Lubiana (17-4) – Il giorno prima della gara andava ripetendo che davvero non ce la faceva e che il braccio gli lanciava segnali allarmanti. Ma questo e' il suo modo di concentrarsi, entrare nell'agone fingendo di volerne uscire. Salvatore Scintu, fisioterapista per generazioni di ginnasti azzurri ricorda la vigilia di Atlanta, l'appuntamento con l'oro olimpico, quando fece le sei del mattino con Jury convinto di non poter fare la verticale. Impagabile.
Per il D.T. Vailati forse, ancor più sorprendente dell'anello, e' stata la prova del toscano al cavallo, che «così bene non lo faceva neanche prima».
La soddisfazione nel clan azzurro e' evidente, non solo per il rientro eccellente. La squadra di emergenza messa su a pochi giorni da questi campionati europei «e' andata al di la delle aspettative», ha portato 4 ginnasti in finale e ha salutato l'esordio positivo del quinto, Stefano Ceccarelli.
I protagonisti – «Vedendo i punteggi di chi mi aveva preceduto, non mi aspettavo di scalare la terza posizione – ha dichiarato Enrico Pozzo, finalista alla sbarra – ma dovrò cercare di fare ancora meglio domenica, correggere alcune sbavature e soprattutto stoppare l'arrivo. Io il vice-Cassina? Non scherziamo. Igor e' inimitabile, e poi abbiamo due esercizi completamente diversi. Acrobatico e spettacolare il suo, basato sulla precisione dei collegamenti quello cha faccio io. Diciamo che oggi sono il suo 'supplente’».
Per Matteo Morandi la preoccupazione maggiore era l'appoggio sul tallone dolorante all'arrivo. «Ma dovevo cercare di non caricare tutto sull'altra gamba. E' andata bene. Se ho studiato i miei avversari? Li conosco tutti molto bene, a parte questo nuovo russo, Safoshkin. Davvero impressionante. Un altro brutto cliente da aggiungere alla lista per Atene. Jury? E' sempre grande. Io sono giorni che gli dicevo che sarebbe andato in finale».
Alberto Busnari, 3 al cavallo con maniglie, e' stato anche uomo-squadra. «Sono uscito da una serie di situazioni legate ad infortuni, che hanno segnato il mio esordio quest'anno in coppa del mondo. Ora sto bene, ho un esercizio che mi piace e che ho reso ancora piu' spettacolare rispetto ad Anaheim con l'uscita in Thomas. Ho visto che il rumeno Suciu, si e' piazzato secondo davanti a me. Spero si ripeta, ma all'inverso, cio' che avvenne a Patrasso, quando fui secondo io in qualificazione e poi presi il bronzo in finale».
Lubiana (17-4) – Il giorno prima della gara andava ripetendo che davvero non ce la faceva e che il braccio gli lanciava segnali allarmanti. Ma questo e' il suo modo di concentrarsi, entrare nell'agone fingendo di volerne uscire. Salvatore Scintu, fisioterapista per generazioni di ginnasti azzurri ricorda la vigilia di Atlanta, l'appuntamento con l'oro olimpico, quando fece le sei del mattino con Jury convinto di non poter fare la verticale. Impagabile.
Per il D.T. Vailati forse, ancor più sorprendente dell'anello, e' stata la prova del toscano al cavallo, che «così bene non lo faceva neanche prima».
La soddisfazione nel clan azzurro e' evidente, non solo per il rientro eccellente. La squadra di emergenza messa su a pochi giorni da questi campionati europei «e' andata al di la delle aspettative», ha portato 4 ginnasti in finale e ha salutato l'esordio positivo del quinto, Stefano Ceccarelli.
I protagonisti – «Vedendo i punteggi di chi mi aveva preceduto, non mi aspettavo di scalare la terza posizione – ha dichiarato Enrico Pozzo, finalista alla sbarra – ma dovrò cercare di fare ancora meglio domenica, correggere alcune sbavature e soprattutto stoppare l'arrivo. Io il vice-Cassina? Non scherziamo. Igor e' inimitabile, e poi abbiamo due esercizi completamente diversi. Acrobatico e spettacolare il suo, basato sulla precisione dei collegamenti quello cha faccio io. Diciamo che oggi sono il suo 'supplente’».
Per Matteo Morandi la preoccupazione maggiore era l'appoggio sul tallone dolorante all'arrivo. «Ma dovevo cercare di non caricare tutto sull'altra gamba. E' andata bene. Se ho studiato i miei avversari? Li conosco tutti molto bene, a parte questo nuovo russo, Safoshkin. Davvero impressionante. Un altro brutto cliente da aggiungere alla lista per Atene. Jury? E' sempre grande. Io sono giorni che gli dicevo che sarebbe andato in finale».
Alberto Busnari, 3 al cavallo con maniglie, e' stato anche uomo-squadra. «Sono uscito da una serie di situazioni legate ad infortuni, che hanno segnato il mio esordio quest'anno in coppa del mondo. Ora sto bene, ho un esercizio che mi piace e che ho reso ancora piu' spettacolare rispetto ad Anaheim con l'uscita in Thomas. Ho visto che il rumeno Suciu, si e' piazzato secondo davanti a me. Spero si ripeta, ma all'inverso, cio' che avvenne a Patrasso, quando fui secondo io in qualificazione e poi presi il bronzo in finale».



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