Si sono aperti, questa mattina, nel Salone d’Onore del CONI gli Stati Generali dello Sport Italiano, una due giorni di approfondimento e di riflessioni con 5 sessioni – come i 5 cerchi olimpici. Due i precedenti, con un’altra denominazione: Conferenze Nazionali dello Sport, che si svolsero nel 1982, con Franco Carraro Presidente del CONI, e nel 2000 con Giovanni Petrucci al vertice dell’Ente. E’ la prima volta che il CONI organizza l’iniziativa, di norma convocata dal Ministero. La prima sessione – colorata d’azzurro come il tratto cromatico distintivo dello sport italiano - e moderata dal Direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti, è stata incentrata sul tema: “Sport che unisce, condivide valori e riconosce regole”. Presente, tra i suoi colleghi, anche il Presidente della federazione Ginnastica d’Italia, la decana delle FSN, il Cav. Gherardo Tecchi, accompagnato dall’ex numero uno della FIG il prof. Bruno Grandi, dal Segretario Generale FGI Roberto Pentrella e da Emanuela Maccarani, futura DTN della Sezione di Ritmica (l’incarico, già assegnato, diventerà operativo dal 1° gennaio 2018) e membro del Consiglio nazionale del CONI in quota tecnici. I lavori sono stati aperti dal Presidente Malagò: "Quando abbiamo fatto questo programma si è capito che le istanze erano così tante che rischiavamo di andare fuori gioco. Ci siamo concentrati sui temi più importanti: il nostro intendimento è di dare dei segnali senza auto-referenzialità', segnalando problematiche, criticità e le cose buone che stiamo facendo e che faremo. Lo sport italiano è cambiato negli ultimi anni e ritengo doveroso fare di più - spiega il numero uno dello sport italiano - Se non c’è ipocrisia e falsità, mi sembra che il nostro mondo sia pronto alle riforme e non è vero che sia ancorato a posizioni pregresse del passato. Siamo il paese che fa più sport al mondo, non come pratica ma per discipline sportive. Dobbiamo aggregarci, liberare delle risorse, non sappiamo i giovani cosa chiederanno in termini di nuove discipline. Circa 25 anni fa il Coni aveva un contributo statale quattro volte superiore a quella attuale, negli ultimi anni c’è stato un atterraggio morbido, qualcuno dice che siamo stati bravi a farci riconoscere quanto abbiamo. Abbiamo privatizzato molto ma non è sufficiente, dobbiamo inventarci altro con coraggio. Ad oggi abbiamo vinto 170 medaglie in 76 discipline olimpiche, con 35 podi iridati e 41 continentali. Le proiezioni non servono ma, se ci fossero state le Olimpiadi nel 2017, avremmo vinto 11 medaglie d'oro: sono numeri che l'Italia non avrebbe mai avuto, salvo l'exploit di Los Angeles e alle Olimpiadi fatte in casa a Roma 1960. Siamo un modello complesso e vogliamo migliorarci, accettando anche dei consigli". Il Direttore Generale del CIO, Cristophe De Kepper, ha voluto tributare – con la propria presenza – il riconoscimento del movimento olimpico al CONI: "Il movimento olimpico si sta evolvendo, anche per assecondare le passioni giovanili. Siamo alla vigilia dei Giochi di PyeongChang - ricorda De Kepper - stiamo guardando al futuro e serve il contributo di tutte le realtà che fanno parte del nostro mondo per cogliere le sfumature che devono orientare con intelligenza la nostra attività salvaguardando la tradizione. Le prossime sfide sono quelle di contrastare il doping e il match fixing, anche per lanciare segnali importanti ai giovani. Ci siamo riuniti più volte: per noi è fondamentale valorizzare la sostenibilità e la legacy dei Giochi, siamo in una nuova epoca. Per proteggere gli atleti si può immaginare una realtà di controllo indipendente. L'Italia è importante per lo sviluppo del movimento olimpico, e sono sicuro che contribuirà a sviluppare il nostro progetto futuro con la passione che da sempre la caratterizza". Il Ministro dello Sport, Luca Lotti: "Questa occasione arriva in un momento particolare per lo sport italiano, non solo per la vicinanza delle Olimpiadi Invernali ma per la situazione che vive lo sport in generale nel nostro Paese. Si è riportato al centro dello politica lo sport - spiega Lotti - E non tanto perché' per la prima volta in una legge di stabilità si parla di sport con un pacchetto di risorse ad esso destinato o per alcuni provvedimenti normativi attesi da tempo, come lo sport nelle periferie, l'innalzamento della no tax area o i progetti tra sport e scuola, che mai come in questo momento si sono riavvicinati. Penso al fondo maternità per atlete o al supporto per i grandi eventi sportivi nel nostro paese, che sono anche un’opportunità economica trainante. La politica per molti anni ha considerato lo sport di serie b, e ora ha il dovere di riportarlo, soprattutto come fattore economico, al centro della discussione e della prossima legislatura, dove ci sarà da affrontare il tema del rapporto tra Governo, Coni e Federazioni: non possiamo tirarci indietro sulle riforme, è questo il momento più fertile per guardare al futuro". Il ministro assicura che è anche giunto il momento per un nuovo rapporto tra sport e scuola, che "non deve avere paura dello sport". La sessione si è conclusa con una tavola rotonda “Sport che unisce, riconosce regole, condivide valori”, alla quale hanno partecipato Raffaella Masciadri, Presidente della Commissione Atleti del CONI, Franco Carraro, Mario Pescante e Ivo Ferriani, membri CIO.