Tra la Ginnastica e i Presidenti della Repubblica Italiana c’è sempre stato un feeling particolare e così il Quirinale è diventato una seconda casa per gli azzurri della decana delle Federazioni riconosciute dal Coni. E se di solito i ginnasti salgono in pedana, per trasformare i sacrifici in successi, ormai sono abituati anche a salire al Colle per celebrare medaglie e traguardi storici al cospetto delle più alte autorità dello Stato. In verità nella dimora costruita da papa Gregorio XIII nel 1583 la Ginnastica ci capitava spesso e volentieri anche durante la Monarchia. Dal Carlo Alberto delle origini a Vittorio Emanuele III che passò in rassegna i ginnasti del Concorso di Firenze, da sempre i Savoia sono stati vicini allo sport in generale e alle discipline ginniche in particolare. Dalla nascita della Repubblica nel ’46 i Presidenti non hanno mai fatto mancare il loro appoggio, ma indimenticabile fu la visita del 17 marzo 1969, nell’anno del centenario di fondazione. In quell’occasione il Presidente federale Mario Gotta e gli olimpionici della Ginnastica, insieme al numero uno del Coni Giulio Onesti, furono ricevuti da Giuseppe Saragat al quale resero il doveroso omaggio, ringraziandolo per aver accettato l’Alto Patronato del 24° Concorso federale, allora indetto dalla FGI nell’ambito delle celebrazioni per i 100 anni di storia. I Giochi Olimpici di Atene 2004 invece segnarono un connubio altrettanto indelebile tra la FGI e Carlo Azeglio Ciampi. Abbiamo tutti ancora negli occhi l’immagine di Jury Chechi che riceve dal Presidente il tricolore in qualità di portabandiera e splendido alfiere di tutto lo sport italiano nella cerimonia di apertura della rassegna a cinque cerchi greca. D’altronde anche l’Olimpiade di Londra 2012 fu l’occasione per ricevere l’abbraccio simbolico di un altro inquilino del Quirinale. Giorgio Napolitano conobbe prima le Farfalle della Ritmica nel 2011 nell’incontro con i “Nuovi Cittadini Italiani” e in particolare con Anzhelika Savrayuk e Andreea Stefanescu. Indelebile un altro scatto storico nell’album dei ricordi federali, quello di Napolitano con in mano la palla rosa di Pastorelli, autografata dalle ginnaste e da Emanuela Maccarani. Poi, dopo Londra, fu la volta dell’udienza riservata ai medagliati Matteo Morandi, bronzo agli anelli, e alla Squadra capitanata da Elisa Santoni, terza nel Concorso d’Insieme dei piccoli attrezzi. Sette anni dopo è arrivato l’appuntamento più atteso, quello che di fatto ha aperto le celebrazioni dei 150 anni della FGI. Padrone di casa, questa volta, è stato Sergio Mattarella, entusiasta, come i suoi predecessori, di accogliere i meravigliosi rappresentanti della più antica delle Federazioni Sportive, che nacque un anno prima della Breccia di Porta Pia, quando al Palazzo del Quirinale c’era ancora il Papa Re. Lo scorso 25 marzo invece è stato il 12° Presidente della Repubblica Italiana ad accogliere nella splendida cornice della prestigiosa Sala Ricci la delegazione ginnica guidata dall’attuale numero uno della FGI, il cav. Gherardo Tecchi, e dal Presidente del Coni Giovanni Malagò. Al Colle sono salite le massime autorità federali e i campioni mondiali e olimpici del nostro ultracentenario sodalizio: Franco Menichelli, Jury Chechi e Igor Cassina, Vanessa Ferrari, Elisa Santoni ed Elisa Blanchi, Michela Castoldi e Davide Donati. Soltanto una piccola parte di coloro che hanno contribuito a scrivere pagine memorabili di un libro scritto a cavallo di tre secoli e, sostanzialmente, coincidente con la storia unitaria del nostro Paese. Si è trattato di un momento, nella sua ufficialità, molto intimo, durante il quale Mattarella è apparso orgoglioso di ospitare un pezzo del patrimonio culturale dell’Italia sportiva e non solo.