Potremmo sintetizzare così, mutuando la celebre frase di Neil Armstrong, la partecipazione della Squadra Nazionale Italiana di Ritmica al Festival di Sanremo. L’impressione, infatti, è che questa disciplina abbia finalmente infranto il muro del grande pubblico, trasformandosi in sport di massa. Lo dimostrano tante piccole cose. A cominciare dai commenti degli elettricisti, dei magazzinieri, delle truccatrici e delle guardarobiere, delle maschere e dei costumisti, insomma delle maestranze del Teatro Ariston, abituate ai grandi ospiti nazionali ed internazionali, eppure così entusiaste nel complimentarsi con la Santoni e compagne. E proprio come il comandante dell’Apollo 11, proprio come Armstrong, le ragazze di Emanuela Maccarani sembravano indossare una tuta spaziale. Sette marziane atterrate sul pianeta dello spettacolo. E di alieni, in giro, ne sbucavano da ogni dove: Anna Tatangelo con un’impalcatura di lacca in testa, Giusy Ferreri e la sua scollatura da capogiro, i Modà con Emma, concentrati ed inavvicinabili prima dell’esibizione. Morandi vestito con una giacca di strass che veniva dall’India chiede ad Emanuela di sentirne il peso, 20 Kg. almeno, prima di ripeterle la litania del “dai, che siamo una squadra!”. A chi lo dici, avrà pensato l’allenatrice più vincente d’Italia, sgranando gli occhi. Che circo ragazzi! Il dietro le quinte è un via vai di gente. Autori, accompagnatori, musicisti e ballerini, personale della sicurezza, giornalisti con le telecamere, sembra di stare in metropolitana. Quattro piani di scale separano i camerini dalla green room, la sala dallo squallidolinoleum (ma se pensi che in 61 edizioni lo hanno calpestato i più grandi artisti di sempre, da Mina a Celentano, dai Duran Duran ai Take That, ti verrebbe voglia, per rispetto, di togliere le scarpe) che accoglie le nostre fanciulle. I loro esercizi di stretching fanno strabuzzare gli occhi ai ballerini di Daniel Ezralow. Poi arriva qualcuno trafelato che si lascia scappare un “Oddio, ci saranno 12 milioni di persone a guardarvi, non siete emozionate?”. La Blanche e Sasà si guardano perplesse…a Pechino, soltanto i cinesi, saranno stati un miliardo e mezzo. L’agitazione, contagiosa, sembra non sfiorare affatto le nostre ginnaste, che, al contrario, appaiono divertite. “Mica c’era la giuria – ci spiega Elisa Blanchi – la tensione prima della gara è un’altra cosa. Certo, l’emozione, l’adrenalina è sempre presente, così come la concentrazione. E’ comunque difficile fare ciò che facciamo, poi su una superficie diversa dalla pedana, più stretta, ci siamo dovute adattare agli spazi del teatro. Si scivolava un po’ e così abbiamo preferito i piedi nudi alle scarpette, però mi è riuscito bene anche l’attraversamento del cerchio con enjambèecapovolta. Peccato, mi hanno detto, che non si sia visto bene in televisione”. Mannaggia, Forzano è un regista con i fiocchi e le ragazze si erano mangiate una pizza fredda, la notte della vigilia, pur di fare le ultime prove tecniche. A cosa è servito poi far scendere la Savrayuk dalla lunga scala, se l’inquadratura arriva su di lei al penultimo gradino. Vorrà dire che offriremo a Duccio un corso giudici gratuito! “Non avevo i tacchi di Belen e della Canalis – racconta Angy – ma temevo comunque di cadere. Quando sono arrivata lì davanti, ho guardato in faccia la platea. Un conto, infatti, sono le prove, con il teatro vuoto. L’emozione di martedì sera, invece, è stata davvero unica. Divertimento puro, diverso dalle competizioni. Spero mi abbiano visto anche in Ucraina”.  Al termine dell’esibizione, quando entra in scena il conduttore, le azzurre sono tutte schierate, ma a guardarle bene una di loro ha un sorriso particolarmente smagliante. È Marta Pagnini, che ne aveva ben donde: “15 anni fa, quando avevo 5 anni, ero andata a vedere il Concerto di Gianni Morandi al Mandela Forum di Firenze con i miei genitori – ci svela l’atleta dell’Etruria Prato -  Ero già una sua grandissima fan. Al momento dell’ultima canzone, “Giovane amante mia”, tutto il pubblico andò sotto il palco, compreso mio padre che aveva me sulle spalle. Morandi mi vide e mi prese in braccio mentre cantava, regalandomi una rosa. Quando l’ho visto, al Festival, gli ho ricordato questo episodio. Mi ha detto di salutare i nonni, che mi hanno trasferito la passione per la sua musica. E’ stato molto gentile, voleva addirittura portarmi a pranzo con sé ed il resto della produzione, ma io ho preferito declinare l’invito. Mi ha fatto piacere incontrarlo e mi sono tornati alla mente tanti momenti belli dell’infanzia. Stamani ho riascoltato con l’iPod tutte le sue canzoni, in particolare «Occhi di ragazza», «Scende la pioggia», «Mondo d’amore», le mie preferite”. Il racconto di Marta viene interrotto da una brutale serie di “Merda”. Non è un insulto, né un’imprecazione ma il modo con il quale gli artisti dello spettacolo si incitano prima di entrare in scena. Un po’ come il “gamba” dell’Artistica o il più comune in bocca al lupo. Sta di fatto che le ragazze restano sempre più perplesse. A cominciare da Andreea Stefanescu, la new entry del CTF di Desio, che, ancor prima di debuttare in pedana, si è ritrovata catapultata in questa specie di Luna Park. “Mentre le mie compagne erano già abituate – ci dice la ginnasta de La Fenice di Spoleto, l’unica minorenne del gruppo – per le partecipazioni a Zelig e ad altri programmi televisivi, per me è stata una novità assoluta. Anzi un onore. Seguivo Sanremo già in Romania e, infatti, ho chiamato la mia maestra delle elementari e la mia prima allenatrice per dire loro di guardarmi. Adesso aspetto una gara ufficiale, perché voglio meritarmi sul campo tutto ciò”. Lo Show Business, direbbe Pascal,ha le sue ragioni che la ragione non può comprendere. Anche quella di criticare se stesso, in modo spietato, sulle pagine dei giornali. “E’ iniziato. E cosa si può pretendere dal festival della canzone del paese più retorico d’Europa?”  - commenta così Il Secolo XIX di mercoledì (prendiamo ad esempio il quotidiano di Genova per un fatto di competenza territoriale, ma non è che gli altri si discostino poi tanto, e non ce ne voglia il collega Roberto Cotroneo, autore del pezzo) – bambine spaurite ad ascoltare mamme (Antonella Clerici, ndr.) che raccontano storie improbabili, passaggi di consegne con abbracci, un Morandi classe 1944, senza neanche un capello bianco, che ricorda Nunzio Filogamo... Poi dopo un minuto arriva Giusy Ferreri…”. Peccato che in quel minuto, aggiungiamo noi, sia passato un Mondo che la stragrande maggioranza degli organi di stampa ha dimenticato di raccontare. Il mondo della Ginnastica e dello Sport in generale, della Ritmica in particolare. Un mondo che ha il suo seguito e un’immagine cristallina, che abbiamo offerto volentieri e gratuitamente, altro che i cachet degli altri ospiti d’onore. Eppure, anche quando c’è da attaccare il Festival, definendolo, come fa Cotroneo, “il solito filmino ingiallito che l’Italia poteva risparmiarsi”, si perde l’occasione di salvare il salvabile, dando voce e risalto ad una delle poche ventate d’aria nuova della prima serata. “Per noi è stata comunque una vetrina importantissima – chiosa capitan Santoni, intuendo forse i dati del 47% di share in arrivo, di lì a poco, sulla scrivania del Direttore Artistico Gianmarco Mazzi -  una gratificazione per tutto il lavoro fatto in questi anni. La strada è iniziata in salita, ma finalmente riusciamo a far breccia tra le maglie strette dell’opinione pubblica. In questa fase di preparazione, in vista della World Cup di Pesaro (25-27 marzo p.v.) il diversivo sanremese ci ha aiutato e motivato ulteriormente. Autografi? Ne abbiamo chiesti pochissimi, non c’è stato tempo. Siamo però riuscite a farci la foto con Anna Tatangelo, subito dopo la sua prova”. E visto che è stata eliminata tutti gli altri cantanti avranno tirato un bel sospiro di sollievo. Scherzi a parte, il saluto conclusivo, quello più affettuoso e sentito delle farfalle dorate, va a due amici che hanno avuto la strampalata idea di coinvolgerle in questa avventura. Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, l’altra bellissima novità del Festival 2011. Il primo in particolare non si è risparmiato dal fare i complimenti alle ragazze, durante le prove, a gran voce e davanti ai dirigenti della RAI. E poi era sempre lì, mentre le due Elise e il resto del Team, a mezzanotte, dopo il lungo viaggio in pullmino e una giornata di allenamenti, si impegnavano nel sincronizzare la coreografia ad una musica che cambiava ogni dieci minuti per esigenze di scena. Luca, con la sua presenza, non solo legittimava il nostro lavoro, ma un Mondo intero. Grazie Iene!