Sull’onda di una tradizione fatta di innumerevoli successi, ieri le gemelle russe Dina e Arina Averina, all’Adriatic Arena di Pesaro, si sono aggiunte alla storia, intascando entrambe il primo oro del loro debutto mondiale.

GEMELLE D’ORO – Come ampiamente dimostrato in varie competizioni della stagione, le due 19enni di Nizhny Novgorod non hanno perso tempo a fare delle prime finali individuali un vero e proprio affare di famiglia. Con l’esercizio al cerchio di maggior difficoltà tra quelli presentati dalle otto finaliste, Dina ha vinto il primo titolo della rassegna iridata superando di poco la sorella. Una routine eccezionale e di grande impatto, presentata al pubblico e alla giuria sulle note di “Swan Lake”. Ma si sa, tra sorelle bisogna sempre dividere tutto: infatti con la palla – il suo attrezzo di punta - è Arina ad avere la meglio, privando la gemella del suo secondo titolo grazie ad una esecuzione leggermente più pulita.

GIAPPONE E BULGARIA DI BRONZO – Mentre la bandiera della Russia ha sventolato ininterrottamente nelle edizioni iridate degli ultimi sette anni, l’ultimo titolo mondiale – e individuale - conquistato da una giapponese risale al 1975. Con un bronzo per l’elegantissima routine al cerchio di Kaho Minagawa, montata sulle note di "All by myself" di Valery Chernyshev, il Giappone sarà costretta ad aspettare un altro anno. Anche la Bulgaria, che non saliva su un podio mondiale dal 2011, torna in grande spolvero sul fronte individuale trascinata dall’eleganza e la precisione di Neviana Vladinova alla palla. Sulla melodia del "Concerto de Aranjues" di Joaquin Rodrigo, infatti, ottiene un bronzo dietro alle due russe. Sebbene vanti una storia centenaria con i piccoli attrezzi, di recente la Bulgaria ha brillato con meno intensità rispetto agli scorsi anni ’80. Grazie al suo trionfo, la regina con la palla della World Cup 2017 ha riacceso invece una speranza per le nuove generazioni, dando loro un obiettivo da perseguire in vista della prossima edizione mondiale che, nel 2018, si terrà proprio a Sofia.

FONTE FIG - Traduzione a cura dell'Ufficio Comunicazione e Relazioni Esterne FGI (foto Fabrizio Carabelli/FGI e Dario Ventre/FGI)