“Ecco gli atleti della Federazione Ginnastica d’Italia, andrete ai Giochi di Londra e noi vi facciamo un sacco di auguri”. Con queste parole, più o meno, Gianni Morandi ha congedato i sei azzurri che sul palco del Teatro Ariston avevano appena concluso la sigla di apertura del 62° Festival della Canzone. Poche parole pronunciate di fronte a 14.378.000 contatti per uno share del 48.51%. Un italiano su due ha visto l’esibizione di Enrico Pozzo, Alberto Busnari, Lorenzo Ticchi, Ludovico Edalli, Carlotta Ferlito e Francesca Deagostini, inserita nella coreografia di Daniel Ezralow grazie al sapiente lavoro di Tiziana Di Pilato. Con la stretta di mano del bravo conduttore e il bacio alla campionessa catanese, protagonista del reality “Ginnaste. Vite parallele” è così terminata un’avventura insolita, elettrizzante, sicuramente proficua per l’immagine del nostro sport. Considerato che lo spazio pubblicitario compreso tra le 20.40 e le 20.44 costava tra i 150.000 e i 200.000 € ogni 30' (dati Sipra) è facile intuire il controvalore dei 200 secondi dell’opening sanremese e, in particolare, dei quasi 20 impiegati dal Morandi Nazionale per citare, seppur con qualche impiccio di parole, la FGI e i suoi alfieri. La giornata era iniziata molto presto, prove su prove, on stage e backstage. Un’oretta per permettere al regista Stefano Vicario di scegliere le inquadrature, poi tutti al 4° piano per gli ultimi ritocchi ai costumi,. Nel pomeriggio il tempo sarà ancora più stretto per la prova generale. Adriano Celentano condiziona i programmi di una macchina organizzativa elefantiaca, nelle dimensioni e nei movimenti. Le lancette dell’orologio continuano a girare, il debutto nello show televisivo più importante del nostro Paese è vicino. I ragazzi si trasferiscono nel camerino 320, al terzo piano. Appena il tempo per un piccolo buffet, offerto da mamma RAI. Accanto ci sono Luca e Paolo. All’improvviso si affaccia Elisabetta Canalis per offrire agli azzurri un po’ della sua cena, evidentemente troppo abbondante per la minuta e bella soubrette. Si respira un’atmosfera elettrizzante. Costumiste, attrezzisti e redattori, musicisti in smoking affollano in un surreale saliscendi le scale del retropalco. Arrivano anche i cantanti. Si sente Noemi riscaldare la voce, Emma incontra la Ferlito, la riconosce e le chiede di scattarsi una foto insieme, con Francy che si butta in mezzo. C’è anche il suo fidanzato, Stefano De Martino, e le ragazze non si lasciano scappare l’occasione di un altro scatto, con il ballerino di Amici. Facciamo un passo indietro. Ore 16.00, l’ingresso all’Ariston di Carlo è un passaggio da diva affermata. La 17enne della GAL Lissone, che proprio oggi compie gli anni, si ritrova sul red carpet in mezzo a due ali di folla. Qualcuno grida il suo nome, lei, incredula, arrossisce e poi saluta, cominciando a prenderci gusto. Con Busnari, SuperDeago e Pozzo si spostano poco più in là per un’intervista con Vera Spadini su Sky Sport 24, che, oltre ad essere tv ufficiale di Londra 2012, ha anche acquisito i diritti per le Olimpiadi invernali di Sochi del 2014 e per quelle estive di Rio de Janeiro del 2016. Tutto intorno un manipolo di giovanissimi pronti a chiedere l’autografo alla vicecampionessa continentale alla trave. Insomma è spettacolo! Un circo mediatico nel quale i nostri ginnasti sembrano muoversi a loro agio, finalmente affrancati da quell’etichetta di atleti “minori”. Torniamo al secondo piano, manca ormai pochissimo. I sei azzurri sono al trucco. Il primo ad uscire è Abe, con due segni pronunciati sulle gote, un fondo bianchissimo, la matita scura sugli occhi. Sveliamo un segreto. Ai ballerini avevano messo anche una linea verticale di rossetto nero al centro delle labbra, troppo per il rigore tipico del nostro mondo. Non se ne fa niente. Ezralow comprende ed acconsente, anche se il quadro scenico generale lo avrebbe richiesto. Si affaccia Bersani, vestito di tutto punto. Chiara Civello va in cerca di una bottiglietta d’acqua, mentre Paolo Kessisoglu si lagna di non avere un cestino in camerino. Ognuno ripassa a mente la sua parte, i nostri atleti si scaldano, sotto lo sguardo attento della Di Pilato, l’allenatrice ex Kataklò che in due giorni è riuscita a legare una proposta ginnica ad un balletto già bello che costruito. Comunque impossibile senza la preziosa pedana prestata alla rete ammiraglia dalla A.S.D. Ginnastica Riviera dei Fiori di Corso Salvo D’Acquisto a Sanremo. Ormai ci siamo. L’emozione porta i cuori in gola, lì fuori non c’è una giuria, bensì una platea di donne in lungo e uomini in cravatta nera. Non c’è la giudice di linea sulla sedia del corpo libero, ma Mara Venier accanto a Massimo Giletti. Entra il fumo, i ragazzi gattonano sulla ribalta ripassando non una battuta, una ribaltata. E’ tutto così strano. L’aviere di Biella, campione italiano assoluto, e il commilitone di Melzo, tre Olimpiadi alle spalle, con la 15enne milanese, sono sul lato destro, guardando il grande planisfero centrale. Agli antipodi gli alti tre. Irraggiungibili, se non passando davanti a milioni di italiani. Riecheggiano le note di Also sprach Zarathustra. Uno dei poemi sinfonici più noti di Richard Strauss - composto nel 1896, evidentemente ispirato all'omonima opera del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche – è stato arrangiato di nuovo per l’apertura del Festival. Il resto lo abbiamo visto in diretta. Un piccolo cameo, pulito, in una sceneggiatura folle, che tra molleggiati predicatori, vallette infortunate e giurie demoscopiche spuntate, avrebbe preso poi una piega controversa. Rappresentativa, però, di un’Italia canterina che ghettizza i cantanti ai margini di uno show sopra le righe, a tratti volgare, e che si lascia sfuggire Olimpiadi (Roma 2020) e atleti olimpici suscitando lo stesso clamore di un silenzio alla Celentano. E su questo pianeta al rovescio, popolato di alieni in lattice e lustrini, la piccola Deagostini va in cerca di un fazzoletto, perché le cola il naso, restituendoci tutta l’umanità dei nostri ginnasti.