Molti atleti, nel momento in cui decidono di abbandonare l’attività, si trovano di fronte alla difficoltà di un inserimento nel mondo del lavoro. Una difficoltà comune a molti loro coetanei che però i nostri ginnasti, spesso senza saperlo, potrebbero affrontare con una risorsa in più: la formazione accumulata proprio durante la propria carriera agonistica. Altri, invece, che hanno praticato la Ginnastica a livello amatoriale, potrebbero scoprire di non aver dedicato il proprio tempo libero soltanto al puro divertimento. La Federazione Ginnastica d’Italia è sempre stata sensibile all’argomento, incentivando i propri tesserati  all’istruzione e affiancando lo studio alla formazione di giovani campioni che per una nostra peculiarità sono spesso in età scolare. Molti ex atleti sono rimasti nell’ambiente, come giudici o allenatori, molti hanno intrapreso un percorso dirigenziale, tutti, indistintamente, porteranno nel cuore gli insegnamenti e l’educazione della palestra. Esiste però un mondo parallelo, quello dello spettacolo, che non possiamo trascurare, considerate le affinità artistiche delle discipline ginnastiche. Sono innumerevoli gli esempi di Compagnie che si pregiano delle collaborazioni di ex ginnasti, sia di Artistica sia di Ritmica. Noi abbiamo incontrato Giulia Staccioli, ex ginnasta finalista olimpica (Los Angeles ’84 e Seoul ‘88) e fondatrice della compagnia Kataklò Athletic Dance Theatre, per parlare di una nuova iniziativa, l’Accademia Kataklò, lanciata a Milano nel 2010. Formatasi nei Momix, dove sperimenta e cresce per tre anni sotto la guida di Moses Pendleton, Giulia ci racconta la sua proposta in una lunga intervista, con la quale ci auguriamo di fornire un ulteriore spunto di interesse per una generazione che, Ginnastica o non, fatica purtroppo a trovare uno sbocco professionale.  

 

Dopo 15 anni di spettacolo, da dove nasce l’idea di aprire Accademia Kataklò?

 

“L’idea di aprire l’Accademia nasce innanzitutto da un’esperienza personale. Quando ho terminato l’attività agonistica ho faticato molto nella ricerca di una realtà che mi permettesse di valorizzare le capacità che avevo acquisito nella ginnastica. Sono giunta così negli Stati Uniti dove ho trovato un maestro che teneva in grande considerazione quelle che erano le mie conoscenze e il mio percorso precedente ma, al tempo stesso, non poteva offrirmi un reale percorso guidato e strutturato. Oggi, dopo 15 anni dalla fondazione di Kataklò, ho pensato che potesse essere interessante mettere a disposizione di chi desidera iniziare un percorso artistico di “atletic theatre” ciò che è stato il lavoro fatto prima su me stessa, poi sui miei danzatori. Inoltre negli ultimi anni si è dato sempre più spazio all’azione atletica e acrobatica, tanto da essere inserita in molti ambiti della danza che prima tenevano lontani questo tipo di gesto. I tempi sono maturi per offrire un percorso veramente qualificato e non improvvisato come spesso succede”.

 

È possibile per un ginnasta, abituato all’agonismo, raggiungere una preparazione “da palcoscenico”? E per un danzatore raggiungere la potenza fisica di un ginnasta?

 

“Il lavoro di formazione che facciamo ha proprio questo come obiettivo. In tanti anni di esperienza ho visto come le capacità di un ginnasta, sviluppate e trasformate con uno studio adeguato, diventano un potenziale ricchissimo da poter essere espresso in ambito artistico. In questo ambito la vera difficoltà di un ginnasta è quella di riuscire ad allargare le proprie vedute non limitandole e finalizzandole alla sola dimostrazione di abilità. All’interno della mia Accademia ricerco il gesto teatrale completo, ovvero quello che necessita di uno studio approfondito e della disponibilità a scardinare alcune impostazioni mentali. Non parliamo di danza propriamente detta bensì di un gesto atletico trasformato, la potenza e la tecnica di un ginnasta sono un’ottima base per strutturare una figura artistica. Anche un danzatore ha la possibilità di diventare un performer a tutto tondo, chiaramente lo sforzo che lui dovrà fare, al contrario del ginnasta, è quello di lavorare sui propri limiti, sull’incremento di potenza e sull’impegno rivolto alla parte atletica e acrobatica. Un ginnasta ha un gesto tecnico talmente radicato e profondo che, una volta trasformato, può diventare un vocabolario motorio molto ampio. Il danzatore deve acquisire il gesto acrobatico in meno tempo rispetto ad un ginnasta che ha iniziato il suo percorso da bambino ma, con molto lavoro, l’azione atletica può valorizzare e amplificare il gesto coreutico ottenendo una forza d’azione straordinaria”.

