E se domani il Mondo finisse? Il 21 Dicembre è la data fatidica del calendario gregoriano nella quale, secondo le credenze degli antichi Maya, dovrebbe verificarsi una qualche radicale trasformazione dell’umanità. Fino alla sua stessa estinzione. Chissà, staremo a vedere. Intanto abbiamo approfittato della funesta profezia per tirare qualche somma sportiva, scherzando con alcuni dei nostri campioni, al termine di una stagione talmente positiva che sarebbe un peccato se fosse anche l’ultima. “Per carità, domani ho un’esibizione a Recanati – obietta subito Julieta Cantaluppi – Mi dispiacerebbe annullarla per cause di forza maggiore. Se il mondo finisse? Mi leverei qualche sassolino dalla scarpa, magari bevendomi l’ultima Coca Cola”. Considerata la sua lunga carriera, culminata con la partecipazione olimpica ai Giochi di Londra, ti aspetteresti un’atleta comunque appagata e invece, Julie, è capace come sempre di sorprendere: “Io vorrei tanto rifarla quella gara lì – ci confida, riferendosi alla qualificazione di questa Estate nella Wembley Arena – Vorrei tornare in pedana senza paure, per il gusto semplice di esserci e divertirmi. La gioia più grande? I complimenti di Daniela Delle Chiaie agli Assoluti di Terranuova Bracciolini”. Dalla Ritmica individuale a quella di gruppo. Abbiamo rivolto gli stessi quesiti alla Farfalla di Gallarate, Romina Laurito, pronta a festeggiare, questa sera, non un cataclisma biblico bensì l’addio all’attività agonistica della compagna Elisa Blanchi: “Saremo a Velletri per la Blanche – racconta l’aviere lombardo - E poi andremo incontro al nostro destino tutte insieme, con Sasà (Elisa Santoni) e Angy (Anzhelika Savrayuk). Dopo una vita in simbiosi potevamo forse morire separate? A parte le battute, guardandomi indietro dico che la felicità più grande per me è stata la partecipazione alla XXX Olimpiade, ancora più della medaglia. Anche se il giorno più bello deve ancora venire. Quest’anno ho conosciuto Mario, il mio fidanzato, e se ci sarà un domani adesso lo immagino con lui”. Si avverte in queste parole tutta la completezza e la felicità della Romy, che dopo essere giunta in capo a quel Mondo oggi apparentemente al capolinea, sogna, inguaribile romantica, i fiori d’arancio. Stesso pragmatismo, tutto femminile, quello di Giulia Bianchi, stella dell’Aerobica che ci dice di aver vissuto – e di avere tutta l’intenzione di continuare a farlo – ogni giorno della sua vita come fosse l’ultimo, al 100%. “Lo dico sempre ai miei amici – aggiunge l’atleta dell’AmicoSport – Mai avere rimpianti! Anche se uno, in verità, ce l’ho anch’io. Senza quella maledetta distorsione, cinque giorni prima degli Europei del 2011, nella rassegna di Bucarest avrei fatto faville. Sono molto contenta, invece, del modo in cui mi sono ripresentata ai Mondiali di Sofia. Ero ben preparata e di più non potevo dare. Certo tra un pedigree da vice campionessa iridata e il 5° posto c’è tutta la libera interpretazione delle giurie. Mi rifarò ai World Games”. Sempre se arriverà questo benedetto 2013, aggiungiamo noi. “Ah già! – esclama Giulia, leggermente spiazzata – Domani sarò all’Università, alla Statale di Milano per l’ultimo giorno. L’ultimo giorno dell’anno – precisa stavolta ridendo – non del Mondo!”. La ginnasta di Tradate è iscritta alla Facoltà di Scienze Motorie, indirizzo “Teoria tecnica e didattica dello Sport” e riesce a conciliare molto bene lo studio con la Ginnastica Aerobica, come dimostra il 5° titolo italiano vinto con la sua società, il 25 novembre scorso, a Colleferro. “La soddisfazione più grande? E’ stata la convocazione in nazionale nel 2004 – conclude – ad un solo anno dal mio esordio, non me lo sarei mai aspettato!”