«II mio passato da ginnasta utile per ritrovare la coordinazione». Lo chiamano il «Gatto di Liegi» e l'agilità di Jean Francois Gillet deriva anche dal suo primo amore sportivo, la ginnastica artistica. «E’ un soprannome che mi fa ridere e mi piace perché ricorda sia le mie origini che un animale molto agile» scherza il portiere del Bologna, che dai 4 ai 16 anni si è formato il fisico fra anelli, parallele, cavalli e volteggi. «Ma amavo soprattutto gli altri due attrezzi olimpici, la sbarra e il corpo libero; poi a 6 anni cominciai anche a giocare a calcio e a un certo punto fui costretto a scegliere». Il portiere fa ancora tesoro del suo passato: «Alla sbarra ho imparato a ritrovare la coordinazione in aria che mi serve quando esco in presa alta mentre la flessibilità degli arti e l'elasticità dei muscoli mi aiutano a recuperare meglio dagli infortuni». Gillet, che non subisce gol su azione dal 21 dicembre 2011, domenica ha evitato per poco un altro stop dopo le due tremende botte alla testa di inizio stagione. «Con il Parma ho rischiato ma per evitare un gol sono disposto anche a prendere dei calci da qualche parte, l'importante è che la palla non passi la linea».


 

 Nicola Zanarini (Gazzetta dello Sport)