Mancano 100 giorni all’inizio della XXIX edizione dei Giochi Olimpici. E a 100 giorni esatti la fiaccola olimpica arriva ad Hong Kong, sul suolo cinese, dopo un tour planetario in giro per i cinque continenti. 100 giorni evocano diverse immagini: ci vogliono 100 giorni per giudicare un nuovo governo; ci sono voluti Cent-Jours a Napoleone per risorgere dall’esilio dell’Elba e affondare definitivamente a Waterloo e a 100 giorni dalla maturità le scolaresche vanno in gita, senza professori. E si sa quanto conti la numerologia a Pechino. L’8, per esempio, che nella tradizione cinese simboleggia la buona fortuna. Alle 08:08 dell'8 agosto 2008 si terrà la tanto attesa cerimonia di apertura. Una curiosità, come ce ne sono tante altre insite nei meandri di un’organizzazione moderna, che non ha tralasciato però richiami alla simbologia. Prendiamo le mascotte. Sono cinque come i cerchi olimpici e si chiamano Beibei, il pesce, Jingjing, il panda, Huanhuan, la fiamma, Yingying, l'antilope tibetana e Nini la rondine. Due sillabe uguali per ciascuna che può sembrare un vezzo ed invece nasconde una simpatico saluto. Le prime sillabe, insieme, formano, infatti, la frase: Bei-Jing Huan-Ying-Ni, che significa "Benvenuti a Pechino!". Le seconde stanno lì perché così si usa fare nelle famiglie locali quando si chiama con dolcezza i propri figli. Per la Cina l’appuntamento sportivo di agosto, al di là delle strumentalizzazioni politiche che stanno accompagnando il cammino del fuoco di Olimpia, rappresenta un’occasione irripetibile di apertura al mondo intero. L’entusiasmo della popolazione è alle stelle, tanto che dal 2000 ad oggi sono stati registrati alle anagrafe ben 3.491 bambini con il nome “Aoyun”, che significa per l’appunto Olimpiadi in cinese. Sono principalmente maschietti e solo sei di loro vivono proprio a Pechino. E non finisce qui. Sono più di 4000 i bimbi che portano lo stesso nome delle cinque mascotte dell’evento, le Fuwa, ispirate alle bambole della fortuna.

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