Dopo un'assenza di trentuno anni la rassegna iridata torna dunque in Bulgaria. All'Arena Armeec, teatro nel 2014 di un Europeo di Artistica che vide Vanessa Ferrari laurearsi campionessa continentale al Corpo Libero, sfileranno 350 ginnaste provenienti da 61 Nazioni. Varna, città affacciata sul Mar Nero, aveva già ospitato i Mondiali di Ritmica nel 1969 e nel 1987. L’edizione del 2018 rappresenta dunque un esordio assoluto per la capitale. La storia bulgara dei piccoli attrezzi ci riporta agli anni '50, quando la sua scuola iniziò a sviluppare un approccio alternativo rispetto a quello che ebbe origine in Unione Sovietica. Negli anni '80 la Bulgaria fu la nazione dominante in questa disciplina. Adriana Dunavska, Dilyana Georgieva, Lilia Ignatova, Bianka Panova, Iliana Raeva e Anelia Ralenkova hanno tutte messo la firma sul palmares della FIG, conquistando il titolo di regine planetarie. Il successo delle "Golden Girls" - come vengono chiamate in Patria, dove sono considerate uno dei tesori nazionali - è merito in gran parte di Neshka Stefanova Robeva, storico head coach del dream team bulgaro, vincitrice, da ginnasta, di ben quattro medaglie (tre d’argento e una di bronzo) ai Mondiali casalinghi del ‘69. Le "ragazze d'oro" avranno una loro autorevole rappresentante a Sofia 2018. Maria Petrova, campionessa mondiale All-around dal 1993 al 1995, presidente del Comitato Tecnico UEG, sarà la FIG Ambassador per l’edizione che prenderà il via lunedì 10 settembre. Un’edizione speciale dal punto di vista olimpico, visto che il Concorso generale d’Insieme di sabato 15 assegnerà tre pass diretti per i Giochi di Tokyo 2020. Le altre nazioni avranno ulteriori possibilità di qualificazione ai Mondiali di Baku del 2019 e nel circuito della World Cup. Il Giappone chiuse al terzo posto, dietro Russia e Italia, nel medagliere di Pesaro 2017, collezionando tre bronzi e un argento. Le prospettive nipponiche non sono mai state così brillanti, in vista dell’Olimpiade di casa. Sulle rive dell’adriatico la squadra ottenne due storiche medaglie di bronzo nell'All around e nei 5 cerchi, con l’argento alle 3 palle e 2 funi, per questo motiva va annoverata tra le pretendenti ad un posto sul podio, insieme alle campionesse uscenti della russia, alla Bulgaria e alle azzurre di Emanuela Maccarani, vincitrici dei circuiti stagionali di Coppa del Mondo. L’Adriatic Arena segnò anche la consacrazione di Kaho Minagawa, bronzo nella finale al cerchio e prima medaglia individuale in un campionato mondiale di ginnastica ritmica per il Giappone in 42 anni. Ma la scena dell’impianto di Asen Yordanov Street sarà tutta delle gemelle diverse Arina e Dina Averina, che da Rio de Janeiro in poi si sono alternate sui gradini più alti delle competizioni più importanti del quadriennio, Europei, World Games e Mondiali. Staffetta tra Pesaro e Guadalajara tra le due sorelline russe, che stanno trasformando la Road to Tokyo in un affare di famiglia. Compagne di squadra, migliori amiche, identiche d’aspetto e di tecnica, le Averina sono una coppia davvero rara nello sport – nell’artistica italiana ci sono le due fate omozigote, Asia e Alice D’Amato, campionesse continentali di categoria – capace di mettere in fila risultati impressionanti. Chi potrà spezzare il regno delle Twin Queen? Occhio alla diciannovenne israeliana Linoy Ashram, che dopo il l’exploit pesarese - prima medaglia di bronzo mondiale per il suo Paese nell'All around - ha inanellato una serie di successi: dal titolo generale della World Cup ai due titoli All around nelle Challenge Cup (l’unica ginnasta in assoluto a vincerne due nello stesso anno). L’Italia potrà mettere in mostra i suoi due gioielli – Alexandra Agiurgiuculese, nel 2017 ottava nelle 24 e Miss Eleganza Longines, oro ai giochi del Mediterraneo di Taragona, e Milena Baldassarri, campionessa italiana in carica, nona a Pesaro, dove ricevette il premio speciale Aliya Kabaeva – e Alessia Russo, protagonista lo scorso quadriennio insieme a Veronica Bertolini, ginnasta di grande esperienza che sfiorò di poco la qualificazione ai Giochi del 2016.