Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Ondina Valla conquistò il primo oro olimpico femminile dello sport italiano a Berlino 1936. Anno dopo anno, mondiale dopo mondiale, Olimpiade dopo Olimpiade, le donne dello sport si sono conquistate il loro posto al sole fino ad essere titolari di 10 medaglie sulle 28 totali di Pechino 2008. A queste donne è dedicata "Donna è sport 1861-2011", una mostra multimediale ospitata al Museo del Risorgimento di via Borgonuovo a Milano che, da domani 10 giugno con ingresso gratuito, ripercorrerà il cammino della donna nella storia, nella società e nel fenomeno sportivo italiano, che è l'omaggio della Gazzetta dello sport della Fondazione Cannavò per lo Sport ai 150 anni dell'Unita' d'Italia. Le pioniere e le stelle dello sport e le discipline al femminile sono raccontate in 70 pannelli di un metro per due accanto a video, filmati, audio e fotografie raccolte da Maria Canella, Luca Condini, Sergio Giuntini ed Elio Trifari con il coordinamento editoriale di Maddalena Crivelli che, oggi, l'hanno presentata in anteprima con un convegno organizzato nella sala Buzzati della Gazzetta con un eccezionale parterre di sportive: dalla 76enne Lea Pericoli, tennista che fece scandalo per le sue mutande di pizzo sotto il gonnellino, alla nostra squadra nazionale di Ginnastica Ritmica. Le campionesse del Mondo Elisa Blanchi, Elisa Santoni, Daniela Masseroni, Giulia Galtarossa, Angelica Savayuk e Romina Laurito, accompagnate dall’immancabile Emanuela Maccarani, hanno riscosso il grandissimo applauso della famiglia della Rosea, a cominciare dal suo Direttore, Andrea Monti. Sasà, in particolare, è stata molto apprezzata per il suo intervento sul palco milanese, al fianco di gente del calibro di Emanuela Di Centa, Stefania Belmondo, Valentina Vezzali, Giovanna Trillini, Carolina Morace, Francesca Piccinini, Alessandra Sensini e Paola Pezzo. Il convegno è stato occasione per discutere di progresso (tanto) e di discriminazioni che, oggi, sono legate principalmente alla maternità delle professioniste dello sport. "C'e' ancora la fatica dell'emancipazione, combattiamo per avere tutele per la maternita'", ha detto Josefa Idem, campionessa di canoa che sta cercando la qualificazione per la sua ottava olimpiade e non vuole sentir parlare di quote rosa nello sport. "Dove e' solo la competenza a dire la sua le nostre quote le abbiamo già raggiunte, poi ci sono altri settori dove entrano in gioco altri meccanismi. E lì ci vogliono le quote", ha continuato la pluriridata azzurra. Della sua 'antica' attività sindacale ha raccontato l'ex cestista Mabel Bocchi, mentre la Morace, l'unica a segnare quattro gol a Wembley, classifica come "ignoranza" quella per la quale, piuttosto che per la sua attività, venga "ricordata soltanto per aver allenato due mesi una squadra maschile". La Di Centa seduta vicina alla Belmondo ha rivelato che la loro rivalità "positiva" era molto alimentata "perché si parlasse di noi e delle nostre imprese". Emanuela, con la Trillini,  è impegnata nella Giunta Coni a lavorare dall'interno per le donne sportive. Il Presidente Petrucci, costipato e senza voce, ha portato il suo saluto e quello dell’intero movimento sportivo italiano attraverso una lettera letta dal Direttore dell’Ufficio Comunicazione del CONI, Danilo Di Tommaso.