Domani a Lubiana gli Azzurri del Futsal – la disciplina comunemente nota come “calcetto” e praticata da milioni di italiani - iniziano il loro cammino nella rassegna continentale, affrontando la Serbia, che ieri, nella partita inaugurale, ha pareggiato (2-2) in rimonta contro i padroni di casa della Slovenia. Un risultato che sulla carta favorisce la squadra italiana, cui sarà sufficiente una vittoria nelle due partite del gruppo A per ottenere il pass ai quarti. Qualcuno si chiederà cosa centri questa notizia sul sito della Federazione Ginnastica d’Italia. E’ presto detto. Sulla panchina, infatti, della nostra Nazionale di Calcio a 5 siede il ct Roberto Menichelli, il nipote di Franco, olimpionico al corpo libero a Tokyo ai Giochi del 1964 con altri quattro podi olimpici tra Giappone e Roma nel 1960 (una d’argento e tre bronzi) e ben 17 medaglie tra Mondiali ed Europei. «Quando abbiamo vinto l’oro europeo in Belgio quattro anni fa battendo in finale la Russia, mio zio Franco scherzava ricordando che lui ad Anversa di medaglie d’oro ne aveva vinte addirittura quattro, agli Europei del 1965». D’altra parte non è mai stato un segreto che nella famiglia Menichelli l’amore per lo sport fosse sempre stato diviso tra la magnesia e il pallone. L’altro zio di Roberto, infatti, Giampaolo Menichelli, è stato un’ala sinistra con le maglie di Roma, Juventus, Brescia e Cagliari. Ricordato per la sua grande velocità, ha vinto uno scudetto e una Coppa Italia con bianconeri e una Coppa delle Fiere con i giallorossi. A livello individuale può vantare il titolo di capocannoniere della Coppa Italia 1964-65 e il fatto di essere stato chiamato dal Cagliari per sostituire l’infortunato Gigi Riva nel 1970. “Oltre ai quattro ori europei di Anversa mio zio Franco ne ha vinti altri due in Lussemburgo e a Belgrado. Me ne mancano cinque per raggiungerlo – ricorda ancora, scherzando in un intervista su Avvenire.it, il mister romano, laureato in Scienze Motorie presso l'università "Gabriele D'Annunzio" di Chieti, docente alla scuola allenatori di Coverciano e all'Università degli studi "Foro Italico" di Roma - Mi fa molto piacere far parte di questa dinastia sportiva. È un orgoglio. Da piccolo ho fatto anch’io un po’ di ginnastica, poi mi sono dedicato al calcio. Mi fa piacere che, grazie a me, prosegua la tradizione sportiva dei Menichelli. Ed è bello che in corrispondenza di questi grandi eventi si torni a parlare dei miei zii». Il mondo della Ginnastica dunque, alla vigilia dell’esordio ai Campionati Europei, non può che fare il tifo per Menichelli e i suoi ragazzi. Gamba!

di Alessandro Rizzo