Glasgow ha fatto scuola. L’edizione dei mondiali scozzesi del 2015 è divenuta un modello al quale la ginnastica moderna ormai ha deciso di ispirarsi, come è stato confermato apertamente, oggi, nella conferenza stampa di presentazione della rassegna di Montreal, alla presenza del Presidente mondiale Morinari Watanabe e di Nadia Comaneci. Un modello dove i linguaggi dello show business reclamano il loro diritto di espressione, al fine di rendere più popolare uno sport rimasto troppo a lungo in un alveo tecnico autoreferenziale. E così l’Olympic Stadium diventa un catino di luci ed effetti, che si accendono e spengono all’ingresso degli atleti, con un palco illuminato e un maxi schermo grande quanto la curva dello stadio a fare da cornice allo spettacolo delle pedane. Certo, il Mondo della magnesia qualche piccolo compromesso  dovrà pur accettarlo, senza però farsi prendere la mano, come forse è accaduto nella gestione del cronometro della prova podio. “Il sistema dei tre minuti per ginnasta è una delle cose da rivedere – ci conferma il DTN della Femminile Enrico Casella – perché così è davvero stressante. Un po’ tutte le Nazioni hanno fatto fatica, commettendo errori che altrimenti, con più calma, si sarebbero potuti evitare. Nel voler dare lo stesso tempo sull’attrezzo ad ogni atleta si è ridotto drasticamente il tempo complessivo di ciascuna Federazione. Adattarsi alle luci e all’attrezzatura in 180 secondi è difficile per tutti. La corsa delle lancette è stato un fattore destabilizzante anche per Paesi forti, abituati a far mondiali ed olimpiadi e soprattutto a gestirsi in modo differente”. Al di là di questo diversivo, la prova generale del pomeriggio è filata abbastanza liscia per le nostre quattro azzurre, inserite nella quarta delle cinque rotazioni femminili. A cominciare dalla trave, il turno dell’Italdonne ha fornito indicazioni importanti al capo dei tecnici GAF, che a fine giornata ha ufficializzato, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, la strategia della qualifica del 5 ottobre (dalle 22.00 a mezzanotte, ora italiana): “Vanessa ha provato il raccolto avvitato in trave e lo Tsukahara avvitato al corpo libero. Per farla stare più tranquilla, però, probabilmente rinunciamo al Tempo Tsukahara in prima diagonale con il doppio teso in seconda, riproponendo, di fatto, l’esercizio di Rio de Janeiro, mentre alla trave tireremo via l’entrata nuova, la Rondata salto, che se la sbagli mandi tutto il resto a monte, cercando di portare a casa la serie acrobatica,  flic flic raccolto avvitato. Anche con Lara dovremo rivedere qualcosa, perché con i doppi tesi, con il triplo al corpo libero c’è qualche problemino. Le giurie sono molto severe quindi bisogna trovare degli accorgimenti per non dare il fianco sul riconoscimento degli elementi. A Brescia avevamo studiato un’alternativa che probabilmente metteremo in atto. Le due giovani ne sono uscite incolumi, e già questa è una buona notizia. Carofiglio non farà la trave, la Berardinelli il corpo libero, quindi la Mori sarà l’unica impegnata sul giro completo. Desiree infine proverà i due salti per la finale al corpo libero: uno Yurchenko con un avvitamento e mezzo e un Kasamatsu”. E tutto questo avverrà sotto i riflettori di un impianto che brama di rivivere i fasti dei Giochi del 1976, tra effetti speciali con i quali la Federazione Internazionale e il Comitato organizzatore canadese vorrebbero stupire, dimenticando, in questa rincorsa verso i canoni commerciali degli sport di massa, che di speciale la Ginnastica ha sempre avuto altro…se stessa!