Come nelle migliori storie, nei libri più coinvolgenti, chiuso un capitolo viene subito la voglia di leggere il seguente. E in un volume che quest’anno festeggia la sua 150ª pagina, la Ginnastica continua a scrivere capitoli, allo stesso tempo, vincenti e avvincenti, come quello appena conclusosi a Minsk. Alla vigilia delle Universiadi, che apriranno ufficialmente domani allo Stadio San Paolo, davanti ad oltre 30 mila spettatori con una cerimonia ideata dal direttore artistico Marco Balich e dalla regista Lida Castelli (diretta tv di RAI2, dalle ore 21), la FGI torna dagli European Games di Minsk con il bottino di due medaglie d’oro e quattro quarti posti che potevano, con un pizzico di fortuna, trasformarsi in altro. Tutt’altra storia rispetto a Baku 2015, quando la nostra spedizione si chiuse con l’argento della coppia mista di Aerobica. In Bielorussia, invece, non solo Michela Castoldi e Davide Donati hanno scalato di un gradino il podio, malgrado quattro anni in più sulle spalle e due titoli iridati consecutivi che avrebbero appagato chiunque altro, ma la vittoria di Marco Lodadio - al termine di un’escalation, iniziata a Doha lo scorso ottobre, e che francamente ci fa pensare ad un epilogo naturale, in quel di Tokyo, che, per scaramanzia, preferiamo scacciare dalla mente - ha rappresentato la classica ciliegina sulla torta, mettendo il punto esclamativo in una disciplina, appunto, olimpica. E a dimostrazione dell’importanza dell’evento di domenica, ossia delle finali di specialità dell’Artistica, seppur inserite all’interno di una manifestazione multidisciplinare, è stata la presenza alla Minsk Arena di Vladimir Putin e del Presidente del Cio Thomas Bach. “Catch your dream”, recitava lo slogan della seconda edizione dell’evento del COE, che il Segretario Raffaele Pagnozzi, ai microfoni di Volare TV, ha salutato come una scommessa ormai vinta, rimandando la sfida a Cracovia nel 2023. La Ginnastica ci sarà. Il Presidente dell’UEG Farid Gayibov e l’omologo dei Comitati Olimpici Europei Janez Kocijancic hanno firmato l’accordo. Come rinunciare alla regina dell’Olimpismo, che porta il maggior numero di ascolti televisivi e di biglietti staccati? Va anche detto, però, che l’innesto nel programma di Aerobica e Acrobatica – ancora “snobbate” dal Comitato Olimpico Internazionale - è stata una felice intuizione. Quanto quella della Federazione Ginnastica d’Italia di richiedere ed ottenere l’organizzazione degli Europei di entrambe le discipline, a Pesaro nel 2021. Intanto Minsk 2019 si congeda agli occhi del mondo sportivo e dei 50 Paesi che hanno preso parte alla rassegna inaugurata al Dinamo Stadium lo scorso 21 giugno. Nove giorni dopo, mentre quel che resta dei circa 4000 atleti che hanno preso parte ai Giochi colora la classica cerimonia di chiusura, è tempo di bilanci. L’Italia ha affidato il suo Tricolore alla pistard non ancora ventenne Letizia Paternoster, oro nel Team Pursuit. Per la ginnastica, insieme a Lodadio, c’erano Carlo Macchini e Nicolò Mozzato, altrettanto giovani, con il sogno di ritrovarsi in una cerimonia simile, ma ben più grande, lì dove sorge il Sole, nel fine di luglio dell’anno a venire. L’Italia Team guidato da Anna Riccardi colleziona 41 medaglie (13 ori, 15 argenti e 13 bronzi) che le valgono il quarto posto in classifica generale, dietro Russia, Bielorussia e Ucraina. Ad esse va aggiunta la carta olimpica nel tiro con l’arco femminile conquistata da Lucilla Boari nel Mixed Team insieme a Mauro Nespoli (mattatore con due ori e un bronzo complessivi). L’inno di Mameli ha risuonato per 13 volte. Con il tiro a volo e il ciclismo che si confermano 'forzieri' azzurri con nove medaglie ciascuno (3 ori, 4 argenti e 2 bronzi arrivano dal poligono, mentre un oro dalla strada e un oro, 5 argenti, 2 bronzi dalla pista). Ma anche la Ginnastica ha dato il suo contributo, incidendo più del 15% sul totale della missione. Nell’ambito dell’evento UEG la FGI chiude al secondo posto nel medagliere dell’Aerobica (sfiorando il podio con il Gruppo), dopo la Russia che ha vinto un oro con il suo quintetto e un bronzo di coppia, e al quarto posto nel medagliere dell’Artistica - grazie all’exploit agli anelli dell’aviere di Frascati - dietro Russia, Ucraina e Armenia e pari merito con Belgio, Finlandia, Lituania e Slovenia. Con i se e con i ma non si fa la storia, ma se Macchini avesse confermato quanto visto in qualifica saremmo stati sul podio. Nei grandi attrezzi sono 16 le Federazioni capaci di iscriversi al palmares di Minsk, a dimostrazione di una concorrenza davvero accentuata. Assente la Sezione femminile, che con le Fate#RTT2020 ci avrebbe regalato di sicuro altre emozioni, e nell’Acrobatica, la ginnastica azzurra manca l’accesso alle finali nel Trampolino Elastico (senza partecipare al Sincronizzato), ma colleziona tre medaglie di legno con la Ritmica. Nel totale di tutte e cinque le sezioni in gara la spedizione guidata dal Segretario Generale Roberto Pentrella si colloca al sesto posto, dietro la dominante Russia, i padroni di casa della Bielorussia, un Belgio che deve ringraziare le acrobate del trio femminile (Talia De Troyer, Britt Vanderdonckt e Charlotte Van Royen) e la trave di Nina Derwael, l’ Ucraina di Oleg Verniaiev, Vlada Nikolchenko e del gruppo di Ritmica nell’esercizio misto, e Israele, aggrappato alla imprese della straripante (nel bene e nel male, nel senso che poteva vincere anche un oro all-around, buttato all’ultima rotazione) Linoy Ashram. Proprio nei piccoli attrezzi fa scalpore una Russia meno onnivora del solito. Malgrado i sette piazzamenti su otto concorsi, il bersaglio grosso arriva nella metà dei casi. La Federazione russa comunque si impone nel medagliere generale della ginnastica e in quelli di Acrobatica (in ex aequo con il Belgio), Artistica, Ritmica e Aerobica. Nel Trampolino brilla la Bielorussia. Tra le scuole dell’Europa occidentale, a parte proprio il Belgio, è la Federazione Ginnastica d’Italia ha impressionare, precedendo realtà blasonate come Francia e Grand Bretagna. Deludono, a proposito di nobiltà ginnica, Bulgaria e Romania, che, su 32 concorsi, non sono mai riuscite a far risuonare i rispettivi inni nazionali. Per consultare tutti i medaglieri di Minsk CLICCA QUI!