambi al primo posto (9.650) con un salomonico ex aequo, che mette tutti d’accordo. La rivincita se la sono promessa ai campionati del Mondo, dove però il terzo incomodo potrebbe essere Angioletti (9.500), giunto solo quinto a Torino ma dietro personaggi del calibro di Tampakos (9.550) e Jovtchev (9.600), rispettivamente oro ed argento ad Atene 2004. Nella femminile la ceca Sikulova con un 9.100 ha vinto la gara alle parallele asimmetriche, davanti alla veterana Bergamelli (9.000), alla giovane promessa Vanessa Ferrari (8.600), vittima anche lei di un’inattesa caduta e alla spagnola De Simone (8.600). La piccola della Brixia è la speranza italiana per Pechino 2008 ed è normale che nel suo percorso di crescita possa incappare, qualche volta, in piccole imprecisioni, utili, però, ad accumulare esperienza. Nel trampolino, Nikitin (39.400) ha sbaragliato la concorrenza del tedesco Stehlik e del nostro Cannone (38.900), che con un altro parimerito (38.900) si sono divisi la piazza d’onore. Dietro di loro il portoghese Merino che con 38.800 si è dovuto accontentare di una medaglia di bronzo, dal sapore di legno. Nella ritmica le fantastiche azzurre campionesse del mondo, acclamate come dive di Hollywood, si sono prese la soddisfazione di superare la Bulgaria in quell’esercizio ai 5 nastri che neanche una settimana fa aveva premiato con l’oro di Baku la Ranguelova e compagne. Nel completo le ragazze della Maccarani hanno bissato l’oro dei mondiali ai cerchi e clavette con un ottimo 32.000, mentre le bulgare si sono accontentate di un 30.350. Il forfait della Russia all’ultimo momento grida ancora vendetta.

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