 

Cosa distingue Accademia Kataklò da una scuola di circo?

 

“La differenza vera che c’è tra Accademia Kataklò e una scuola di circo è che quest’ultima, pur offrendo una formazione ampia, tende a far specializzare il singolo in una precisa tecnica. Accademia Kataklò non è questo e da questo si distanzia tantissimo, il nostro scopo è quello di formare un artista poliedrico attraverso l’acquisizione di competenze e tecniche specifiche, come ad esempio la tecnica aerea. La richiesta è molto alta in vari ambiti che devono integrarsi armonicamente tra loro per formare, appunto, un artista completo. Quindi la vera differenza tra Accademia Kataklò e una scuola di circo sta proprio nel percorso formativo”.

 

I ginnasti che decidono di intraprendere il percorso accademico sono generalmente sostenuti dai loro allenatori?

 

“La ginnastica, come sappiamo, è un’attività che inizia in giovanissima età, che richiede tantissimo impegno quotidiano e che, spesso, si esaurisce da giovani. Una volta conclusa l’attività da ginnasta, sia essa stata agonistica o amatoriale, penso sia molto bello avere la possibilità di continuare e aprirsi realmente delle possibilità per il futuro. Questo potrebbe essere un bel messaggio che gli allenatori passano ai ragazzi, dopo tanti anni di lavoro e tanto impegno. Proprio per questo ho voluto che Accademia Kataklò fosse veramente la miscela dei due mondi: una mentalità sportiva e atletica applicata e utilizzata in senso artistico. Alcuni dei miei ex danzatori, dopo Kataklò, sono tornati allo sport arricchiti di esperienze e conoscenze come, ad esempio, Tiziana Di Pilato e Paolo Bucci”.

 

E’ necessario avere esperienza sia come danzatore che come ginnasta?

 

“No, come anticipavo prima non è necessario essere sia ginnasta che danzatore. Si può essere un ginnasta puro o un danzatore puro che durante il percorso accademico fa un lavoro integrato”.

 

Quali sono le doti artistiche e i requisiti fisici richiesti per entrare a far parte dell’Accademia?

 

“Prima di tutto bisogna essere curiosi, dopodiché è fondamentale avere la capacità di stare nella fatica. Il percorso accademico comprende un importante lavoro di motivazione. Lavoriamo infatti su un individuo che si sta costruendo non solo artisticamente ma soprattutto mentalmente, per diventare così un professionista capace di saper gestire lo stress, la fatica e la stanchezza”.

 

Quali sono i metodi di selezione?

 

“Ciò a cui io faccio attenzione nei candidati che si presentano alle audizioni, oltre a quella che è la loro formazione precedente, è la predisposizione mentale. Poiché si parla appunto di performer poliedrici, a chi si presenta all’audizione non viene richiesta una formazione in tutti gli ambiti di competenza, altrimenti l’Accademia non avrebbe senso! Devono però avere interesse e determinazione a crescere proprio sotto quegli aspetti che non hanno mai curato e sviluppato. Dunque sia il danzatore, che il ginnasta, deve avere apertura mentale e desiderio di andare a completare la propria formazione e valorizzare ciò che già è assodato, trasformandolo”.

  

Qual è l’impegno che viene richiesto a chi intraprende l’Accademia?

