Romina Laurito:
“Ho indossato il body bianco della mia palla, l’attrezzo che amavo di più e che mi hanno tolto. Ci sono tanto affezionata a quel costume. Sono contenta principalmente per aver tenuto le clavette ben salde tra le mani. Una traiettoria sbagliata e un lancio corto sulla prima diagonale mi hanno condizionato nel salto e nella ripresa indietro piuttosto che in avanti. Un altro lancio di entrambe le clavette mi è venuto troppo lungo. Ce l’ho messa davvero tutta per ritrovare la concentrazione giusta dopo la delusione di ieri. E credo di esserci riuscita, anche perché questo è un attrezzo che mi diverte. Nonostante l’esecuzione, sono soddisfatta della mia prova. Ora mi manca il nastro, e si sa quanto io vada poco d’accordo con i pivot. A Conversano, però, nell’incontro premondiale, ho eseguito l’esercizio più bello della mia vita. Anche la mia allenatrice si stropicciava gli occhi, incredula. Spero di riuscire a ripetermi domani, sospinta dai Carmina Burana di Karl Orff. E’ l’ultimo sforzo, per un traguardo importantissimo. Noi vogliamo Pechino e siamo tutte e tre cariche e determinate a tener vivo questo sogno”.