. «Buon viaggio, raga!», «Finiamo in bellezza!»: sono tanti e diversi gli slogan e le risposte scaramantiche degli atleti che procediamo ad intervistare. C’è chi, come Carlotta Ferlito, pensa ad impacchettare i regali e ad una festa, proprio venerdì, con gli amici al pub; oppure chi, come Nicola Bartolini, ha sempre voglia di giocare. “La soddisfazione più grande della stagione? – tutti si aspetterebbero da Nick l’Europeo juniores a Montpellier e, invece, lui risponde serafico: “L’esultanza di Busnari nella finale olimpica. L’ho seguito da Porto San Giorgio, in TV”. Se non avesse Abe davanti e non fossimo al telefono (e quindi nell’impossibilità di vederne l’espressione facciale) ci sarebbe quasi da credergli. Ludovico Edalli appare più sincero quando ricorda l’esperienza in Francia con la squadra senior (“Insieme ad Alberto” - precisa però anche lui, quasi a portare rispetto al compagno più anziano) e l’altra, quella indimenticabile, a Singapore, per i Giochi Olimpici Giovanili del 2010. “Se avessero ragione i Maya – sentenzia l’aviere capo di Melzo, nel silenzio assoluto dei discepoli di Via Ovada – La data del calendario da ricordare resta il 5 agosto del 2012”. Quel giorno, intorno alle due del pomeriggio, nella North Greenwich Arena, Busnari ha fatto vedere a tutti quanto valesse. Un ginnasta di razza, forse ancora incompiuto. “E’ vero, avevo buttato all’aria tante occasioni: la finale continentale a Berlino, ma soprattutto l’Europeo del 2006, quando ero in testa e sbagliai l’uscita. Ricordo di essere rimasto un’ora e mezza seduto sulle gradinate a fissare il vuoto. Da lì, però, nacque un percorso che mi ha portato fino a Londra (la sua quarta Olimpiade, ndr.). E non mi importa se ho preso soltanto una medaglia di legno, la soddisfazione di esibire il mio esercizio e di essere riconosciuto tra i migliori del pianeta è stata enorme. Almeno, se arrivasse sul serio l’Apocalisse, posso dire di aver reso un lavoro la mia passione più grande, la Ginnastica”. Il sogno lo ha realizzato anche la Ferlito. L’esperienza Oltremanica, ci racconta, ha attenuato l’amarezza per la finale mancata agli Europei di Bruxelles: “Caddero tutte e io non c’ero, che rabbia a ripensarci!”. Elisabetta Preziosa, invece, taglia il discorso, seppur con la sua solita dolcezza: “Preferirei che il Mondo non finisse! Ma se proprio deve, vorrei rivivere soltanto un momento della mia vita passata, la trave di Birmingham!”. Una vita parallela, quella di Betta e Carlo, entrambe segnate da un fallimento europeo, ambedue protagoniste su un altro podio UEG, a Berlino, nel 2011. “In bocca al lupo, stasera” – così ci saluta Matteo Morandi, al termine di un’altra bella chiacchierata – “Per me è stata una stagione speciale – ci ha spiegato il Dog - Può pure calare il sipario. Il bronzo olimpico, l’argento continentale, posso ritenermi soddisfatto. E poi, la nascita di Gaia, mia figlia. Guardandola crescere, ogni giorno, si comprende l’immensità della vita, che è superiore ad ogni profezia umana. Comunque domani attenderò l’evento in palestra, anche se non credo a queste stupidaggini. Si, io rifarei tutto, non rinnego nulla, e sono felice di aver dedicato il 90% della mia esistenza allo sport. Ma se ci sarà ancora tempo, statene certi, farò anche dell’altro. Ad esempio quel giro sul jet che mi aveva promesso l’Aeronautica Militare”. Le conclusioni spettano a colui che, se scoppiasse la Terra, ne approfitterebbe per saltare fin su nello spazio. “Ma figuriamoci –  dice Flavio Cannone, l’uomo Trampolino dell’Esercito Italiano – Queste storie le mettono in giro per fare soldi, un po’come Halloween. Io domani esco e chi si è visto si è visto. Certo, se serve per fare un consuntivo vi confermo che sono molto orgoglioso dei miei risultati. Non era facile entrare da soli tra i grandi interpreti internazionali di questa disciplina. Le Olimpiadi? Le porto tutte e tre nel cuore e strizzo l’occhio alla prossima. Mi dispiace soltanto di non essere mai riuscito a salire sul podio in una competizione che conta, pur andandoci molto vicino”. All’alba del 22 dicembre, caro Flavio, potrai iniziare a lavorare per riprovarci, volesse il cielo, ai Mondiali di Sofia, il novembre prossimo venturo. Nel frattempo, visto che la Federazione il 21 chiude (riaprirà il 2 gennaio…Maya permettendo), a scanso di equivoci salutiamo tutti con il nostro più convinto “Gamba” al Mondo intero.


 

(David Ciaralli)