 

“Tengo a rimarcare che l’Accademia è un corso di formazione professionale. Per la formazione di professionisti completi prevediamo tre anni di studio durante i quali vengono affrontate materie atletiche e materie legate alla danza. Il percorso comporta un impegno giornaliero che va dalle 4 alle 5 ore al giorno per 5 giorni a settimana, con esami di controllo nel mese di febbraio e esami di fine anno per il passaggio all’anno successivo”.

 

Quali sono le materie studiate?

 

“Tra le materie che vengono studiate ci sono quelle legate alla danza quindi il lavoro sulla postura, sull’armonizzazione delle azioni e l’approfondimento del gesto teatrale. In parallelo abbiamo le materie atletiche che lavorano sulla strutturazione muscolare degli allievi e sulle tecniche specifiche legate all’acrobatica, alla tecnica aerea e all’utilizzo di attrezzi. Inoltre gli allievi vengono preparati per veri e propri momenti performativi sia sul repertorio Kataklò che su coreografie originali”.

 

C’è un’età sotto la quale non si può accedere all’Accademia? E’ possibile farlo anche in età scolastica?

 

“Accademia Kataklò è strutturata in PRE PAT e PAT:

PAT sta per Professional Athletic Theatre ed è il corso di formazione professionale a cui si accede dall’età di 15 anni in su. Il PRE PAT prevede invece un periodo di avvicinamento al percorso accademico per coloro che sono al di sotto dei 15 anni di età, includono solo alcune lezioni ed è appunto pensato per ragazzi che ancora studiano e non hanno la possibilità di frequentare in modo completo. In ogni caso il corso PAT ha lezioni pomeridiane per permettere a chi lo frequenta di poter seguire anche le scuole superiori. Sono inoltre previste borse di studio per merito che ogni anno vengono messe a disposizione in un numero limitato”.  

 

Quali sono gli sbocchi professionali che Accademia Kataklò offre?

 

“Principalmente ciò che offriamo è la possibilità di strutturarsi e costruirsi un’individualità come artista creandosi quindi un repertorio autonomo da poter presentare in ambiti molto diversi. Lo scopo è quello di creare figure professionali che possano essere inserite in qualsiasi tipo di produzione in ambito internazionale, nel mondo della televisione, della pubblicità e soprattutto del teatro. La Compagnia Kataklò è poi la sintesi del lavoro che viene fatto in Accademia e alcuni degli allievi possono avere, per merito, la possibilità di entrare in compagnia”.    

 

Se si è interessati a conoscere il metodo Kataklò ma non si ha intenzione di intraprendere l’intero percorso accademico, esistono delle forme alternative per avvicinarsi a questo metodo?

 

“Oltre al percorso accademico che, come dicevo, è un avviamento professionale vero e proprio, nella nostra sede presso Dancehaus Susanna Beltrami a Milano, teniamo dei corsi pomeridiani ai quali si accede senza audizione. Sono CORSI OPEN rivolti a tutte le età, dai bambini molto piccoli fino agli adulti. Questo a dimostrazione del fatto che la metodologia sviluppata in questi anni si è resa applicabile e declinabile a livelli diversi. Negli orari di pranzo, teniamo corsi per professionisti chiamati KATAPRO ai quali possono accedere sia danzatori professionisti sia acrobati che vogliono continuare a lavorare sulla propria formazione nei tempi che il loro mestiere gli consente. Teniamo stage, workshop in tutta Italia e all’estero, inoltre abbiamo delle belle collaborazioni con vari tipi di strutture da scuole di musical come Professione Musical di Parma, a società di ginnastica come ASD La Capriola di Modena, ASD S.G. Grugliasco e centri di formazione teatrale come L’Accademia dell’Arte di Arezzo laddove portiamo la nostra competenza con dei veri e propri corsi inseriti all’interno dei loro programmi. Altra iniziativa è quella dei CAMPUS che teniamo nella nostra sede nei periodi di vacanza scolastica, quindi Natale, Pasqua ed estate, proprio per chi ha voglia di prendere contatto con questo nuovo mondo e comprendere se realmente è nelle proprie corde. Queste iniziative si affiancano anche a seminari e approfondimenti sulla parte espressiva applicata a sport artistici come appunto la ginnastica e il pattinaggio”.