Inizio convincente delle due individualiste italiane ai Mondiali di Stoccarda. Entrambe impegnate al cerchio, Alessia Russo ha ottenuto il punteggio di 16.633 (D. 8.200 – E. 8.433), mentre Veronica Bertolini ha sfiorato il 17, fermandosi a quota 16.933 (D. 8.400 - E. 8.533). Due parziali che, dopo solo un quarto di gara, lasciano ancora aperte tutte le possibilità della vigilia, a cominciare dall’eventuale ingresso nella finale a 24 di venerdì. “E’ il mio obiettivo principale – conferma decisa la bella valtellinese, cresciuta nella San Giorgio di Desio – Da adesso in poi dovremo essere sempre più concentrate, perché, al di là della preparazione, che in un mondiale hanno raggiunto bene o male tutte,  la gara si fa con la testa.  Rispetto alle altre edizioni mondiali cui ho preso parte la differenza qui la fa la posta in gioco. E’ normale che la prospettiva di una qualificazione olimpica metta più ansia. Bisognerà lottare, mantenendo i nervi saldi. Io devo ammettere che oggi mi sono addirittura divertita – continua la tre volte campionessa italiana assoluta – La musichetta che mette l’organizzazione tedesca per accompagnare l’ingresso in pedana carica di brutto e poi cammini su una passerella rialzata con il tuo nome gigante sul display, roba da brividi. Mi dispiace solo di non aver eseguito un paio di rischi, altrimenti sarebbe andata di lusso. Per l’ultimo, aggiunto di recente insieme ad una maestria in apertura, ero in ritardo sulla musica ed ho preferito chiudere piuttosto che prendere una penalità. Ho sentito Alessia (Russo, ndr.) fare un gran tifo, come mia madre Dalia e mio fratello Mattia, che sono venuti apposta fino a Stoccarda per sostenermi. Domani si torna in pista con la palla, intorno alle 10 del mattino. Ma, a parte l’alzataccia, per me non farà differenza. Siamo arrivate in Germania con le idee chiare, si tratta ora di metterle in pratica, e basta!”. Sulla stessa lunghezza d’onda la compagna di Nazionale, con la quale divide la stanza all’hotel Ibis di Siemenstrasse 28, nella parte nord della capitale del Baden-Württemberg. La toscana, in forza all’Armonia d’Abruzzo, una delle realtà più titolate della ginastica nostrana, ha lavorato moltissimo per farsi trovare pronta all’appuntamento più importante del quadriennio olimpico. “Con la mia tecnica, Germana Germani, ho rivisto alcuni passi ritmici – ci racconta con il solito sorriso solare e gli occhi dolci – perché bisogna migliorarsi sempre. Figuriamoci per un mondiale. Paura? All’inizio te la porti dentro – ed è giusto che sia così, aiuta a tenere alta la tensione - ma poi si dissolve appena assumi la posa di partenza dell’esercizio. E per domani sono ancora più gasata per i body nuovi di zecca; quello del cerchio, infatti, era l’unico che avevo già usato ad Izmir, lo scorso anno. La mia specialità preferita? Le amo tutte. E poi non lo sapete che gli attrezzi hanno un’anima? Non direi mai con quale mi trovo meglio, gli altri potrebbero rivoltarsi contro di me, per carità!”. Scaramanzia e superstizione sono all’ordine del giorno nella ginnastica. Forse perché ci si impegna talmente tanto, si suda e si fatica al punto che è meglio evitare qualunque cosa, razionale o no, in grado di compromettere il resto, fosse anche la suscettibilità dello strumento ginnico che si tiene tra le mani. E allora, con la metà delle avversarie più forti, a cominciare dalle russe Yana Kudryavtseva (18.933) e Margarita Mamun (17.833), dall’israeliana Neta Rivkin (17.783) e dalle bielorusse Melitina Staniouta (17.716) e Katsiaryna Halkina (17.383), oggi impegnate alla palla, e l’ottimo avvio al cerchio dell’ucraina Ganna Rizatdinova (18.366), della coreana Son Yeon Jae (17.933) e dell’azera Marina Durunda (17.750), servirà, proprio come in “Fantasia” di  Walt Disney, che anche gli attrezzi azzurri facciano il loro dovere.